Alcuni naviganti mi hanno fatto notare che non avevo (ancora) mantenuto la promessa di parlare della seconda parte del catalogo Tutto Bonelli dedicata agli anni dal 1980 al 2020, sottotitolata L’era moderna, dopo aver recensito il suo “gemello maggiore” poco prima di Natale. E siccome ogni promessa è debito, eccomi qua… anche se, lo premetto fin da subito, le affermazioni che avevo scritto in quella recensione valgono in grandissima parte anche stavolta.
Questi secondi quarant’anni della casa editrice prima di G.L., poi di Tea e infine di Sergio Bonelli vengono infatti analizzati con la stessa certosina cura dai due curatori del catalogo, Mauro Giordani e Gisello Puddu, naturalmente – anche in questo volume – con l’ausilio di numerosi collaboratori e appassionati tra cui spiccano Fabio Salvalaio e Gianni Brunoro. L’apparato iconografico costituisce ancora una volta un notevole punto di forza: la meraviglia suscitata da certe introvabili immagini degli anni pionieristici che impreziosivano la prima parte del catalogo viene “sostituita” dalla curiosità per la presenza di numerose cover variant, che arricchiscono le pubblicazioni più recenti.
Per quanto riguarda i dati editoriali, resta invariata l’impostazione del volume precedente: di ogni testata vengono indicati il nome, la data di pubblicazione del primo e dell’ultimo numero, le informazioni sulla casa editrice (Editoriale Daim Press fino al 1988, quando viene definitivamente adottato il nome Sergio Bonelli Editore), la periodicità, il formato, la foliazione, il tipo di stampa, le caratteristiche editoriali e il prezzo. Per ogni numero della testata vengono inoltre indicati la data di pubblicazione e gli autori, con la classica suddivisione Testi / Disegni / Copertina.
Anche qui, come dicevamo sopra a proposito delle immagini, viene un po’ meno la meraviglia della scoperta, in quanto i fumetti più recenti non sono più “parchi” di indicazioni come in passato e quindi gli autori sono accreditati con maggiore precisione e completezza già all’interno degli albi in edicola. Ma la precisione delle informazioni e la comodità di trovarle tutte in un unico, corposissimo volume – più di 600 pagine – lo rendono uno strumento indispensabile ai professionisti del settore ma anche ai semplici lettori di fumetti, curiosi di scoprire cosa si cela dietro l’albo che arriva in edicola, in fumetteria o anche (sempre più spesso, negli ultimi anni) in libreria.
Cosa mi ha colpito di più in questo secondo volume, oltre alla lettura delle note che corredano ciascuna testata e che spesso forniscono informazioni aggiuntive e curiosità imperdibili? Presto detto: la scoperta delle molteplici iniziative che hanno caratterizzato l’inizio dei “difficili” anni Ottanta, spesso e volentieri poco conosciute dall’abituale fruitore delle collane mensili classiche. Se infatti il volume si apre con una nuova collana piuttosto conosciuta, Martin Mystère (che però appare in edicola solo ad aprile 1982: ciò significa che la casa editrice, dopo il poco riuscito Judas del 1979, non ha sfornato nuove proposte per tre anni…), molte delle pubblicazioni successive hanno avuto vita breve se non brevissima: per restare nell’ambito delle serie mensili, il dimenticabile Gil dura 11 numeri e anche l’interessante Bella & Bronco di Gino D’Antonio arriva appena a 16…
L’attenzione della casa editrice, in quel periodo, era rivolta alle riviste “contenitore”, a partire dal settimanale Full che verrà poi seguito dai mensili Orient Express e Pilot di cui vengono forniti elenchi quanto più possibile dettagliati di tutti i fumetti contenuti al loro interno. Nello stesso periodo prenderanno vita (breve) non solo le collaborazioni con Dargaud, ma anche curiose incursioni nel campo delle riviste di enigmistica: solo L’enigmistica illustrata riesce a sopravvivere oltre i cinque numeri, a differenza delle altre due – e fa un certo effetto, all’interno di questo catalogo informatissimo, leggere (a proposito di Passatempo enigmistico) che “della rivista dovrebbero essere stati pubblicati solo cinque numeri”… Un periodo piuttosto particolare, quindi, che mi sono divertito tantissimo a riscoprire e in cui trovano posto anche bizzarri esperimenti come i quattro numeri del quattordicinale I fumetti del Dottor Beruscus, con i personaggi della famosa trasmissione TV Drive In “rivisitati” da Alfredo Castelli. Un periodo particolare che terminerà alla metà del decennio, con l’avvio delle ristampe Tutto Tex e Tutto Zagor e, soprattutto, il lancio della serie che segnerà il ritorno della casa editrice ai fasti dei decenni precedenti e alle più tradizionali serie mensili in bianco e nero: sto naturalmente parlando di Dylan Dog, opera di quel Tiziano Sclavi già autore su altre serie bonelliane e anche direttore responsabile di Orient Express Collezione, Pilot e L’enigmistica illustrata.
Per il resto, vale la pena segnalare che anche questo volume, come già accaduto per il primo con cui forma (scusate se mi ripeto) una coppia praticamente inscindibile, è curatissimo nei dettagli e presenta ben pochi refusi. Proprio per questo risalta ancora di più la “svista” – forse l’unica di una certa rilevanza – riguardante la rivista Orient Express che, anche se pubblicata da giugno 1982, viene posizionata nel capitolo riguardante il 1983 e dopo l’altra rivista Full… Una cosa che può capitare, certo, ma che mi ha un po’ sorpreso.
Un volume da acquistare, quindi? Sì, senza alcun dubbio. E la conferma la potete trovare anche solo spulciando qualche recensione su Internet, non tanto nei siti di settore quanto in quelli frequentati dal grande pubblico: basta aprire Amazon e troverete decine di valutazioni dei lettori con il massimo dei voti, insieme a commenti tipo
“…i due splendidi volumi riassumono in maniera assolutamente precisa e meravigliosa la storia della casa editrice Bonelli…”
“…come un diario enciclopedico, ti dà la possibilità di rivivere ed immergersi nelle storie e nelle vicende dei protagonisti cult della storica casa editrice…”
“…veramente un excursus completo di tutte le pubblicazioni Bonelli. Non può mancare al collezionista ma neanche al semplice appassionato…”
…e via di questo passo, con dichiarazioni dello stesso tipo e che mi sento di sottoscrivere in pieno: un catalogo davvero imperdibile.
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