Qualche giorno fa, mio figlio stava leggendo i primi capitoli dei Promessi Sposi per un compito assegnatogli a scuola. Arrivato al VII capitolo, si ferma e mi fa: “Ma… Renzo Tramaglino parla come Kit Carson?!?” e mi fa vedere il passaggio in cui Renzo, furibondo contro Don Rodrigo, chiede a più riprese a Fra’ Cristoforo il motivo per cui il suo avversario vuole impedirgli di sposare Lucia, prorompendo infine nella seguente frase:
Ma qualcosa ha dovuto dire: cos’ha detto quel tizzone d’inferno?
Al che ho sorriso e ho detto a mio figlio: “Non sei il primo ad accorgersi di questa curiosità, ricordo che ne ho sentito parlare… Lo diceva… Aspetta…”
Dove ne avevo già sentito parlare? I miei ricordi erano sfuocati e stavo già per fare una ricerca su Internet, quando mi si è accesa la lampadina – proprio come in un fumetto – e così sono andato a colpo sicuro verso lo scaffale della mia videoteca in cui sono stipati i DVD con film e documentari bonelliani, prendendo quello in cui G.L. Bonelli veniva appunto accostato ad Alessandro Manzoni: si tratta di Come Tex nessuno mai, il documentario scritto e diretto da Giancarlo Soldi presentato il 26 settembre 2013, in occasione del secondo anniversario della scomparsa di Sergio Bonelli. Ho ritrovato il punto in cui l’attore Giuseppe Cederna recitava quel passaggio del VII capitolo e mi sono messo a guardarlo insieme a mio figlio: ecco la sequenza (intorno al 21° minuto del filmato).
Cederna viene inquadrato in piano americano, sotto un portico, con il libro in mano.
Come fa Tex Willer ad essere nei Promessi Sposi? Dunque, c’è uno dei frammenti più drammatici, più meravigliosi, più poetici dei Promessi Sposi, in cui Renzo va a parlare con Fra’ Cristoforo. Fra’ Cristoforo è appena stato da Don Rodrigo per chiedergli perché non vuole che questi due benedetti sposi si sposino; la sera Renzo arriva in convento da Fra’ Cristoforo, gli chiede… e gli chiede queste testuali, precise [parole]: “Che cos’ha detto? Perché non vuole che ci sposiamo? Perché non vuole? Perché non vuole?” “Lascia stare”, dice Fra’ Cristoforo. “Ma qualcosa ha dovuto dire: cos’ha detto quel tizzone d’inferno?” dice Renzo.
Cederna si ferma mentre appaiono due immagini di Carson che esclama “Tizzone d’inferno”, in particolare nel Texone di Magnus, quindi le riprese tornano su Cederna che ricomincia a parlare:
I casi sono due: o Manzoni aveva letto e studiato e amato Tex Willer, il che può essere anche possibile, o forse Bonelli, il creatore di Tex, aveva letto i Promessi Sposi e in quel punto aveva preso questo “tizzone d’inferno”, mi sembra…
Dopodiché Cederna smette di parlare e fa un gesto con la matita che tiene in mano, come a dire “lampante”, anzi “elementare, Watson”.
A questo punto la curiosità di mio figlio era soddisfatta ed è tornato a studiare, mentre io mi chiedevo se quel “tizzone d’inferno” nel VII capitolo fosse un unicum oppure si ripetesse in altre occasioni. Ho così fatto una ricerca a tutto testo su una copia dei Promessi Sposi in PDF rintracciata in rete … e ho scoperto che “tizzone d’inferno”, riferito a Don Rodrigo, lo dice anche la madre di Lucia, Agnese (altro personaggio, come ricorderete dai vostri studi scolastici, piuttosto sanguigno in diversi frangenti, proprio come Renzo), per la precisione nel XXIV capitolo. Naturalmente non sapremo mai se G.L. Bonelli, a suo tempo, fosse stato davvero “ispirato” da Manzoni, ma la coincidenza è quanto meno singolare…
Bene: adesso potevo tornare al lavoro… ma ormai la concentrazione era scomparsa e mi è venuta voglia di rivedere tutto il DVD come da tempo non facevo, diversamente da altri DVD bonelliani della mia videoteca (lo ammetto: spesso riguardo volentieri Noi, Zagor oppure, per farmi due risate, anche i film turchi dello Spirito con la Scure… mentre invece NO, di Tex e il Signore degli Abissi NON ho nemmeno il DVD, per scriverne la recensione ho dovuto recuperarlo su YouTube…).
Ma non divaghiamo ulteriormente. Mi sono messo bello comodo sul divano e ho premuto il tasto Play, godendomi questo documentario scritto, diretto e anche “presentato” da Soldi, in cui – come spiega il regista nei contenuti extra – ha inserito numerosi spezzoni di interviste fatte a Sergio Bonelli nel corso degli anni, dopo che l’aveva conosciuto tramite Tiziano Sclavi e aveva scoperto di condividere con il figlio di G.L. la passione per il cinema e i viaggi.
È un documentario delizioso, e non solo per la storia del “tizzone d’inferno” di cui parlavamo prima. Certo, alcune informazioni non sono esattamente una novità per i grandi appassionati di fumetti bonelliani (lo sappiamo tutti che Galep disegnava Occhio Cupo di giorno e le strisce di Tex di notte…), ma l’alternanza tra interviste a Sergio – ahimé, in alcuni casi con immagini di qualità non eccelsa – e pareri di addetti ai lavori, personaggi dello spettacolo, semplici lettori è davvero molto interessante. Imperdibile, ad esempio, l’intervista al disegnatore texiano Giovanni Ticci, che ci mostra alcune foto del periodo in cui lavorava con Alberto Giolitti: si travestivano di tutto punto (cappelli, fondine e stivali compresi) e inscenavano la tavola di Tex da disegnare, mettendosi in posa; e molto bello è anche il passaggio in cui Sergio Bonelli mostra la gigantesca confusione che regna sulla sua scrivania e nell’intero ufficio, con libri, fumetti, disegni e post-it sparsi dappertutto…
Quasi tutti gli intervistati propongono aneddoti e riflessioni interessanti: studiosi del fumetto come Luca Raffaelli e Graziano Frediani, grandi artisti come Milo Manara, registi come Ricky Tognazzi e Bernardo Bertolucci, svariati autori bonelliani (gli sceneggiatori Berardi, Castelli, Sclavi, Boselli, Burattini e i disegnatori Ambrosini, Del Vecchio, Roi, Villa – oltre a Ticci) ma anche personaggi pittoreschi come Fausto U Giancu e Vinicio Guerri (non chiedetemi chi è, lo ignoro anch’io… ma è comunque spassoso). Imperdibili, inoltre, gli spezzoni dell’Istituto Luce con i servizi propagandistici che mostravano l’influsso negativo dei fumetti sui giovani lettori durante il periodo fascista: ci fanno capire in che misura la casa editrice di G.L., di Tea e di Sergio Bonelli sia riuscita a cambiare la percezione su questo medium, con prodotti spesso all’avanguardia a partire dallo stesso Tex, così “adulto” – sin dai suoi primi numeri – rispetto agli eroi ragazzini in voga all’epoca.
Ma il passaggio più interessante di tutti l’ho trovato nei contenuti extra, quando Soldi spiega – in un’auto-intervista – i motivi per cui ha deciso di realizzare questo documentario commemorativo:
Il documentario è una storia di padri e di figli: un padre che inventa un personaggio meraviglioso, unico, solido; un figlio che si fa carico di questo tesoretto, lo accudisce come un fratello e riesce a portarlo avanti negli anni […] Si mischiano storie, si mischiano le avventure e… ecco, in fondo è solo Sergio Bonelli, i fumetti, il senso della vita: un uomo e la sua avventura.
Un consiglio: procuratevi questo DVD. Ne vale la pena.
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