Mister No n. 364-379: guida alla lettura

//
9 mins read

Questo articolo rientra – assieme all’articolo principale dedicato al lungo addio riservato da Nolitta al suo Mister No – nell’ambito della rubrica uBC Story volta a recuperare i nostri storici articoli e approfondimenti che, ad oggi (pur conservando un inestimabile valore dal punto di vista contenutistico), necessitano di un aggiornamento dei dati e della forma per essere fruiti appieno. Qui la scheda originale realizzata nel 2007 da Cristian Di Clemente.

Il progresso arriva a Manaus

Dicembre 1969. Mister No torna in Brasile dopo un assenza di un anno e mezzo e trova una realtà in profonda ed irreversibile trasformazione, con cambiamenti sociali ed economici, che porteranno la sonnolenta Manaus a diventare una metropoli.

Con questa lunghissima saga di 16 albi, pubblicata tra il settembre 2005 e il dicembre 2006, si chiude la serie mensile regolare di Mister No 31 anni e mezzo dopo l’esordio in edicola (giugno 1975). Dal maggio 2007, con cadenza semestrale e non più annuale, ripartono invece gli albi speciali, interrotti dal 2001 con il n.15. Nel maggio 2009, dopo cinque volumi, cessa anche questa pubblicazione e con essa le storie inedite mensili di Mister No.

Per l’occasione, dopo un’assenza di oltre un decennio, è tornato ai testi il papà letterario del personaggio, Sergio Bonelli (con il consueto pseudonimo Guido Nolitta) che non aveva più scritto sceneggiature complete del pilota da “Avventura a Manaus” (Speciale 7 uscito nell’estate 1992), se si eccettuano rari e brevi raccontini usciti al di fuori delle pubblicazioni bonelliane, l’incipit de “Il Matador” (n.228-230, 1994), poi sviluppato da Luigi Mignacco, e “Il Re dei Papua” (Almanacco Avventura 1995, solo soggetto, uscito nel 1994). Le 1508 tavole che compongono quella che è un’autentica miniserie nella serie sono state disegnate da Stefano e Domenico Di Vitto (802), Roberto Diso (357), Marco Bianchini & Marco Santucci (171), Fabrizio Busticchi & Luana Paesani (150) e Fabio Civitelli (28).

La storia si svolge tra il dicembre 1969 e il dicembre 1971. È il periodo temporale più avanzato nella serie di Mister No (se si eccettua “L’ultima frontiera”, n.295, in cui compariva un Mister No che festeggiava il capodanno 2000) che, nel n.1, si svolgeva nel 1952. La maggior parte delle avventure del pilota si sono svolte, genericamente, negli anni ’50. Soltanto dopo il ritorno da New York (n.273) la serie è scivolata, silenziosamente, negli anni ’60 (cfr. n.357). Secondo la sua cronologia, il Jerry Drake di questa saga dovrebbe essere quasi cinquantenne.

La saga è composta da più storie, per lo più slegate tra loro ma accomunate dai profondi cambiamenti economici e sociali che all’inizio degli anni ’70 avrebbero portato all’industrializzazione di Manaus e allo sfruttamento intensivo delle risorse della foresta amazzonica da parte del governo brasiliano e delle multinazionali straniere. Data l’ampiezza della saga, Guido Nolitta inizialmente anticipa in sordina alcune trame e tematiche che saranno poi sviluppate qualche mese dopo (Stelio a Manaus, lo scontro con Abacaxi, la scomparsa di Esse-Esse). Con il procedere degli eventi il meccanismo si inceppa e alcune nuove trame (la comparsa di Moreno Galindez, nuovo boss della mala colombiana, o i propositi di vendetta di Mestre Raimundo, sacerdote dell’Ayahuasca) restano incompiute e aperte a sviluppi per i nuovi speciali del pilota.
Al termine della saga, Mister No lascia Manaus (ma dal già citato n.295 sappiamo che prima o poi vi farà ritorno) per trasferirsi, insieme a Esse-Esse, a Rurrenabaque, in Bolivia.

La serie si chiude in maniera speculare con il n.1: l’Ok di Mister No ed Esse-Esse riecheggia su una cartina geografica del Sudamerica fino a New York, all’agenzia viaggi Coen & Bros. Nel primo episodio della serie, invece, l’OK di Coen dall’Agenzia Viaggi era arrivato fino a Manaus, introducendo Mister No per la prima volta ai suoi lettori.

In questi albi vengono fornite molte informazioni storiche, geografiche e sociologiche per comprendere meglio i grandi cambiamenti dell’Amazzonia. La voce narrante è affidata ad un simpatico e ciarliero tucano che tuttavia, nelle ultime due tavole della serie, farà una brutta fine.

Qualcosa è cambiato (n.364-365)


Il prologo della saga, disegnato dai fratelli Di Vitto e lungo 149 pagine, vede il ritorno di Mister No in Brasile nel dicembre 1969 dopo un’assenza di un anno e mezzo in cui è stato in Australia. Su questa trasferta non vengono fornite informazioni, se non che il pilota è ripartito da Sydney.
La saga si apre nell’agenzia viaggi “Coen & Bros”, già comparsa nella prima tavola del n.1 e nel n.241.
La persona a cui Coen riepiloga i principali eventi del 1969 (dal primo sbarco dell’uomo sulla luna alla guerra in Vietnam) è il disegnatore Stefano Di Vitto.
Si rivede Stelio, lo jangadeiro comparso in precedenza soltanto nel classico “Atlantico!” (n.24-26), venuto a Manaus in cerca di fortuna.
All’origine dei cambiamenti di Manaus c’è il P.I.N. (il Piano di Integrazione Nazionale), vale a dire una serie di politiche di incoraggiamento della migrazione interna per popolare l’Amazzonia e sviluppare l’agricoltura, l’allevamento di bestiame, l’attività mineraria ecc. ecc. Per spingerne l’industrializzazione e attirare capitali stranieri, Manaus è diventata zona franca, vale a dire un’area di libero scambio senza tasse.
Mister No, appena rientrato a Manaus, ha subito uno scontro verbale con Abacaxi, contrabbandiere d’oro che vorrebbe assoldarlo come ha fatto con molti altri piloti, per poi venire assalito da suoi gorilla che gli danneggiano il piper per intimidirlo.
Nel n.365 si rivedono le intraprendenti garotas Irene, Maria e Madalena (ultima apparizione nel n.355-356), le quali hanno inaugurato un nuovo locale a Manaus, il “Paraiso Verde”. Da loro Mister No viene a sapere che Esse-Esse si è trasferito a Castanheira, nella regione brasiliana dell’Acre.

Uno strano appuntamento (n.365-366)


In questa parte, lunga 133 pagine e disegnata dai fratelli Di Vitto, Mister No è coinvolto suo malgrado (secondo il classico filone del “cliente che nasconde qualcosa”) nel fenomeno che tra il 1969 e i primi anni ’70 portò alla formazioni di piccoli gruppi rivoluzionari di opposizione armata al governo brasiliano, composti da giovani studenti inesperti presto spazzati via dalle forze dell’ordine.

Ayahuasca (n.367-369)

Questo blocco, lungo 199 pagine, è disegnato dalla coppia Marco Bianchini & Marco Santucci (171) e da Fabio Civitelli (28).
Fabio Civitelli, disegnatore di poche ma celebri storie del pilota negli anni ’80 (tra cui “I mercenari” n.65-67, “Oro!” n.80-84, “Ananga!” n.90-92 e “Alien!” n.107-108), è tornato a illustrare Mister No per questa saga finale, sebbene per poche tavole. Civitelli, che negli ultimi venti anni è diventato una colonna di Tex, aveva disegnato una tantum anche il primo racconto di Mister No pubblicato in un Almanacco (“Capitan Vendetta”, Almanacco Avventura 1994).

In questa parte Mister No aiuta l’amico Stelio a uscire dal tunnel della droga Ayahuasca, un potente allucinogeno ricavato da una liana (detta Caapi, la liana dell’anima) diffusa nell’alto Rio Negro. Sulla Ayahuasca si è anche creata una vera e propria religione (la Santo Daime) basata sulla sua diffusione, con tanto di cerimonie di gruppo.
Per aiutare finanziariamente Stelio a lasciare Manaus, Mister No ipoteca il Piper.
I propositi di vendetta lanciati da Mestre Raimundo non saranno più ripresi nel resto della saga. Anche dell’ipoteca del Piper non sarà più fatta menzione.

Agguato al “Victoria” (n.369-370)


Questa parte, lunga 177 pagine, è affidata graficamente a Roberto Diso.
Mister No, affiancato dall’amico e collega Ulisses Ribeira (mai conosciuto in precedenza dai lettori), progetta e compie la sua vendetta nei confronti del contrabbandiere Abacaxi, con cui aveva avuto uno scontro nel n.364.
Si rivede Awave, capo degli indios Caripuna incontrato nel classico “La ferrovia dei dannati” (n.110-113). Rispetto a quella precedente apparizione, la tribù ha perso l’antica fierezza e vive in un’autentica bidonville ai margini di un villaggio di cercatori d’oro.
Moreno Galindez, chiamato dalla mafia colombiana a prendere il posto di Abacaxi a Porto Velho al termine del n.370, ha l’ordine di eliminare Mister No e Ulisses. Della questione tuttavia non viene raccontato altro nel resto della storia di Nolitta, né si rivedrà Moreno. Gli sviluppi di questa sottotrama saranno narrati nello speciale 17.

La foresta brucia! (n.371-373)


Questa parte, lunga 286 pagine, è illustrata per le prime 150 tavole dalla coppia Fabrizio Busticchi & Luana Paesani, per le successive 96 da Roberto Diso e per le ultime 40 da Stefano & Domenico Di Vitto.
Mister No arriva a Castanheira nella regione dell’Acre (un angolo dell’Amazzonia al confine tra Perù e Bolivia), dove ritrova Esse-Esse e rimane coinvolto nella lotta tra i seringueiros (raccoglitori di gomma) e i grandi proprietari terrieri (che vogliono abbattere la foresta tropicale e trasformarla in pascoli per il bestiame), tra attentati, omicidi, documenti contraffatti ed espropri con l’inganno.
Il n.373 ha 4 pagine a fumetti in più.
Come esplicitato nella rubrica di posta del n.373, con il personaggio di Celina Camargo, la sfortunata compagna di Esse-Esse, Sergio Bonelli ha voluto rendere omaggio al sindacalista Chico Mendes, difensore della foresta amazzonica e morto assassinato.
Nel n.373 Esse-Esse e Rudy Webber, suo ex-commiltone a capo del servizio di sicurezza della Burgama, ricordano un episodio della seconda guerra mondiale (per la precisione, del 7 giugno 1944) in cui Kruger salvò la vita al suo camerata. Poche pagine dopo, Esse-Esse ucciderà Rudy, reo d’avere ucciso l’avvocato Meurisse, proprio con la lampada preferita dello sfortunato francese e che aveva consentito a Esse-Esse di smascherare Rudy, avendola quest’ultimo presa dal luogo del delitto.

La festa è finita (n.374)


Questo intermezzo, lungo 84 pagine e disegnato dai fratelli Di Vitto, è dedicato all’addio di Esse-Esse a Manaus. Il tedesco si trasferisce nella località sciistica argentina di San Carlos de Bariloche per gestire l’albergo “Il bel Danubio Blu” di cui è diventato socio.
Durante la sua festa d’addio Esse-Esse rimane inguaiato per una rissa con alcuni militari ubriachi. Per toglierlo dalla prigione, Mister No accetta di aiutare i militari nella vicenda che si apre subito dopo la partenza del tedesco.
Pag.37-38, dalla conversazione tra Jerry e Esse-Esse si apprende che gli esecutori materiali dell’assassinio di Celina (n.373) sono stati arrestati dal cap. Pinto.
Pag.76-78, Mister No parla per la prima volta di Rurrenabaque (piccolo villaggio in Bolivia) come del posto in cui andrà a vivere quando deciderà di lasciare Manaus, come puntualmente farà nel n.379.

Alla ricerca di Kamanau (n.374-378)


Il più lungo blocco della saga di Nolitta, di ben 367 pagine, è disegnato sempre dagli inossidabili fratelli Di Vitto. Mister No ricerca Kamanau, capo degli indios Waimiri-Atroari, per lo “scambio di favori” voluto dai militari per la liberazione di Esse-Esse. Il compito della missione guidata da Mister No è convincere l’anziano capo ad incontrare le autorità militari per consentire il passaggio di una nuova strada asfaltata attraverso la riserva degli indios, la BR174, per collegare Manaus a Boa Vista.
Una missione analoga a quella di Mister No fu intrapresa da padre Giovanni Calleri, giovane missionario italiano che guidava una spedizione composta da otto uomini e due donne con l’obiettivo di contattare i capi che si opponevano al passaggio della strada. La spedizione venne massacrata il 28 ottobre 1968 nel territorio dei Waimiri-Atroari in circostanze rimaste oscure. A questo episodio storico si fa riferimento, oltre alla posta del n.376, anche a pag.96 del n.374.
Nell’episodio si parla anche degli imbrogli e della corruzione nell’organizzazione chiamata S.P.I. che si occupava del Servizio di Protezione degli Indios, smantellata nel 1967 e sostituita dal FUNAI, e della competizione tra le missioni religiose di varia origine e profilerate nei vari angoli d’Amazzonia per convertire gli indios.
L’ingegnere Sebastiào Marinho ha le fattezze dell’attore Telly Savalas, il celebre Kojak televisivo ma anche interprete di film leggendari come “Quella sporca dozzina” (The dirty dozen) nonché avversario di James Bond, come capo della Spectre, in “Al servizio segreto di sua Maestà” (On Her Majesty’s Secret Service).

Black Lagoon (n.378-379)

In questo breve intermezzo, di appena 49 pagine e disegnato ancora dai Di Vitto, Mister No conduce un suo cliente all’originale bar “The creature” in cui ogni sera viene rievocata una famosa scena del film “Il mostro della laguna nera” (Creature from the Black Lagoon). La serata si chiuderà tragicamente con una rapina improvvisata da alcuni poveracci.

Una nuova vita (n.379)

Le ultime 84 pagine della serie, disegnate da Roberto Diso, si svolgono in prevalenza durante l’ultima notte di Mister No a Manaus (il 30 novembre 1971). Un finale in cui è assente qualsiasi trama avventurosa e che narra il lento distacco di Jerry dalla sua città adottiva.
Per l’occasione si rivede Dana Winter, il simpatico cantante e suonatore jazz alla terza apparizione nella serie regolare (dopo “Rio Negro”, n.12-15 e “Musica maestro!”, n.196-198). Sulle note di “My funny Valentine”, Jerry saluta tutti e se ne va.
Jerry dona a Jacira un orologio che dice d’avere comprato personalmente a Ginevra, un luogo in cui non l’abbiamo mai visto in azione ma in cui può essersi recato nei periodi di “buco” temporale della sua biografia.

Mister No (o meglio, Guido Nolitta) pare non prendersi troppo sul serio in quest’ultimo albo: Mister No sbaglia il giorno della sua festa d’addio (arriva in anticipo di un giorno), sbaglia ogni volta (probabilmente apposta) il nome della sua amica e si addormenta nel Piper senza riuscire a vedere il sorgere del sole del giorno della sua partenza da Manaus.
Dopo la partenza da Manaus Jerry fa una misteriosa sosta a Porto Velho per sistemare una faccenda non meglio precisata.
Jerry si trasferisce nella sonnolenta Rurrenabaque, in Bolivia, come aveva già preannunciato nel n.374. Là trova ad accoglierlo Esse-Esse, già stancatosi dell’albergo “Il bel Danubio Blu”, del quale ha liquidato la sua quota appena saputo della partenza dell’amico.
Il Tucano, voce narrante di questa saga e interprete dello spirito dell’Amazzonia, nelle ultime due pagine viene sbranato da un caimano. È un finale fortemente simbolico.

Articolo precedente

Mister No, il lungo addio di Guido Nolitta

Prossimo Articolo

Odino Buzzi ovvero Dino Buzzati a fumetti

Ultimi Articoli Blog

Steve Vandam

Steve Vandam. La ristampa del poliziesco firmato dal duo Sclavi-Alessandrini…