Persepolis: vivere la vita a Teheran

//
5 mins read

Quando ho lanciato questa rubrica, ormai quasi due anni fa, avevo già scelto una dozzina di albi di cui parlare e li avevo inclusi nella prima copertina… ma, tra aggiunte impreviste, alternanza di generi nella rubrica, programmazione delle altre mie rubriche ecc. ecc. ben quattro di quegli albi sono ancora, diciamo così, in “lista d’attesa”. Il buon proposito di questo 2025 è di aumentare la frequenza di pubblicazione per le mie storie Evergreen partendo proprio da quegli albi ancora in sospeso. E il primo sarà quello di cui si intravedeva soltanto un piccolo particolare, in alto a sinistra…



Marjane è una bambina di dieci anni che vive in Iran e che, dall’oggi al domani, vede cambiare tutto il suo mondo: lo Scià di Persia viene deposto dalla rivoluzione islamica, che ripristina una serie di regole politiche, culturali e religiose. Le università vengono chiuse, l’uso del velo diventa obbligatorio, l’ambasciata americana viene occupata, inizia la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein… Le vicende della Storia fanno da sfondo alla crescita della protagonista.
L’autobiografia di Marjane Satrapi – la prima fumettista iraniana di sempre – negli anni compresi tra il 1979 e il 1994, dalla sua infanzia vissuta in una famiglia liberale al periodo trascorso in Austria e al suo definitivo approdo in Francia. Originariamente pubblicata in quattro volumi all’inizio del terzo millennio, è diventata rapidamente un caso editoriale e un vero e proprio classico, poi adattato per il cinema.

 


[Il] lungo, appassionante racconto autobiografico di Marjane Satrapi si fa leggere tra lacrime di divertimento e di commozione. L’autrice alterna l’ironia alla tragedia, mostrando la meravigliosa sensibilità di chi sa raccontare se stesso con sincerità assoluta.

(Dalla presentazione in seconda di copertina)

Raccontare a trent’anni la propria vita, senza alcun filtro, può sembrare quanto meno pretenzioso. Ma quando, nel 2000, l’iraniana Marjane Satrapi (sbarcata da pochi anni in Francia) si avvale del supporto della casa editrice indipendente L’Association per dare alle stampe il primo volume di quello che diventerà la sua quadrilogia-capolavoro Persepolis, i lettori si entusiasmano per il punto di vista personale con cui l’autrice descrive vicende poco conosciute o dimenticate, risalenti a vent’anni prima: l’arrivo al potere dei fondamentalisti religiosi in un paese orientale – l’Iran di fine anni ’70 – fino a quel punto rinomato (pur se superficialmente) per laicità e modernismo. Si tratta di una vera e propria regressione / repressione: professori di scuola che peroravano, fino al giorno prima, il diritto divino dello Scià invitano i loro studenti a strapparne la foto dai libri, mentre guardiani della rivoluzione intransigenti dettano norme di comportamento e si scagliano contro le donne che non indossano correttamente il velo (ricorda qualcosa, 45 anni dopo?). Le prime due pagine di Persepolis dicono già tutto…

Per fortuna, la famiglia di Marjane è immune dall’oscurantismo dilagante che rende praticamente impossibile la vita a Teheran in quegli anni, cui si aggiunge la chiusura delle università (“è meglio non avere studenti piuttosto che educare futuri imperialisti”). La protagonista può quindi continuare, ancora per un poco, a “sognare” il suo futuro e a immaginarsi come una prossima profeta, oltre a “constatare come Dio e Marx si assomigliassero. Forse Marx era un po’ più riccio”…

Ma la realtà bussa prepotente alla porta, a causa del conflitto con lo scomodo “vicino” di sempre, l’Iraq di Saddam Hussein – e un bombardamento iracheno cui la famiglia Satrapi scampa miracolosamente apre definitivamente gli occhi a Marjane, sempre più insofferente verso le autorità religiose e scolastiche. La sua espulsione dalla scuola convince i genitori a farla partire per l’Austria, nel 1984: una decisione sofferta con cui si chiude il secondo albo della quadrilogia.
Marjane scoprirà presto, però, che il mondo occidentale non è un paradiso: il terzo albo è interamente dedicato ai cinque anni che trascorre in un ambiente ostile, in cui fatica a integrarsi – e non solo per la scarsa conoscenza iniziale della lingua. Si tratta di una vera e propria discesa agli inferi, cui la protagonista cerca di porre rimedio rientrando a Teheran (all’inizio dell’ultimo albo) senza però riuscirci, finché un maldestro tentativo di suicidio la fa finalmente reagire.

Ma se vivere a Teheran era difficile cinque anni prima, adesso – nonostante la fine del conflitto con l’Iraq – lo è ancora di più: pur ammessa alla scuola di arti grafiche grazie a un esaminatore “illuminato” che apprezza la sua sincerità, Marjane finirà per sposarsi in modo da (credere di) avere più libertà, salvo scoprire in pochissimo tempo che l’amato Reza è troppo diverso da lei. Per fortuna, il padre – lungimirante – aveva acconsentito al suo matrimonio prevedendo la possibilità di divorziare: così la protagonista potrà riprendersi la sua libertà e decidere di emigrare in Francia, stanca di doversi continuamente “nascondere” in un paese in cui anche una festa in una casa privata può provocare tragiche conseguenze se spuntano i guardiani della rivoluzione…

Persepolis è un capolavoro: e lo è tout court, non perché costituisce un pamphlet contro un regime totalitario e oscurantista. Lo è perché l’autrice tiene una sorta di diario che mostra la Storia attraverso la sua storia personale, senza tirate o spiegoni, con passaggi talvolta divertenti e sarcastici nonostante la gravità di alcune situazioni in cui si ritrova in prima persona. Soprattutto, la trama di Persepolis è imprevedibile: dopo i primi due libri ambientati a Teheran, il lettore non sa letteralmente cosa aspettarsi dal soggiorno in Austria e tanto meno dal rientro in patria, né sa come Marjane arriverà al “lieto fine” che mostra il suo addio all’Iran.
Per quanto riguarda i disegni, la scelta stilistica dell’autrice è molto particolare e non sono pochi i lettori che ho sentito lamentarsi dell’eccessiva “povertà” del suo tratto. Ma come faceva giustamente notare Vincenzo Oliva nella sua recensione dell’opera seconda della Satrapi, Taglia e cuci, i personaggi sono comunque espressivi senza alcun compiacimento grafico, con il segno posto al servizio della storia narrata: “semplicità ed essenzialità, secondo la lezione di David B. di cui la Satrapi ha saputo far tesoro”. Un punto di vista che condivido appieno, forse con l’unica riserva dei casi in cui vengono raffigurati personaggi che piangono (come nel “lieto fine” di cui parlavo): ma, nel complesso, l’abbinamento tra testi e disegni è talmente forte che non saprei immaginarmi la stessa storia disegnata in modo diverso – proprio come non saprei immaginarmi il Maus di Spiegelman disegnato con personaggi realistici al posto di topi, gatti e maiali.

Ripeto: un capolavoro.

La quadrilogia di Persepolis viene pubblicata in Francia tra il 2000 e il 2003, con cadenza annuale, dalla casa editrice indipendente L’Association e poi ristampata più volte sotto vari formati. Il successo è enorme e l’opera viene pubblicata in numerosi paesi, oltre a diventare – nel 2007 – un film diretto dalla stessa Satrapi insieme a Vincent Paronnaud.
La versione che consiglio fa parte del collaterale intitolato La Serie Oro di Repubblica, collana antologica dedicata a personaggi di vari generi di fumetto pubblicata tra il 2004 e 2005 a cura di Luca Raffaelli. Un piccolo appunto sul “sottotitolo”, come capitato in altri casi di questa Serie Oro (a partire dal volume dedicato a Mort Cinder): Storia di un’infanzia non mi sembra particolarmente adatto, poiché allude a una delimitazione temporale fuorviante – la protagonista ha 10 anni all’inizio della storia e sta entrando nell’adolescenza…
Nel 2013, Persepolis inaugura un altro collaterale, stavolta pubblicato dal Corriere della Sera, con editoriali di Paolo Interdonato: Graphic Journalism. Entrambe le versioni ristampano la traduzione pubblicata a suo tempo dalla Lizard in quattro volumi.

PERSEPOLIS
Testi & Disegni: Marjane Satrapi
In: La Serie Oro di Repubblica
Numero 37, 3 giugno 2005
Editoriali di Luca Raffaelli
Brossurato con alette, bianco & nero, 350 pagine

 

————————
EVERGREEN – tutti gli articoli
COLLATERALI IN EDICOLA – tutti gli articoli

Marco Gremignai

L'uomo che veniva da Peccioli

Articolo precedente

The Dark Side of Tex

Prossimo Articolo

I grandi enigmi di Martin Mystère n.20 “Il flauto di Pan”

Ultimi Articoli Blog