La giallista emiliana in questa storia riprende, come anticipato da Roberto Recchioni nell’editoriale, tutto quel filone classico dell’horror sull’invasione silenziosa iniziata con Robert A. Heinlein e Jack Finney portando avanti al contempo una critica sociale sulla politica, sulla tecnologia e sull’invadenza delle stesse nella nostra contemporaneità, nonché un’analisi psicologica fortemente caratterizzata dalla difficoltà dell’individuo di trovare conforto e spazio nella società globale.
A conti fatti questa avventura di Dylan, inserita in un contesto contemporaneo, oltre ad essere disegnata magistralmente, è una storia ben scritta con una struttura narrativa ben ritmata da flashback e svelamenti che vede un Dylan Dog dalle sfumature classiche come protagonista (siamo dalla parti del “I Vampiri”, n.62): già questo, di per sé, è un risultato non da poco in questo periodo editoriale. Peccato solo che Baraldi scelga (e lo ammetta) di “suggestionare” un po’ più del necessario Dylan, che diviene così vittima impotente dell’orrore che si trova ad affrontare o, meglio, a subire.
Sembra quasi che Dylan non sia in difficoltà a causa dei mutamenti della società, ai quali è difficile adattarsi (o ribellarsi), ma più per una sua personale sociopatia latente (in realtà, nell’albo la sindrome di cui si parla è la prosopagnosia).
Dylan Dog nasce come personaggio anticonformista, è certo: ma è con l’ironia, la passione, l’innocenza e la consapevolezza che ha sempre affrontato i mostri della nostra società, meglio se uno per volta. In questa storia invece rimane travolto da troppi elementi: politica, società, convenzioni sociali, tecnologia, sistema sanitario, televisione, pubblicità ecc. ecc. e finisce per soccombervi. Da personaggio critico diviene quasi personaggio qualunquista, in lotta contro “il progresso” solo perché tale.
Un peccato perché, in questa spirale che nulla lascia fuori, la critica diviene troppo ampia e perde forza e Dylan non affronta quello che lo circonda con senso critico (ma nemmeno con idiosincrasia), bensì ne rifugge con paura.
Lavoro invece impeccabile quello di Davide Furnò, che si conferma eccezionale nelle matite e nelle espressioni. Le emozioni e le situazioni che riesce ad imprimere a tavole e volti sono sempre perfette per accentuare, in ogni passaggio, l’emotività dei personaggi con particolare attenzione a dettagli, inquadrature e dinamicità. Menzione necessaria anche per la copertina dei Fratelli Cestaro che citano Bruce Campbell in La Casa 2 e/o i tarocchi di Dylan Dog con una soluzione grafica particolarmente riuscita.
Sinossi
Dylan Dog n.439 “L’invasione silenziosa”
di Barbara Baraldi e Davide Furnò
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,40€
Sergio Bonelli editore, marzo 2023
Se te lo sei perso: Metti alla prova la tua conoscenza sull’Indagatore dell’Incubo rispondendo a queste dieci domande sul personaggio creato da Tiziano Sclavi: Il Quiz su Dylan Dog