Claudio Lanzoni e Gianmarco Fumasoli confezionano questo racconto delicato ed etereo e lo affidano ai disegni di Francesco Dossena.
ATTENZIONE: questa recensione contiene spoiler.
La scelta del disegnatore è a tutti gli effetti l’aspetto migliore dell’albo. Dossena ha un tratto decisamente riconoscibile: il suo Dylan Dog è particolare e delicato, stilizzato in uno sguardo sofferente ed espressivamente complesso.
Le sue linee, quasi melliflue in alcune scelte, si adattano alla perfezione al mood del racconto. L’artista riesce così a dare ritmo alla scarsa intensità della prosa di Fumasoli con il pallore delle efebiche silhouettes di Dylan e Bianca. Il valzer crepuscolare disegnato da Dossena compensa quindi un racconto che, per quanto poetico e romantico, manca di emozionare e trasportare il lettore nel malinconico scorrere della vicenda.
Un albo delicato nelle intenzioni, ma quasi impalpabile nella realizzazione. Manca, nella dolcezza poetica della vicenda, quel trasporto e quella luce capaci di catturare il lettore e trascinarlo.
Egualmente lacunosa è la figura di Bianca, eccessivamente “svampita” e flebile per conquistare. Eppure, anche qui, il lavoro di Dossena sul personaggio e sulle inquadrature è eccelso.
Una storia ambiziosa dalla enormi potenzialità che però, purtroppo, si perde in eccessive evanescenze finendo per sbriciolarsi, a fine lettura, alla stessa maniera della sua protagonista.