È apparsa in libreria, la scorsa settimana, la nuova edizione del classico texiano Sulle piste del Nord di GL Bonelli & Ticci, con una copertina inedita di Claudio Villa.
Si tratta di un’operazione analoga a quella che aveva riportato in libreria, alcuni mesi fa, il classico di Nolitta & Ferri/Bignotti La marcia della disperazione, con una nuova edizione di un volume già edito a suo tempo: per Tex, la precedente versione (esaurita) risaliva “soltanto” al 2020.
In occasioni come queste, mi viene spontaneo pormi domande sulle scelte editoriali della SBE: d’accordo, la Golden Age di Zagor o gli anni ’70 di Tex costituiscono un serbatoio quasi inesauribile di ottime storie, ma non sarebbe il caso di variare un po’ e, pur restando in quella fascia temporale, scegliere storie che non sono già state pubblicate in volume, come ad esempio avverrà presto per i samurai a Darkwood?
E tuttavia, per questo classico texiano mi sento di fare un’eccezione: perché si tratta davvero di un capolavoro, che mi colpì profondamente quando lo lessi una cinquantina d’anni fa grazie soprattutto alle scene d’azione trascinanti, orchestrate perfettamente e disegnate magistralmente (a partire dalla sequenza in calce a questo articolo) da un Ticci che – come scriveva Michela Feltrin nella scheda dedicata a questa storia – “porta a compimento il processo di svecchiamento e di ristrutturazione dell’immagine di Tex e dei suoi pards iniziata a partire da Vendetta indiana”.
Tra le storie disegnate dal Maestro senese, Sulle piste del nord (conosciuta anche come La croce tragica, dal titolo interno iniziale nel n.121) si gioca un posto nel mio personalissimo podio, insieme a Massacro, Terra promessa e Il messaggio dei Dakotas. Un’avventura davvero indimenticabile, amatissima dagli appassionati texiani, che sicuramente – come me – condividono il giudizio di Michela: “i quattro protagonisti [sono] caratterizzati in maniera ineccepibile”.
La scheda della storia nella rubrica uBC Story