La corsa alla conquista dell’iperspazio inizia a prendere direzioni inaspettate
Nuova incursione di Nathan nello spazio profondo, ancora una volta ad opera del dinamico duo Bepi Vigna / Max Bertolini, che sembrerebbero intenzionati a dare un’impronta e un’identità precise a questo filone incentrato sulle “gite (molto) fuori porta” dell’attuale Direttore dell’Agenzia Alfa.
È lecito aspettarsi che un lettore di vecchia data della testata possa porsi delle domande di carattere pratico (del tipo “quanto tempo portano via a Nathan queste esplorazioni / investigazioni?” oppure “Come si incastrano con quanto viene narrato negli altri numeri?”) dato il carattere di verosimiglianza e continuità che da sempre si è voluto dare a Nathan e al suo mondo; di sicuro, però, anche un altro quesito sarà sorto, ossia dove gli autori vogliano andare a parare nel muoversi lunga questa direzione – perché è abbastanza prevedibile che, se si crea un nuovo filone narrativo, questo dovrà inevitabilmente presentare una qualche dinamica di sviluppo.
La storia in questione ha il preciso scopo di dare una prima risposta a tale domanda, grazie al twist finale. Terminata la lettura si ha però la netta impressione che, a partire dal generico titolo, tutto l’impianto narrativo sia stato messo su esclusivamente in funzione di quanto accade nelle ultime pagine, al pari di quanto già accaduto nel n. 372 La rabbia del metallo, in cui sempre Vigna imbastiva un raccontino / bignami di tematiche neveriane trite e ritrite, al solo scopo di giustificare lo scambio finale di battute tra Nathan ed Elania Elmore.
Per la prima novantina abbondante di pagine, infatti, Vigna si muove con un’inerzia frutto dell’esperienza e del manierismo, confezionando un allegro pot-pourri di citazioni che vanno dall’inevitabile Star Trek a Moonfall, passando per Jurassic Park, Harlock, Dune, 2001 Nights, Alien e tanto altro ancora, il tutto condito con il tipico sense of wonder, e scandito secondo la ben riconoscibile meccanica della fantascienza tipica degli anni ’50.
A quest’ultima si ispira, come già noto, anche il contributo grafico di Bertolini, ma stavolta la commistione di tecniche che l’autore è solito utilizzare mal si amalgama, per cui vedere nella stessa vignetta retinature e inchiostrature di grana grossa, assieme a volti dai tratti particolarmente puliti (quasi alla Milton Caniff) dà al lettore l’impressione di un prodotto composito e nel complesso poco curato. Non risollevano di molto il giudizio finale alcune scelte in termini di regia (è di impatto la pag. 75), anche perché l’impiego in molti casi di una composizione dinamica della tavola viene accompagnato da forti primi piani, che mettono se possibile ancor di più in risalto le impressioni di cui si è detto prima.
È praticamente scontato che Nathan – e tutto l’apparato più o meno occulto di cui lui ormai è, volente o nolente, esponente di punta – si troverà ad affrontare nuovi misteri e altrettanto nuove minacce: se ciò è fondamentale per garantire nuova vita editoriale al personaggio, è anche vero che in questo albo introduttivo ci si è mantenuti sul minimo sindacale al fine di, sperabilmente, premere più a fondo il pedale sul “futuro dell’avventura” per le puntate che verranno.
Nota a margine: sempre per il discorso editoriale di cui sopra, la presenza di più sotto-trame è fondamentale. Sembra però che negli ultimi tempi si stia assistendo ad uno sviluppo ipertrofico da questo punto di vista: anche qui, è inevitabile domandarsi se la coerenza generale verrà salvata, dato che la storia passata del personaggio ci insegna che non sempre gli autori sono riusciti nell’impresa, e i diversi reboot orchestrati nel tempo hanno spesso avuto il solo dubbio onore di gettare nell’oblìo trame e personaggi di potenziale interesse.
Sinossi
Nathan Never continua ad esplorare l’universo sfruttando la neonata tecnologia della propulsione a curvatura. Questa volta è su Clavius, a migliaia di anni luce dalla Terra, per soccorrere una spedizione scientifica giunta lì per realizzare un parco naturalistico che sfrutti le mastodontiche creature native molto ai dinosauri terrestri.
Nathan Never n.383 “Ai confini della galassia”
di Bepi Vigna e Max Bertolini
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,90€
Sergio Bonelli editore, aprile 2023