Se dovessi indicare il libro, tra quelli che ho acquistato nel 2021, che mi è piaciuto di più… non avrei esitazioni: si tratta del corposo volume Tutto Bonelli 1941-1979, Gli anni d’oro. E per molti, ottimi motivi.
Prima di tutto, si tratta di uno strumento imprescindibile per chiunque abbia a che fare con l’universo fumettistico italiano, visto che contiene la (prima parte della) “fumettografia completa della Casa editrice di via Buonarroti“, come da presentazione nella bandella. I due curatori, Mauro Giordani e Gisello Puddu – con l’ausilio di numerosi collaboratori e appassionati – hanno stilato un monumentale catalogo cronologico di TUTTE le pubblicazioni apparse dal 1941 alla fine degli anni Settanta, sotto le varie denominazioni via via assunte dall’attuale Sergio Bonelli Editore. Come molti ricorderanno, Giordani e Puddu erano già stati curatori di un “precedente” Tutto Bonelli, pubblicato nel 1997 e che quindi racchiudeva i primi 56 anni della fumettografia bonelliana: un catalogo fondamentale che adesso viene definitivamente integrato non solo con gli ultimi 24 anni di pubblicazioni (inclusi nel volume “gemello” Tutto Bonelli 1980-2020, L’era moderna, di cui parlerò prossimamente) ma soprattutto enormemente ampliato grazie a un nutritissimo apparato iconografico.
Proprio la presenza di moltissime immagini è un altro ottimo motivo per l’acquisto di questo volume. Sin dalle prime pagine – e, quindi, dalle collane più lontane nel tempo e di conseguenza difficilmente reperibili – il lettore scopre che l’avvertenza iniziale (secondo cui per ogni collana pubblicata viene presentata la copertina originale del primo numero) è soltanto un’indicazione di base, visto che poi le immagini sono molte di più: altre copertine, retrocopertine pubblicitarie, loghi ecc. Un arricchimento essenziale delle informazioni rispetto ai “nudi” dati editoriali del catalogo precedente e una vera e propria gioia per gli occhi.
E parlando dei dati editoriali, ecco un terzo ottimo motivo. Di ogni testata vengono indicati il nome, la data di pubblicazione del primo e dell’ultimo numero, le informazioni sulla casa editrice (con tutte le sue varie incarnazioni: Audace, Araldo, CEPIM, Daim Press…), la periodicità, il formato, la foliazione, il tipo di stampa, le caratteristiche editoriali e il prezzo. Naturalmente, per ogni numero della testata vengono poi indicati la data di pubblicazione e, soprattutto, i dati che – probabilmente – più interessano gli appassionati, cioè TUTTI gli autori, con la classica suddivisione Testi / Disegni / Copertina.
Anche in questo caso, il passo in avanti rispetto al catalogo del 1997 è notevole, in quanto le già valide indicazioni sugli autori vengono ampliate con un’accuratezza certosina: basti pensare, ad esempio, all’integrazione di tutte le segnalazioni sui disegnatori che hanno affiancato Aurelio Galleppini negli anni eroici delle strisce di Tex, quando il buon Galep non riusciva a mantenere i ritmi forsennati richiesti dalla periodicità settimanale. Ecco quindi che le collaborazioni fornite dai vari Zamperoni, Uggeri, Jeva eccetera vengono esplicitate in modo organico ed esaustivo, in base alle segnalazioni filologiche reperite in questi ultimi anni.
Basterebbe tutto ciò che ho scritto finora a giustificare il prezzo del volume – invero contenuto: 18 Euro per oltre 500 pagine. Ma in questo catalogo c’è MOLTO di più. Sto parlando delle note che corredano ciascuna testata, da quelle generali a quelle più particolari riguardanti, ad esempio, collaborazioni a testi e disegni; delle imperdibili curiosità sulle varie testate (lo sapevate che Tex NON è raffigurato in tre copertine dell’albo gigante? O che due albi del Comandante Mark hanno lo stesso titolo per una svista degli autori?); dei dati sulle ristampe – anche presso altre case editrici – e sul collezionismo… Una vera e propria miniera d’oro di informazioni. Se, quindi, i dati editoriali sugli autori sono fondamentali per qualsiasi ricerca di tipo filologico e fungono, naturalmente, da nucleo imprescindibile del volume, le note costituiscono una panoramica aggiuntiva gradevole e interessante: talmente gradevole e interessante da consigliarne la lettura tutta di séguito, come ho fatto io.
A questo proposito, aprendo una piccola parentesi professionale, un altro particolare che mi ha entusiasmato di questo volume è la quasi assoluta mancanza di refusi. Intendiamoci, non sto dicendo che TUTTE le indicazioni su date, autori eccetera siano esatte al 100%: non ho una conoscenza così enciclopedica per farlo e quindi può darsi benissimo che il disegnatore del terzo albetto a striscia della sesta serie della collana XY fosse Tizio e non Caio, o che qualche misura degli albi sia errata (Zagor striscia: cm 16,5 x 17,7?!?)… ma l’accuratezza certosina di cui parlavo in precedenza mi spinge a credere che la percentuale di esattezza sui dati editoriali possa avvicinarsi al 99,99%. Quello che intendevo, dall’esperienza dei miei decenni di traduttore e correttore di bozze, è proprio la mancanza di refusi tipo “orginali” invece di “originali” a pagina 240 (consideriamola l’eccezione che conferma la regola…). Certo, può darsi che alcuni piccoli errori di stampa di questo tipo mi siano sfuggiti nel piacere della lettura, ma credetemi: ben poche volte ho visto un testo stampato di questa qualità – e per lavoro ne vedo tanti, compresi cataloghi patinati di mostre prestigiose.
Cosa aggiungere ancora? Beh, qualcosa c’è ed è una constatazione di cui mi sono, diciamo così, reso conto durante la lettura: questo volume è la consacrazione DEFINITIVA di un “titolo” che, da anni, è stato assegnato con pieno merito a Gianluigi Bonelli, cioè “il patriarca del fumetto italiano”. Chiunque sarà d’accordo con questa affermazione e qualsiasi scheda biobibliografica di G. L. – quand’anche si limitasse ad elencare tutti i personaggi che ha creato – basterebbe a giustificare tale titolo assegnato al più prolifico e poliedrico sceneggiatore italiano di sempre. Ma scoprire, pagina dopo pagina, le migliaia e migliaia di albi firmati G. L. in decine e decine di collane diverse rende davvero l’idea di quanto le sorti della Casa editrice poggiassero sulle sue spalle. Certo, come affermavo in un articolo introduttivo di questa rubrica, senza lo sforzo imprenditoriale di Tea Bonelli – e poi del figlio Sergio – G. L. non avrebbe potuto dare libero sfogo alla sua creatività: ma al tempo stesso la Casa editrice non avrebbe potuto sopravvivere senza le storie che G. L. sfornava a getto continuo e che questo volume ricorda una per una.
Insomma, l’avrete capito: questo volume è un acquisto imperdibile, magari come regalo di Natale e magari in coppia con il suo gemello di cui accennavo all’inizio, il volume dedicato ai “secondi quarant’anni” della Casa editrice, che ha le stesse caratteristiche del primo volume ma con ancora più pagine, più immagini, più curiosità. Io, naturalmente, l’ho già acquistato ma – a parte qualche consultazione di tipo specialistico per la stesura dei miei articoli – non l’ho ancora “letto” tutto di séguito e quindi ne riparlerò a tempo debito. Sono però sicuro che anche questo secondo volume di Giordani & Puddu sia altrettanto imperdibile, anche solo per il fatto che include tutta la produzione bonelliana più recente, apparsa dopo la pubblicazione del primo catalogo datato 1997. Presto vi saprò dire di più.
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