Dopo quasi vent’anni, Martin Mystère riceve una lettera da suo padre depositata presso un notaio e che si trova fisicamente a Wall Street.
Inizia da qui un viaggio nei ricordi per portarci all’interno della vita di Martin e, con grande delicatezza, Castelli decide di “attivare” un lungo – seppur intervallato – flusso di coscienza, andando a ritroso e scavando (attraverso le parole di papà Mark) tutta una narrazione che inevitabilmente non può che parlarci della loro famiglia toccando, alle volte, una buona parte della nostra emotività.
Si citeranno momenti intimi e di rabbia, si paleserà l’infanzia di Martin e anche il rapporto travagliato con il padre. Ovviamente sarà presente anche la madre, Laura.
Già nella storia Orrore nello spazio si parlava di un segreto riguardante l’afferenza del papà di Martin con gli Uomini in Nero, e ora ne abbiamo la certezza. Ma anche qui, Castelli (alias Mark Mystère) ci lascia “viaggiare” con la mente, perché non esplicita in modo definitivo questa situazione, affermando che il suo ruolo è diverso da quello che sembra.
Ed è in questa storia che il BVZM scoprirà la causa e il modo in cui sono morti i suoi genitori.
L’altra storia, Il delitto di Martin Mystère (trovate la scheda sul nostro sito storico, dove potete leggere dettagli aggiuntivi in merito) è incastonata tra il n.27 e 28 della serie regolare e tocca – anch’essa – le corde più intime del detective. È molto forte la scena in cui si vede Martin uccidere il suo compagno d’avventure, decisamente inaspettata tanto che, per diverse pagine, ci porteranno a credere all’omicidio effettuato. Del resto, sappiamo benissimo che queste azioni vanno contro ogni ideologia di Martin e nel finale il registro della storia cambierà.
Entrambe le storie hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario del Detective dell’Impossibile che, d’ora in avanti, avrà piena certezza del futuro nonostante le condizioni del suo passato non siano state delle migliori.