Il Decreto Caivano (decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123) è un decreto approvato per contrastare la criminalità giovanile ma anche l’abbandono scolastico. Si tratta di una misura per intervenire con urgenza sul fenomeno delle baby gang.
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I fumetti d’inchiesta che raccontano di storie, luoghi e persone che vogliono cambiare il mondo.
Quando Zerocalcare sbarca sulle pagine del settimanale Internazionale, non c’è nulla di bello da aspettarsi!
Chiarisco: non che i suoi fumetti siano brutti, anzi, ne abbiamo parlato sempre bene… ma il mio riferimento sta proprio nei contenuti più che sull’aspetto estetico. Perché quando Zero scrive e disegna 30/40 pagine lo fa per un solo scopo: denuncia sociale.
Ebbene, questa piccola storia dal poetico titolo La foresta contro il deserto (Internazionale 1603 – anno 32, 2025) porta con sé drammi, rancori, rabbia e voglia di riscatto rispetto ad un governo chiuso nei meandri delle proprie idee.
Molti anni fa, Michele Rech pubblicò una storia che parlava di un quartiere (con una copertina molto simile a questa), sempre su Internazionale: C’è un quartiere che resiste. Stavolta, invece, ci troviamo nella periferia est di Roma, nello specifico a Quarticciolo, poco distante da Rebibbia.
Il decreto Caivano di cui sopra – e legittimato dal governo Meloni – vorrebbe (sulla carta e nelle idee, perché sulla fattibilità non ci credono neanche loro) contenere la criminalità in alcuni quartieri e/o zone degradate d’Italia. La lista comprende: Rozzano (Milano), Orta Nova (Foggia), Rosarno (Reggio Calabria), Borgo Novo (Palermo), San Cristoforo (Catania) e, appunto, Quarticciolo come se, “aggiustati” questi luoghi, il resto delle città e dei paesi italiani siano belli e puliti e sicuri e aggiungerei anche profumati.
L’inchiesta di Zero si concentra sul quartiere romano affermando come la soluzione non sia così semplice come riportata su carta, ma per motivi che vanno oltre il semplice “facciamo pulizia” o “cacciamo le persone dalle case occupate”.
Di mezzo c’è un quartiere che negli anni è stato lasciato solo dalle istituzioni, generando così una forte delinquenza e la crescita dello spaccio di droga, soprattutto da parte di ragazzi molto giovani che non hanno famiglia né tantomeno sostegno sociale.
Come si dice: è più facile a dirsi che a farsi
Michele Rech, quindi, con il suo tocco crudo e irriverente dà letteralmente voce ai protagonisti, anzi, agli abitanti del luogo per far spiegare come e cosa si può fare per attuare una soluzione che non sia solo un rastrellamento in toto con dispiego di forze dell’ordine in stile G8.
Nel quartiere c’è gente che resiste e lotta da anni affinché gli stupefacenti non circolino più. Ma questo non basta se manca, in primis, l’aiuto della Polizia o dei Carabinieri. Gli zombie di cui parlano gli abitanti – e che Zero traduce meravigliosamente nella parte grafica – sono le persone sotto effetto di droghe pesanti, tanto da avere spesso i cosiddetti “down” e restare in attesa di una nuova dose.
C’è un quartiere che vive, che pulsa e che dà sostegno alle persone e ai bambini e alle bambine che ne hanno bisogno. Attraverso doposcuola, aiuto agli anziani, assistenza legale gratuita, volontariato di vario genere…
La denuncia portata avanti da Zero (e ovviamente anche da parte di tanti altri cittadini, comitati e associazioni) è un atto di grande impegno civile, sociale e politico. Più di quanto facciano la politica e i politici stessi.
Come dice lo stesso titolo della storia, bisogna creare una foresta contro il deserto affinché le leggi e le istituzioni possano attecchire in un contesto dal tessuto sociale così difficile. Bisogna partire dalle piccole e sostanziali attività che già sono presenti sul territorio e non solo stanziare una cifra come cinque milioni di euro per la costruzione di un centro sportivo. Questo atteggiamento non serve a nulla. Quanto meno non nella sua esclusività!
Se, invece, questi soldi fossero destinati a ristrutturazione di edifici, incremento delle attività sociali e commerciali, ripristino di luoghi di attività in disuso e – anche – un centro sportivo, allora sì che ci sarebbe un senso politico e voglia di cambiare.
Per far sì che il cambiamento si attui bisogna confrontarsi con chi il quartiere lo vive: solo così si può affrontare le varie vicissitudini e spazzare via droga e criminalità. Bisogna ragionare con la testa, ri-costruire con lungimiranza, non buttando i soldi pubblici a caso.
Il decreto Caivano nelle sue intenzioni può anche essere una soluzione giusta, ma nelle misure che lo consentono, senza abusi di potere e rispettando i diritti di tutti e di tutte le persone coinvolte.
Questa storia, oltre alla versione cartacea, può anche essere letta digitalmente e gratuitamente qui.
Inoltre consigliamo la visione del servizio di Diego “Zoro” Bianchi Roma, quartiere Quarticciolo: il reportage che ci porta all’interno della periferia romana per mostrarci una realtà che non è quella descritta dai politici. Perché in fondo, e anche e soprattutto nella realtà, lo scopo di questa rubrica è proprio quello di generare un senso di critica nel lettore e portarlo ad attivarsi, in un modo o nell’altro, nella denuncia sociale con diversi mezzi.
Leggi anche: Mai più! di Joe Sacco e Art Spiegelman
La foresta contro il deserto
di Zerocalcare
Internazionale (2025)
b/n, 40pg – Settimanale 4,50€