Dopo l’approfondimento dedicato agli albi di Zagor dal 601 al 700, i nostri “festeggiamenti” per questo importante traguardo raggiunto dallo Spirito con la Scure continuano oggi con un articolo della rubrica Evergreen, riguardante – come di consueto – un unico albo pubblicato in una delle innumerevoli collane di collaterali apparsi negli ultimi vent’anni in edicola. Oggi parleremo di una storia fondamentale di Zagor, realizzata dai suoi due creatori, che ha riscontrato da sempre un gigantesco successo tra tutti i lettori.
Il sindaco di una cittadina ai margini di una zona selvaggia e inesplorata chiede aiuto a Zagor: dovrà accompagnare la spedizione del poeta sui generis Homerus Bannington, alla ricerca dell’ispirazione per comporre una “seconda odissea” sulla falsariga di quella omerica… Ma ben presto il viaggio sul battello Athena diventa un incubo, tra piante carnivore, tribù di scimmioni e fenomeni fisici inesplicabili, fino alla nebbia infernale che sembra non lasciare scampo ai pochi sopravvissuti.
Il perfetto compendio dell’universo zagoriano, in cui Sergio Bonelli/Guido Nolitta riversa tutti i miti del suo immaginario cinematografico e le sue letture preferite (mescolando senza un attimo di tregua spunti dalle più varie provenienze), assecondato magnificamente dai disegni di Gallieno Ferri, qui al massimo della sua arte.
All’inizio del gran viaggio
Si scatena la natura,
Ma l’intrepido equipaggio
Non conosce la paura!
Il battello l’onda fende,
Un novello Ulisse guida,
E al periglio che l’attende
Lancia impavido la sfida!
Se il futuro appare nero
Non indugia e non s’arresta,
Bannington, moderno Omero,
Ne tramanderà le gesta.
…(Homerus Bannington)
Novembre 1972. Subito dopo l’epocale Zagor contro il vampiro (cioè il debutto del periodo migliore della collana, meritoriamente indicato a posteriori con il termine Golden Age), Nolitta & Ferri sfornano un nuovo capolavoro che darà anche il nome a un lungo ciclo di avventure concatenate tra loro. Si tratta di una storia che resterà indimenticabile per i lettori dell’epoca e per chi si è avvicinato a questo fumetto negli anni successivi: ancora ai giorni nostri, infatti, se chiedete a uno Zagoriano di indicare non la storia che personalmente preferisce, bensì quella che meglio caratterizzi l’intera saga arrivata in questi giorni ai 700 albi mensili, la risposta sarà pressoché unanime… Odissea americana.
In questa storia c’è TUTTO quello che un lettore si aspetta da Zagor:
* La gag iniziale di Cico e Trampy, in cui il solito raggiro perfettamente orchestrato dal vagabondo più amato della serie viene rovinato dall’imperizia del panciuto messicano;
* La consueta richiesta di aiuto a Zagor, di volta in volta proveniente da un amico, uno sceriffo, un capo indiano, un militare… stavolta si tratta del sindaco di Meadow;
* Un esemplare della vastissima e variegata galleria di monomaniaci creati da Nolitta: il poeta Homerus Bannington, desideroso di sfornare un capolavoro epico;
* Il tema del viaggio lungo il fiume verso l’ignoto, un territorio inesplorato pieno di pericoli e avventure che falcidieranno drammaticamente l’equipaggio (anni dopo, Nolitta fara il bis con Mister No in Sfida al Pantanal);
* I comprimari perfettamente caratterizzati, che mostrano imprevedibili sfumature psicologiche e non sono mai “solamente” buoni o cattivi: in questo caso, Frisco Kid e “Tattoo” Lopez;
* Le infinite citazioni rielaborate e amalgamate perfettamente tra loro, a partire da quella iniziale – dichiarata – del Pifferaio di Hamelin: come evidenziato da Stefano Priarone nel fondamentale saggio Zagor Index 1-100, ci sono i gorghi sul fiume da Una discesa nel Maelstrom di Edgar Allan Poe, le piante carnivore dal Giorno dei trifidi di John Wyndham, gli scimmioni dal Tarzan di Burne Hogarth, i pinnacoli rocciosi dalla Meteora infernale di John Sherwood… e chissà quanto altro ancora;
* Una trama perfettamente calibrata che alterna senza soste toni comici e drammatici, elementi realistici e fantastici, momenti epici e malinconici;
* E, naturalmente, uno Zagor titanico, sempre al centro dell’azione e protagonista dei passaggi salienti della trama, soprattutto nello scontro con il capo degli scimmioni e nella resistenza alla visione dei genitori nel drammatico finale.
Come dite? Zagor non riveste il ruolo di Re di Darkwood e quindi “manca” la sua missione di pacificatore e trait d’union tra bianchi e indiani? Sì, certamente questa sua caratteristica fondamentale viene mostrata maggiormente in altre sue storie, a partire da La marcia della disperazione (che non a caso guida la classifica delle storie preferite dai partecipanti alla nostra rubrica Zagor Top 5), ma tale missione viene esplicitamente richiamata nel dialogo iniziale con il sindaco, che ci mostra comunque un eroe disponibile ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà – anche se stavolta non si tratta di sventare uno scontro tra due diverse civiltà oppure il solito complotto che mira a scatenare una repressione contro gli indiani.
Ferri asseconda la variegata trama di Nolitta nel miglior modo possibile, sfoggiando una padronanza totale del suo inconfondibile segno in qualsiasi ambientazione della storia: la cittadina di Meadow, la foresta impenetrabile, l’arena del combattimento con lo scimmione, la mefitica palude velata di nebbia… L’eccezionale qualità del Maestro risalta inoltre nella raffigurazione dei componenti dell’equipaggio, tutti tratteggiati con dovizia di particolari – per non parlare di Zagor e Cico, semplicemente perfetti e senza quelle piccole imperfezioni presenti in alcune (poche) vignette della precedente storia con il vampiro. D’altronde, stiamo parlando dell’apice della carriera di Ferri, qui alla terza storia consecutiva (!) cui seguirà pochi mesi dopo un altro capolavoro come Oceano.
Insomma, si sarà capito: Odissea americana è davvero un evergreen, un’avventura che non può mancare nella biblioteca di chiunque ami i fumetti.
Questa storia inizia – con il titolo Una impresa disperata – nel numero 87 di Zagor (Alba tragica, pubblicato a settembre 1972) e si conclude due mesi dopo nel numero 89, intitolato La nebbia infernale. La versione che consiglio fa parte del collaterale intitolato Serie Oro pubblicato da Repubblica a partire dal 2004, una collana antologica a cura di Luca Raffaelli che – in ogni volume – propone un’avventura completa o una scelta di storie di un personaggio del fumetto italiano e internazionale. La copertina di Ferri non è (purtroppo) quella iconica della versione originale, bensì quella del numero 31 (Guerra!). L’enorme successo tributato a questa storia è testimoniato dalla ristampa in un volume cartonato di grandi dimensioni e a colori – intitolato I viaggi di Zagor – pubblicato da Arnaldo Mondadori Editore nel 1981; inoltre, quando si è trattato di creare un gioco da tavolo ispirato alle avventure di Zagor (ideato dal nostro Luigi Ferrini e da Daniele Ursini), la storia scelta è stata proprio Odissea americana.
Buona lettura!
ODISSEA AMERICANA
Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli) / Disegni: Gallieno Ferri
In: La Serie Oro di Repubblica
Numero 21, 15 febbraio 2005
Editoriali di Luca Raffaelli
Brossurato con alette, colori, 242 pagine
L’approfondimento sulla Golden Age di Zagor
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