Mister No, il lungo addio di Guido Nolitta

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Per concludere degnamente una serie di nostri articoli su Mister No, iniziata con il quiz a lui dedicato e proseguita con l’analisi di una delle sue migliori avventure e con un altro articolo di questa rubrica dedicata al nuovo corso che portò Jerry Drake a New York a vent’anni dalla sua apparizione in edicola, recuperiamo questo articolo collettivo che avevamo pubblicato dopo la conclusione della serie mensile, avvenuta a fine 2006 dopo una lunghissima storia – 16 albi – dell’editore e creatore del personaggio, Sergio Bonelli-Guido Nolitta (non dimenticate inoltre di leggere la guida alla lettura in cui tali albi vengono analizzati più in dettaglio).

Mister No n.364-379. Riflessioni sull’epopea di Nolitta con cui Mister No si è congedato dai lettori

“Un tipo simpatico e un po’ stravagante,
eccezionale protagonista di meravigliose avventure”

Con queste parole Mister No, alias Jerry Drake, veniva annunciato nella primavera del 1975.
E sin da quelle prime, buffe immagini pubblicitarie che i lettori di western bonelliani trovarono in mezzo alle pagine a fumetti, era in forte evidenza la carica di originalità del personaggio, autentico spartiacque nell’evoluzione delle testate di quella che sarebbe diventata la Sergio Bonelli Editore tracciando, di fatto, la rotta per figure come Martin Mystère o Dylan Dog, molto diverse dal classico eroe tutto d’un pezzo.

Ate’ logo, rapaz

Lo scenario delle storie di Mister No, innanzitutto, andava a spezzare la regola del western in cui si muovevano i protagonisti di allora, da Tex a Zagor, dal Comandante Mark al Piccolo Ranger, spostandosi nell’originale, evocativa e suggestiva cornice della foresta amazzonica e del Sudamerica in generale. Il contesto storico, gli anni Cinquanta del ventesimo secolo, era poi quasi “contemporaneo” a quello dei lettori.

Questioni temporali e di locations a parte, è soprattutto nella caratterizzazione del protagonista che si racchiude la forte innovazione di questa serie. Mister No è il primo anti-eroe della casa editrice, vale a dire una persona che di mestiere non si occupa di riparare i torti o che, in nome di qualche missione che ha scelto di intraprendere, ha dedicato la sua vita alla giustizia. Ricco di pregi, difetti e contraddizioni, è una figura realistica ed umana che subisce sconfitte e ne esce con il sorriso sulle labbra, che ha rigettato lo stile di vita del successo e del denaro che, dopo la seconda guerra mondiale, si stava imponendo nel suo paese d’origine e che si riconosce in pochi ma essenziali valori, tra cui l’amicizia e l’importanza di agire nel giusto.

Un’altra importante caratteristica del personaggio che fa da rottura con il passato è il rapporto con le donne. Se Tex è fedele alla memoria di Lylith e non guarda in faccia altre donne, Zagor ha una nuova storia d’amore ogni decennio mentre Mark e Kit Teller vivono platoniche storie d’amore con le eterne fidanzate Betty e Claretta, Mister No non trascura affatto Venere ed è un incallito rubacuori, non sempre onesto con il gentil sesso. E anche Bacco rientra le sue passioni: Mister No è un forte bevitore, spesso ubriaco e coinvolto in risse, malvisto dalle forze dell’ordine ma tutto all’insegna della leggerezza, spensieratezza e goliardia, in un periodo in cui c’era minore consapevolezza nell’opinione pubblica e meno pressioni dei media sull’alcolismo. Questa caratteristica sarebbe poi stata molto stemperata negli anni più recenti della serie e, in omaggio al politicamente corretto, si sarebbe giunti all’inversione dei termini, presentando all’epoca del “nuovo corso” un Mister No abbruttito dall’alcool.

La serie mensile di Mister No è terminata nel dicembre 2006 dopo un lungo periodo di “medioevo narrativo” legato all’infelice rapporto tra gli autori che si sono succeduti a Nolitta e il contesto amazzonico, saltuariamente interrotto da brillanti storie isolate o cicli al di fuori della grande foresta pluviale (come l’eccellente trasferta africana o la coraggiosa saga di New York). Dopo il ritorno “definitivo” in Brasile gli autori hanno cucito addosso a Jerry una Manaus più precisa dal punto di vista scenografico e con nuovi comprimari fissi, ma senza una vera progettualità. La saga di Mister No si è così spenta lentamente e stancamente, e neppure una nuova trasferta (in Asia) le ha restituito vigore.

Ma non intendiamo, con questo articolo, disquisire sui perché e per come la serie ha chiuso, come si fa con i “coccodrilli”, anche perché quello che già si scriveva dieci anni fa sulla salute della serie ha mantenuto, purtroppo, la sua attualità. Vogliamo tornare con la mente, invece, in questi giorni in cui il pilota nordamericano torna in edicola con uno speciale inedito ed una nuova ristampa targata Edizioni If, alla monumentale saga scritta da Sergio Bonelli-Guido Nolitta con cui la serie regolare di Mister No si è congedata dai suoi lettori.

Un “lungo addio” fortemente documentato e simbolico, in cui la “morte” dell’Amazzonia come terra dell’Avventura, sottoposta ad una politica economica di sfruttamento intensivo, si accompagna alla “morte” (editoriale) del personaggio, incapace (almeno per la visione di Bonelli) di trovare una nuova collocazione al di fuori di essa e di avere esaurito gli elementi di interesse.

Mister No chiude…
di Massimo Cappelli

Mister No chiude dopo 31 anni di permanenza ininterrotta nelle edicole italiane, dopo 379 albi mensili, 15 speciali, 2 maxi, varie storie fuori serie tra Almanacchi dell’avventura e storie brevi pubblicate anche al di fuori della casa editrice, senza dimenticare la riedizione dei 77 numeri di Tutto Mister No e le ristampe con vario formato tra albi cartonati e colletareli di Repubblica. Mister No chiude dopo aver solcato i cieli del Sud America e dell’Indocina, aver vagabondato per gli Stati Uniti e l’Africa e attraversato tutti i sentieri e i torrenti dell’Amazzonia. Mister No chiude dopo innumerevoli fidanzate, colossali sbronze e inverosimili scazzottate, portandosi dietro le sue contraddizioni e le sue scelte da imperfetto bastian contrario, idealista e anticonformista.

Mister No chiude dopo aver tenuto a battesimo gran parte dei migliori sceneggiatori bonelliani: Castelli nel 1977, Missaglia nel 1978, Nizzi e Sclavi nel 1982, Capone e Ongaro nel 1986, Colombo e Boselli nel 1993, tutti poi “emigrati” su altre serie.

Mister No chiude a causa di un calo ormai cronico delle vendite, e a causa dell’incapacità degli autori di trovare nuovi stimoli negli scenari amazzonici, nell’epoca storica e nella caratterizzazione del personaggio.

Mister No chiude… però chiude con il botto come da par suo, con una storia lunghissima – addirittura 16 albi – scritta dal suo creatore Sergio Bonelli (con il consueto pseudonimo Guido Nolitta) e illustrata dai migliori disegnatori della saga, alcuni lontani dal personaggio da più di 10 anni.

Mister No chiude con una storia ambientata tra il 1969 e il 1971 in cui l’autore-editore, descrivendo le contraddizioni e gli stravolgimenti in atto in Brasile, tira anche le fila dei tanti argomenti affrontati, non solo durante le avventure del pilota nordamericano, ma anche nel dialogo diretto intrattenuto con i lettori nella Posta di Mister No, che ogni mese apriva l’albo in edicola: la deforestazione, gli usi e i costumi degli abitanti della foresta amazzonica tra seringueiros e madeireiros, la sopravvivenza degli indios e le politiche nazionali atte a preservarli, le congregazioni religiose e il cinema degli anni Cinquanta.
Mister No chiude ma Bonelli-Nolitta è capace di farci rivivere le emozioni del passato, con i suoi intermezzi umoristici, la narrazione imperniata sul protagonista, l’alternarsi di notazioni geo-socio-antropologiche e dell’avventura più classica, i dialoghi scoppiettanti e i momenti di lirismo, dandoci la possibilità di rivedere molti volti conosciuti: l’agente di viaggio Coen, consueto introduttore delle storie epocali, lo jangadeiro Stelio, il fedele barista Paulo Adolfo, le tre garotas, l’ostinato sergente Oliveira, il meccanico dell’aereoporto Joao, il pianista Dana Winter e l’amico di sempre Esse-Esse.

Mister No chiude… ma un momento… voci confermate danno per sicuro uno speciale n.16 per Bonelli editore, e l’inizio della ristampa delle Edizioni If con tanto di apparato redazionale di approfondimento… come dire: Mister No chiude… ma l’avventura continua!

Grazie Sergio, non ti odieremo mai abbastanza
di Vincenzo Oliva

Le avventure di Jerry Drake sono finite da alcuni mesi; ve ne saranno altre, ma nessuno crede che potranno davvero rappresentare una continuazione, o anche soltanto una ripresa: Mister No ha chiuso. Non è facile riprendere il filo di riflessioni fatte quando ancora l’ultima sequenza narrativa – il finale nolittiano – era in pieno svolgimento da una decina di albi, avendo perciò già dispiegato e mostrato la sostanza del suo potenziale.

Tant’è.

Recuperando quelle riflessioni..

Questa storia mi sta facendo incazzare. Perché è splendida: fluviale, intensa, ricchissima di umanità, di avventura pura, di spunti di riflessione, di tristezza malinconica, di personaggi vivi e vividi, quelli commoventi come quelli laidi. Perché questa storia riporta sulla scena il Mister No più autentico, quello provato da mille vicissitudini eppure mai domo, quello che ha cambiato il fumetto seriale da edicola dimostrando quale profondità potesse raggiungere la leggerezza, quale complessità umana potesse nascondersi dietro la vita senza pensieri apparenti di un avventuriero sciupafemmine. Quel personaggio modernissimo, new global nel cuore e nei fatti – d’istinto, per istinto di giustizia – prima che in una qualsiasi scelta meditata. Prima, molto prima che tutto ciò fosse fenomeno di massa.

Mi sta facendo incazzare perché questo personaggio era stato lasciato ingrigire, inaridirsi, in una serie di storie prive di ispirazione, di nerbo, storie annoiate dove la noia primaria era quella dei suoi autori; storie che fornivano il solito alibi, al solito falso come una moneta di cioccolata: cosa volete che abbia più da dire dopo trent’anni (per altri saranno venti, per altri ancora cinquanta o sessanta)?
Ed ecco cosa ha (aveva :-/ ) da dire Mister No oggi. Basta leggere questa storia, i suoi drammi umani e sociali che ci scaraventano dritti agli albori di quella rivoluzione umana e sociale che stiamo vivendo; i drammi privati dei singoli che li vivono, li respirano, li soffrono, gli eroismi degli uni e le piccinerie degli altri. Il senso di questa storia è nell’avventura matura e complessa che essa racconta, avventura classicissima e modernissima, orchestrata con senso del ritmo perfetto, dosando pause e accelerazioni, scavando nei personaggi e lasciandoli liberi semplicemente di mostrarsi attraverso le loro azioni.

Questo racconto che vorremmo infinito ci restituisce completo il senso profondo del narrare, esplorandone ogni piega, ogni possibilità, al servizio di – e servito da – un protagonista che come nessuno è in grado di farsi ritratto delle inquietudini, delle paure dell’uomo, e della sua capacità di superare le seconde affrontando con spirito positivo le prime, con il coraggio di pagare sulla propria pelle le inevitabili sconfitte che il pragmatismo del mondo esterno impone agli idealisti.

In realtà non c’è nulla di fondamentale da aggiungere: gli albi finali hanno ulteriormente sottolineato la grande forza narrativa e la modernità di un personaggio iconoclasta e sopra le righe; un uomo incapace di piegarsi alle convenzioni e sempre teso a oltrepassarle. Per ribellismo e amore della verità; per gli occhi di una donna o per la stretta di mano di un amico. Fino a un ultimo albo che è un fluire di malinconia e dolcezza, un precipitato della scrittura libera e anarchica e profondamente romantica di Guido Nolitta, creatore fino all’ultimo di personaggi che palpitano vita e soffrono amore. Un’ultima bottiglia di cachaça scolata al ricordo di una Manaus e un Brasile che non ci sono più. Ma anche a una Manaus e un Brasile letterari che avevano ancora infinite cose da dirci, ma che l’insipienza è riuscita a tacitare.
Grazie Sergio per questa ultima storia; non ti odieremo mai abbastanza per aver lasciato che uno dei personaggi più belli della storia del fumetto si riducesse al lumicino.

La Redazione

La redazione può esistere o non esistere, ma non potrete mai verificarlo! Il gatto di Schrödinger ci spiccia casa!

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