I grandi enigmi di Martin Mystère n.15 “La sfera di cristallo” e “Il terzo occhio”

Martin Mystère ci porta in viaggio nelle profondità del Mato Grosso

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7/10

La storia di cui mi appresto a parlarvi ha quel sapore di surrealismo che tanto piace a molti lettori del mondo Bonelli. Nelle prime tavole de La sfera di cristallo ci troviamo di fronte ai disegni – molto belli – di Angelo Maria Ricci ma, soprattutto, abbiamo davanti una storia dai toni cupi che (molti anni dopo) potrebbe aver influenzato la scrittura di Tiziano Sclavi e le matite di Giampiero Casertano per la stupenda storia Memorie dall’invisibile. Vi consiglio di mettere a confronto le rispettive tavole per uno sguardo che delizierà i vostri occhi.

Detto ciò, la storia in questione, che continua ne Il terzo occhio (numeri 28-29 della serie regolare), vedrà un viaggio che porterà la compagnia del BVZM ad affrontare temi e situazioni che vanno, a tutti gli effetti, ai limiti della realtà. D’altronde, se Alfredo Castelli decise di inserire il titolo di “Detective dell’Impossibile”, un motivo ci sarà!
Cosa più importante, è che molte di queste storie non hanno sempre un risvolto simile ma, quando ciò capita, ce lo godiamo nella sua totale bellezza. E la storia merita.

Il racconto vede il buon Martin alle prese con alcuni esseri mysteriosi: un gatto e un’arpia, provenienti da un’ignota dimensione, e un assassino dotato di un “terzo occhio” che, tra l’altro, gli conferisce catastrofici poteri. Alleati del Detective dell’Impossibile una vecchietta (apparentemente defunta) e un gruppo di “scanners”, esseri umani dotati di straordinarie capacità mentali.
Nel tentativo di varcare l’ingresso con la dimensione parallela da cui proverrebbe l’assassino, Martin e Java giungono nel Mato Grosso, alla ricerca di un labirinto verticale posto sotto uno specchio d’acqua.
Meritevole la citazione e il legame con una parte della storia in cui Castelli decide di inserire le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 (anno dell’uscita dell’albo) per contestualizzare una parte di “presente” rispetto alla visione surreale dell’intera storia. Peraltro, il riferimento cade a pennello perché nel momento in cui scrivo queste righe sono appena terminate le Olimpiadi a Parigi 2024… con le prossime che si svolgeranno nuovamente a Los Angeles, nel 2028 🙂

Il gioco del tempo e dell’evasione dalla realtà, sotto diversi aspetti e misure, ci porta ancora una volta a confermare la grande lungimiranza dell’autore nel cercare di inserire spesso temi che toccano le corde del sociale, anche laddove il personaggio non abbia nessun legame con essi.
Angelo Maria Ricci si conferma un superbo disegnatore. In questi due numeri l’ho trovato investito di una grazia che risplende e ci attrae.

Nota a margine: questa edizione della IF presenta in ogni numero diverse pagine di approfondimenti antropologici e culturali, con redazionali spesso interessanti. È doveroso scriverlo per il lavoro che i curatori portano avanti mensilmente.

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Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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