Le avventure della Golden Age di Zagor ci stavano attirando sempre di più. Dopo le scorribande caraibiche in cerca del tesoro dell’Hispaniola, i nostri eroi erano tornati sul continente e il n.99 si era chiuso con un “prossimamente” da urlo: il n.100 sarebbe stato – come da tradizione bonelliana inaugurata da Tex – tutto a colori, con anche una trentina di pagine in più e soprattutto con il ritorno di uno dei personaggi più ambigui e attraenti dei primi anni di pubblicazioni zagoriane, Guitar Jim.
Una combinazione perfetta, insomma, per scatenare l’hype dei lettori (se fosse già esistito), che venne ulteriormente ingigantito da un particolare non secondario… Dov’era finito il n.100 di Zagor? Questa era la domanda che tutti ci ponevamo quando, praticamente ogni giorno di quell’ottobre 1973, passavamo dall’edicola e tornavamo desolantemente a casa a mani vuote: l’albo non era ancora uscito.
Dovemmo attendere fino a novembre per poter finalmente leggere quella storia attesissima, ma ne valse la pena: Nolitta & Ferri avevano creato una storia azzeccata, per quanto – tutto sommato – semplice e lineare, completamente fondata sull’ambiguità di cui parlavo qui sopra. Guitar Jim era solo un simpatico furfante, o aveva infine svelato il suo lato più “cattivo”?
Naturalmente c’era un motivo che spiegava il suo comportamento, come avremmo scoperto in un finale pieno di colpi di scena. Nel frattempo, però, avevamo avuto modo di apprezzare uno Zagor arrabbiato e vendicativo, pronto a gettarsi sulle tracce di Jim (e degli altri avventurieri cui si era unito) solo per fargli pagare il suo “tradimento” a suon di sganassoni. Uno Zagor “normale”, che cedeva all’ira come sarebbe probabilmente successo a tutti noi davanti al voltafaccia di un amico.
PS: quell’uscita “saltata” a ottobre, probabilmente dovuta a un ritardo di Ferri nel completamento dei disegni, resta a tutt’oggi l’unica eccezione alla frequenza mensile della collana.