I grandi enigmi di Martin Mystère n.14 “Incontri ravvicinati” e “Il delitto di Martin Mystère”

Due storie incentrate sul passato e sul presente di Martin Mystère

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7.5/10
Dopo 27 numeri abbiamo una storia che ci racconta della famiglia del nostro caro Detective dell’Impossibile: storia che si avvale di molti ricordi – come è giusto che sia – ma non contraddicendo affatto il presente in cui la storia viene narrata da Alfredo Castelli.
Dopo quasi vent’anni, Martin Mystère riceve una lettera da suo padre depositata presso un notaio e che si trova fisicamente a Wall Street.
Inizia da qui un viaggio nei ricordi per portarci all’interno della vita di Martin e, con grande delicatezza, Castelli decide di “attivare” un lungo – seppur intervallato – flusso di coscienza, andando a ritroso e scavando (attraverso le parole di papà Mark) tutta una narrazione che inevitabilmente non può che parlarci della loro famiglia toccando, alle volte, una buona parte della nostra emotività.
Si citeranno momenti intimi e di rabbia, si paleserà l’infanzia di Martin e anche il rapporto travagliato con il padre. Ovviamente sarà presente anche la madre, Laura.
Dal mio punto di vista si tratta di una delle migliori storie finora scritte da Castelli in questi primi 27 numeri dove, con sapienza, riesce a mettere insieme una struttura narrativa piena di avvenimenti: si passa dalle atmosfere inquietanti dei rituali aborigeni all’orrore per la caccia al Kundigas (che vedremo anche in séguito) sino alla commozione per la sorte di Mark e Laura Mystère.
In tutto questo non si tralascia di parlare degli “incontri ravvicinati” con entità extraterrestri, facendo un sunto sulla situazione in cui si trovava il padre rispetto alle ideologie degli Uomini in nero.
Già nella storia Orrore nello spazio si parlava di un segreto riguardante l’afferenza del papà di Martin con gli Uomini in Nero, e ora ne abbiamo la certezza. Ma anche qui, Castelli (alias Mark Mystère) ci lascia “viaggiare” con la mente, perché non esplicita in modo definitivo questa situazione, affermando che il suo ruolo è diverso da quello che sembra.
Ed è in questa storia che il BVZM scoprirà la causa e il modo in cui sono morti i suoi genitori.

L’altra storia, Il delitto di Martin Mystère (trovate la scheda sul nostro sito storico, dove potete leggere dettagli aggiuntivi in merito) è incastonata tra il n.27 e 28 della serie regolare e tocca – anch’essa – le corde più intime del detective. È molto forte la scena in cui si vede Martin uccidere il suo compagno d’avventure, decisamente inaspettata tanto che, per diverse pagine, ci porteranno a credere all’omicidio effettuato. Del resto, sappiamo benissimo che queste azioni vanno contro ogni ideologia di Martin e nel finale il registro della storia cambierà.

Entrambe le storie hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario del Detective dell’Impossibile che, d’ora in avanti, avrà piena certezza del futuro nonostante le condizioni del suo passato non siano state delle migliori.

Le storie sono disegnate rispettivamente da Giancarlo Alessandrini e Gaspare & Gaetano Cassaro. Tra le due prestazioni, il mio apprezzamento va al primo autore citato, molto più incisivo e pulito come tratto del disegno e, soprattutto, con una buona resa del b/n.
Curioso il fatto che la seconda storia, con tanto di titolo accattivante, non abbia mai avuto una copertina.
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Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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