Da molto tempo cercavo di procurarmi sul mercato dell’usato – senza spendere una fortuna – l’inserto dedicato a Pepe Sanchez, l’improbabile agente segreto sui generis (e suo malgrado) creato da Robin Wood e Carlos Enrique Vogt. Ci sono finalmente riuscito poche settimane fa e mi sono immerso nella rilettura di questa serie umoristica, che avevo apprezzato sin dal suo primo episodio apparso su Skorpio esattamente 35 anni fa, a gennaio 1990. Come avrei scoperto solo molto tempo dopo (all’epoca, le informazioni sulle historietas pubblicate dall’Eura Editoriale erano più nulle che scarse), la serie era originariamente apparsa in Argentina ben quindici anni prima, nel 1975, ma la sua ideazione risaliva probabilmente alla fine degli anni Sessanta.
Dicevamo del primo episodio, che dava subito un’indicazione chiarissima sul carattere dissacrante e parodistico della serie: prendete alcuni ordigni atomici affondati nell’oceano, l’agente doppio zero di Sua Maestà James Pont, il villain Emilio Corto (benda sull’occhio compresa) e l’organizzazione terroristica Spectrum… ed è subito Thunderball Operazione Tuono, messo alla berlina grazie alle infinite e sfrenate gag generate dal pittoresco agente Sanchez. E negli episodi successivi uguale sorte toccava a Missione Goldfinger, Licenza di uccidere e Dalla Russia con amore – episodio, quest’ultimo, in cui appariva in un cameo perfino Nippur di Lagash e il cui titolo originale era tutto un programma: De Rusia con amor…tadela (!).
Ma, naturalmente, la serie – nel suo centinaio abbondante di episodi – non si limita a parodiare il ciclo di 007: l’atmosfera da farsa surreale prende di mira, di volta in volta, film famosissimi (tra cui I tre dell’Operazione Drago e Il braccio violento della legge, ma anche La febbre del sabato sera e Lo squalo…) e fumetti di tutti i tipi, tra cui l’incipit della famosa Ballata del Mare Salato di Hugo Pratt, con Pepe nella stessa situazione di Corto Maltese.
Wood mette in campo tempi comici inappuntabili, alternando situazioni al limite del demenziale, un umorismo verbale debordante, tormentoni spassosi e personaggi che abbattono continuamente la quarta parete (anche se l’espediente di rivolgersi agli autori oppure direttamente ai lettori, ad un certo punto, mostra un po’ la corda). Viene assecondato alla perfezione da Vogt, il cui tratto caricaturale costituì una piacevole sorpresa, visto che eravamo abituati a vederlo all’opera su storie realistiche quali Canada Joe e, soprattutto, Mojado: soltanto in séguito avremmo scoperto che i due autori avevano lavorato su un’altra serie umoristica intitolata Lei e io (il cui protagonista Tino compare saltuariamente in alcune avventure di Pepe). Vogt disegnerà poi – in coppia con Viviana Centol – un’altra serie dello stesso tipo, Detective Abbeyard, di cui ho parlato in questo articolo.
Come accennavo all’inizio, l’Eura non dava praticamente mai indicazioni sulle date di pubblicazione originali delle historietas che pubblicava, spacciando per “nuove” serie che risalivano a molto tempo prima grazie a qualche ritocco nei dialoghi. Pepe Sanchez non sfugge a questa regola, inserendo fin dai primi episodi qualche accenno alla guerra tra Argentina e Inghilterra per le Isole Falkland / Malvinas, oppure affermando che Pepe fischietta una lambada (genere musicale di gran moda a fine anni Ottanta) o citando Tom Cruise. Non è l’unica “libertà” che l’Eura si concede: per una quarantina di episodi, infatti, il layout della serie – pubblicata in Argentina su quattro strisce – viene modificato e adattato ad una più ariosa disposizione che prevede tre strisce per pagina, salvo poi fare marcia indietro con esiti modesti (per quanto più rispettosi delle origini) a causa della compressione delle immagini: pensate a come reagireste se Tex o Zagor passassero da tre a quattro strisce per pagina…
È stata comunque una rilettura molto divertente, soprattutto quando arrivavo a certi episodi di cui ricordavo in modo particolare una situazione ancora più assurda del solito o una battuta fulminante. Certo, ho avuto l’accortezza di limitarmi a pochi episodi al giorno: tutte di séguito, le avventure di Pepe possono portare ad un effetto di “saturazione” dovuto a qualche gag che si ripete e a qualche passaggio telefonato, ma è un difetto comune a qualsiasi fumetto che duri così a lungo e a cui manchino completamente la continuity e l’evoluzione del personaggio. Un piccolo scotto da pagare, diciamo così: ma è valsa davvero la pena recuperare questo fuoco di fila ininterrotto di facezie firmate Wood & Vogt.
Il primo episodio di Pepe Sanchez appare nel 1990, sul numero 3 della XIV annata di Skorpio. La serie viene pubblicata ogni due settimane per un paio d’anni, passando poi ad una frequenza (molto) più saltuaria – solo 16 episodi tra il 1994 e il 1996 – e tornare infine ad una pubblicazione più serrata prima del suo epilogo, con l’ultimo episodio che appare nel 1998 sul numero 15 della XXII annata. In séguito, la serie viene ristampata in un corposo inserto (quasi 1300 pagine) pubblicato da Lanciostory, a cadenza settimanale, tra il 2007 e il 2009.
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