Tex Willer n.74-76 – La guerra dei Piutes

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La copertina del n.74 con in evidenza Kit Carson, il vero protagonista di questo primo albo. Disegni di Maurizio Dotti

Nei numeri 74-75-76, la saga del giovane Willer arriva a toccare un altro evento storico realmente accaduto: la guerra dei Piutes. Siamo nel 1860 e la miccia che fece scatenare il pandemonio, soprannominato poi “Pyramid Lake War”, fu il rapimento di due giovani indiane (appartenenti alla tribù dei Piutes, appunto) ad opera di due cacciatori bianchi. Gli schieramenti contrapposti in questo terribile scontro saranno i Piutes da una parte e i volontari di Virginia City dall’altra.

Il primo albo della trilogia (La guerra dei Piutes) parte da un soggetto e sceneggiatura interamente inediti di Mauro Boselli, il quale apre il sipario nel Pony Express dei fratelli Williams. E qui ci fermiamo un attimo, proprio all’inizio della storia in cui il classico metodo “boselliano” rischia di appesantire un po’ – a parere di chi scrive – la spiegazione del funzionamento del Pony Express in quel 1860: si ha un’interazione tra sei personaggi, tra cui i fratelli Williams, e tutti e sei, in un ordine perfetto (forse un po’ troppo perfetto) vanno a spiegare il percorso del Pony Express. Forse in apertura sarebbe stata un po’ più efficace una maggior fluidità di narrazione, meno meccanica. Proprio questo aspetto ha tenuto banco in alcuni forum dedicati a Tex dove, come alternativa alle “spiegazioni un po’ troppo macchinose”, si è proposto l’uso di una mappa esplicativa un po’ più interessante per il lettore odierno. Ci sta, poteva essere una soluzione.

Tornando al n.74, è proprio alla stazione di posta dei fratelli Williams che la presenza di due giovani indiane non passa inosservata: insieme, infatti, ai Williams e soci ci sono anche due cacciatori che alloggiano lì per poco tempo, i quali hanno catturato le giovani indiane riconosciute da tale Collins, la cui moglie uccisa era anch’essa della tribù dei Piutes. Il momento in cui Collins vede le due indiane – da sottolineare che Collins stesso ha avuto due figli dalla moglie “squaw” – è ben rappresentato da Marco Ghion, disegnatore di questo trittico di numeri che ben si destreggia nel dosaggio di chiaroscuri e nella sinuosità del tratto.

Queste due giovani indiane sono le nipoti di Hakoto, vecchio capo del villaggio piute dove Collins si reca a rivelare la notizia, mettendo però ben in evidenza che i fratelli Williams e tutti i Pony Express della stazione di posta sono estranei alla loro cattura (tant’è che saranno loro stessi ad impegnarsi a far sloggiare i due cacciatori autori del rapimento). Ma ciò non basta: infatti il giovane Piute  Mogoannoga – ribelle e vendicativo nei confronti dei bianchi – non vuole perdere tempo in futili distinzioni: i bianchi devono essere tolti di mezzo, nessuno escluso. La miccia per la guerra è ormai accesa.

L’arrivo di Carson a Virginia City

Kit Carson entra in scena ed è lui il protagonista principale di questa prima parte, arrivando in soccorso di ciò che rimane della William Station. Prese le informazioni di James Williams sulla presenza delle giovani indiane viste da Collins e seppelliti i fratelli Williams, tocca a Carson dare l’allarme alle stazioni di posta più vicine, dato il folle odio del guerrafondaio Piute e del suo gruppo di guerriglieri, mentre fino a quel momento la guerra non era scoppiata grazie alla lungimiranza del gran Sakem dei Piutes, Numaga.

L’espansione della rivolta dei Piutes è ben rappresentata dalle prime pagine del n.75 (Sulla pista del Pony Express). Numaga ha riunito tutte le tribù dei Piutes e in un paio di tavole (una a pag.10 e l’altra a pag.12) Ghion rende bene l’idea dell’inferiorità numerica che si trovano ad affrontare i volontari di Virginia City proprio all’inizio della seconda parte di questa trilogia.

Confronto impari tra gli indiani Piutes riuniti e la manciata di volontari di Virginia City

Con questo secondo episodio e anche con il terzo e ultimo della trilogia (il n.76, La collera di Wabinoga), Boselli va a creare un remake con una delle primissime storie di Tex scritte da Gianluigi Bonelli. Infatti, tra la missione di Kit Carson – consistente nel mettere in guardia i vari Pony Express sparsi per la regione – ritroviamo anche Tex Willer (che nel n.74 è apparso in pochissime pagine) a Silver City, alle prese con i razziatori della banda di Kid Billy: ecco qui il rimando ad una storia di poco più di sessanta pagine di Bonelli disegnata da Galep. È in questa storia che Kit Carson e Tex Willer collaborano insieme per la prima volta – e infatti è proprio qui il punto d’incontro tra il soggetto di Boselli e quello precedente di Bonelli, che vanno ad amalgamarsi (in maniera perfetta, va detto) man mano che procedono le pagine del n.75.

Nel salvare alcuni Pony Express – tra cui il solitario Bob Haslam – dalla furia della parte più fondamentalista dei Piutes, Carson si batte in uno scontro contro alcuni di loro e alla fine uccide Taugu, figlio dello sciamano Wabinoga: fatto determinante che scatenerà ancora di più le ire dei Piutes, con Wabinoga a giurare vendetta verso Carson.

I cambi di narrazione e di scenario sono ben posti: come quello a pag.47 del n.75, in cui vediamo il piano di Kit Carson già in fase avanzata: farsi assumere da una mandria diretta ad una delle tante città minerarie, per poi lavorare dall’interno per la banda di Kid Billy. Un po’ macchinosi e sempre “fuori dal tempo” alcuni passaggi di dialogo tra Carson (alias Clint Warson, questo il nome sotto copertura) e l’informatore della banda di Kid Billy, tale Burton. Le botte e risposte tra i due avvengono tra pag.47 e pag.51 dell’albo, in puro stile boselliano.

L’ira di Wabinoga

L’incontro però tra Carson e Kid Billy non avviene subito: sarà infatti il boss in persona a voler “conoscere” il nuovo cowboy, già però a conoscenza – grazie ai giusti informatori – del fatto che si tratta in realtà del ranger Kit Carson. Eccolo qui l’inghippo che vede, nelle ultime pagine di questo secondo capitolo, Carson prigioniero della banda di Kid Billy, collaboratrice in affari proprio con i piutes di Wabinoga, con quest’ultimo assetato di vendetta proprio contro il nuovo prigioniero.

La resa dei conti avviene con il n.76 (“La collera di Wabinoga”), in cui il soggetto di Bonelli va ad integrarsi con quello di Boselli e con la sua nuova sceneggiatura. A pag.21 dell’albo, ecco che i destini dei due futuri pards si uniscono e da questo momento in poi, quasi sempre, saranno due destini condivisi insieme.

Giunto a conoscenza del piano di Kid Billy di tenersi prigioniero Carson (in attesa di lasciarlo alle torture dello sciamano piute e voglioso di intascare una cospicua ricompensa), Tex entra in scena nella grotta dove il ranger è tenuto prigioniero e, in poche tavole, toglie di mezzo Kid Billy e una parte di componenti della sua banda di razziatori. I disegni di Ghion in questa sequenza propongono il suo stile raffinato e allo stesso tempo semplice (ricordiamolo: prevalentemente in digitale), in linea con una serie che va incontro alle tipiche storie iniziali di Tex in cui la dicotomia tra velocità ed azione la faceva da padrona.

L’entrata in scena di Tex nella grotta piute dove si trova prigioniero Kit Carson

Che esito ha, a questo punto, la vendetta di Wabinoga visto che Carson è adesso sfuggito alle sue grinfie? Qui la storia di Boselli si arricchisce anche di un pizzico di nostalgia: sì, perché i due pards sono finalmente insieme e si presentano uniti nel villaggio piute a farsi dare il benvenuto da Wabinoga e company, dando qui avvio come dicevamo al mito del loro sodalizio (anche se siamo in un remake).

A pag.47 di questo terzo e ultimo capitolo vi è un’ottima terza vignetta centrale che va ad occupare quasi i tre quarti della pagina (sormontata da altre due vignette di formato classico), con la tensione e l’attesa percepibili alla vista: il villaggio è immerso nell’oscurità della notte, solo la luce di un fuoco acceso illumina il panorama circostante. Tex è di spalle, rannicchiato su un terrazzino in pietra che sovrasta la scena, in attesa di dare il benservito agli indiani invasati (un classico, per chi conosce le dinamiche delle storie texiane).

Inseguimento nella foresta

Alla fine vengono liberati anche gli altri due prigionieri: uno di loro è Collins, colui che all’inizio di questa trilogia aveva spifferato ai capi Piutes la presenza delle giovani indiane alla Williams Station (ecco come i tasselli vanno perfettamente ad unirsi).

Tirando le somme, tra un inseguimento nei boschi  e qualche pistolettata, alla fine la missione riesce e nonostante qualche dialogo di troppo – come abbiamo visto, nell’arco dei tre numeri qualche momento troppo “didascalico” c’è stato – il lavoro certosino di Boselli nel riadattare una vecchia storia con spunti nuovi (una procedura che ormai da diversi numeri sta accompagnando i lettori della serie) riesce piuttosto bene.

Il fatto di incontrare le storie già scritte da Bonelli è un elemento che era evidente fin da quando questa serie venne progettata con il primo numero, della serie: “prima o poi doveva accadere”. Un compito non facile, ovvio. Ma i prodotti risultanti vanno a dare una lettura e un approfondimento diverso a vicende che nel passato di Tex erano state solamente sfiorate da Gianluigi Bonelli: e fino ad ora i risultati non sono stati malvagi, tutt’altro. Lo avevamo visto recentemente quando è stata toccata La mano rossa (n.64 e 65 di Tex Willer) e adesso con il ripescaggio di Kid Billy.

 

 

Francesco Bertelli

Scrivo storie e mangio pane e fumetti

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