Tex – La croce tragica

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In occasione della nuova avventura ambientata in Canada, attualmente in edicola, recuperiamo dal database del nostro sito storico una delle avventure di Tex preferite dai lettori – nella scheda di Michela Feltrin – che ha meritato il massimo nel sistema di votazione di uBC.

La scheda originale (click per consultarla sul sito storico)
Trama

Per risolvere il mistero delle croci indiane, che con il loro tragico carico di morte scendono il corso del Wathaman River, il vecchio amico e capitano delle Giubbe Rosse Jim Brandon chiede l’aiuto di Tex e dei suoi pards. Dopo aver “ripulito un bel nido di serpenti” nell’apparentemente tranquilla cittadina di Winnipeg, Tex, Carson, Kit e Tiger si dirigono verso Forte Black, avamposto delle Giubbe Rosse nell’alto Saskatchewan: indiani in rivolta, trafficanti di armi, uno stregone ventriloquo e mille pericoli li attendono “sulle piste del Nord“.

Scheda tecnica

Pubblicazione originale
Tex 121, Dugan il bandito, novembre 1970: pagine 87-114
Tex 122, Sulle piste del Nord, dicembre 1970: pagine 5-114
Tex 123, Tamburi di guerra, gennaio 1971: pagine 5-114
Tex 124, Giubbe rosse, febbraio 1971: pagine 5-114
Autori
Testi (soggetto e sceneggiatura): Giovanni Luigi Bonelli
Disegni (matite e chine): Giovanni Ticci
Copertine: Aurelio Galleppini (Galep)
Valutazione di uBC
Soggetto: 7/7
Sceneggiatura: 7/7
Disegni: 7/7
Valutazione complessiva: 100%

Note e citazioni
  • La storia s’intitola La croce tragica, ma è conosciuta dai lettori con il titolo della copertina dell’albo n. 122, Sulle piste del nord. Con tale titolo verrà ristampata nel 1999 nell’Oscar Mondadori Best Sellers 950, contenente anche l’avventura L’oro del Colorado (sempre di G.L. Bonelli & Ticci) dalla quale viene tratta la copertina. Nel 2020 verrà nuovamente ristampata dalla Sergio Bonelli Editore in un elegante brossurato.
  • Insieme a Jim Brandon e alle Giubbe Rosse ritorna lo scenario del Grande Nord, che ai boschi, alle montagne rocciose, alle praterie e agli indiani delle “terre calde” sostituisce le foreste, le paludi e gli indiani delle “terre dei cento laghi“. Sin dalla prima avventura del 1951 ambientata nel Nord, dal titolo L’orma della paura, n. 11, è evidente l’influsso, in queste sceneggiature di G.L. Bonelli, dei romanzi di Jack London, del film North West Mounted Police (Giubbe Rosse, 1940) di Cecil B. De Mille e, probabilmente, di alcuni fumetti di notevole successo negli anni ’50, come King of the Royal Mounted, sceneggiato dal famoso romanziere Zane Grey.
  • Amatissima dagli appassionati di Tex, quest’avventura si segnala come una delle più texiane dell’intera saga: dall’intuizione/sensazione di Tiger (n. 122, pag. 21) alla richiesta di delazione al capitano del veliero (n. 124, pag. 113), è tutto un susseguirsi di sequenze caratterizzanti il comportamento di Tex & pards, la struttura delle storie e il mito del personaggio. Si pensi, ad esempio, all’interrogatorio di Tex a Vic (n. 122, pag. 27-32); all’espressione “Guardami le spalle, Kit!” pronunciata nel saloon prima del corpo a corpo (pag. 64); alla necessità di dare “un colpetto al borsellino” di Bonnet, dando fuoco ai suoi magazzini (pag. 99); alle precauzioni prese durante il viaggio (n. 123, da pag. 15) e al trucco apache di Tiger (pag. 76); al comportamento aggressivo e fiero di Kit, che minaccia e colpisce Sokami pur (o proprio) trovandosi vicino alla morte (n. 123, pag. 107-109); e molto, molto altro ancora.
  • La scena del salvataggio di Kit, con Tiger che si intrufola nel campo indiano, è stata riproposta da G.L. Bonelli, in modo pressoché identico, nell’albo n. 259 Sete di vendetta. Una versione più recente e “umanizzata” (con Tex al palo della tortura) è quella presentata da Claudio Nizzi nell’albo intitolato Nel campo nemico, n. 510.
  • Anche la sequenza dell’incidente verificatosi con i due damerini a bordo del treno (n. 122, pag. 14-17) ha la sua versione moderna, sempre a cura di Nizzi (n. 472, Testimoni d’accusa). Lo stesso dicasi per la scena in cui Tex minaccia l’indiano di bruciargli il “sacchetto della medicina” (n. 123, pag. 26-28), ripresa da Nizzi nel n. 509, Snake Bill.
  • In questa storia ha luogo una delle più grandi carneficine di indiani ad opera dei quattro pards, anche se il “mezzo migliaio” citato nella versione originale (pag. 27 del n. 124) viene ridotto a un “centinaio” a partire dall’edizione TuttoTex.
  • Come in altre avventure di Tex, la presenza di oro nel territorio indiano è la molla che dà il via al losco piano dei finti amici bianchi. Oro in grande quantità viene scambiato con centinaia di fucili nella folle speranza (per gli indiani) di scacciare i bianchi dai loro territori, e nella cinica convinzione (per i bianchi) di provocare la distruzione delle tribù indiane e di impossessarsi poi del loro oro e/o dei loro territori.
  • È con questa storia che, a nostro avviso, Giovanni Ticci porta a compimento il processo di svecchiamento e di ristrutturazione dell’immagine di Tex e dei suoi pards, iniziata a partire da Vendetta indiana, n. 91. I quattro protagonisti sono caratterizzati in maniera ineccepibile quanto a corporatura, posture, gestualità ed espressioni, ed è a questo modello che si ispireranno le successive generazioni di disegnatori texiani, come confermato, ad esempio, dal copertinista Claudio Villa. A questo processo di rinnovamento si accompagna un maggior realismo grafico, testimoniato dalle immagini suggestive e spettacolari dei paesaggi della regione dei cento laghi, dalle caratterizzazioni degli indiani delle tribù del Nord e dai curatissimi scenari cittadini di Winnipeg.
  • Sembra che Ticci abbia più volte affermato che non si trova a suo agio nel disegnare i personaggi femminili: in effetti le sue donne, pur avendo dei corpi perfetti, sembrano tutte “cattive”, forse a causa delle sopracciglia esageratamente arcuate e dello sguardo un po’ altezzoso. Tuttavia Madame Duchesne, classica maliarda navigata di non più giovane età, dallo sguardo fatale, che maneggia alternativamente sigarette col bocchino e doppiette, è perfetta in ogni minimo particolare.
  • A pag. 102 del n. 121, Jim dice che “Willer è un ranger del Texas che vive attualmente in una riserva Navajo“. Possiamo presumere che Tex, dopo aver più volte dato e ritirato le dimissioni da ranger, non sia già da tempo in “servizio attivo”, limitandosi ad agire di propria iniziativa e/o a rispondere alle richieste d’intervento di amici o ex-superiori.
  • La tavola iniziale, a pag. 87 del n. 121, ha subìto una sostanziale modifica a partire dall’edizione TuttoTex del 1985: la 2a e la 3a striscia sono state invertite rispetto all’originale della prima edizione. Come osserva Gianluigi Angeletti in Tex Index 101-200 (Inserto speciale del n. 23 di Fumetto – 1997), “il risultato non è positivo perché l’inversione delle due strisce altera la consequenzialità dell’azione, che trovava invece il giusto sviluppo nella pagina successiva“. Angeletti propone una versione interamente rimontata della tavola iniziale, ottenuta alternando le vignette e riposizionando alcune frasi, operazione che tiene conto sia del testo che dei disegni.
  • Tra gli altri interventi redazionali, operati a partire dall’edizione TuttoTex, ci preme segnalare quello eseguito a pag. 100-101, sempre del n. 121. Il dialogo tra Jim Brandon e il capitano Rusk sui misteriosi segni indiani scolpiti sulle croci viene sostituito dalle ipotesi di Jim, secondo il quale dietro i sacrifici umani si nasconderebbe “qualcosa di grosso e d’illegale” (si noti anche la modifica della postura di Jim nella 1a vignetta di pag. 101). In questo modo, l’intervento di Tex viene richiesto non perché “quel che non sa lui sugli indiani potrebbe esser scritto sull’unghia di un pollice e oltre a ciò è di un’audacia che rasenta la temerarietà“, ma semplicemente perché egli agisce “senza essere vincolato da leggi e regolamenti“. È certamente vero anche questo, ma è un peccato che sia stata eliminata la figura di Tex quale grande conoscitore dei popoli indiani e delle loro usanze.
  • Il n. 122, che appare in edicola nel dicembre 1970, contiene un manifesto gigante (cm 28 x 38) a colori di Tex, pubblicizzato anche da un annuncio posto sulla parte inferiore/destra della copertina. Le edizioni successive sono prive di manifesto e ciò spiega, almeno in parte, l’ingrandimento della figura di Tex e della pistola posta in primo piano e il diverso orientamento della stessa pistola, che va a “coprire” la pubblicità mancante.
  • Alle pag. 8 e 100 del n. 122 viene citato un certo Labourdine, un pezzo grosso della banda che dovrebbe essere in viaggio con Vic e Stan Jordan verso i territori indiani. Considerati tutti gli uomini presenti sul barcone, non sappiamo identificare a chi corrisponda questo nome, forse a un personaggio a cui G.L. Bonelli intendeva dare più spazio ma che poi ha dimenticato o lasciato lungo la strada.
  • Nella scena della prima sparatoria con i Fox (pag. 31-44 del n. 123) sembra che i pards percorrano centinaia di metri per tornare presso il loro campo, quando invece se ne sono allontanati di poco. Si osservino, in particolare, pag. 19 e 29 (dove si vede chiaramente che i cavalli sono sistemati vicino al fuoco del bivacco) e pag. 41-43 (la corsa di Tiger, Tex e Carson).

Incongruenze
  • A pag. 87-88 del n. 121 appare una sorta di scultura al centro dell’arco di pietra, una figura alla cui bocca è fissata la striscia di cuoio che sostiene la croce; nell’albo n. 124, durante la scena della sparatoria al campo di Sokami, non è invece presente alcuna scultura (su entrambi i lati dell’arco).
  • A pag. 46 del n. 122, all’uscita dal comando di polizia, Tiger impugna il fucile. Tuttavia, quando lascia l’albergo (pag. 23) per pedinare Vic, è armato solo del coltello.
  • A pag. 57 del n. 122, la porta e l’insegna del comando della Mounted Police sono diverse da quelle disegnate in vignette precedenti (cfr. ad esempio pag. 24). La correzione è stata effettuata a partire dall’edizione TuttoTex.
  • A pag. 100 del n. 122 Kit accenna a un uomo della banda Bonnet finito al cimitero; in realtà i morti sono due, Jeff Hardy e il conducente della diligenza (si vedano pag. 50 e pag. 81).
  • Sono presenti diverse incongruenze riguardanti i tempi di percorrenza delle distanze nel territorio canadese. Non le abbiamo indicate, visto che sono riscontrabili solo a conclusione di una lettura acribica 🙂 Se il lettore ne ha voglia, che confronti il viaggio dei quattro pards con quello del barcone di Jordan.
Frasi
  • Tex: “Dici di conoscere la legge, vero?… Non lo voglio nemmeno mettere in dubbio, sottospecie di cialtrone, ma non credere di potertela cavare solo perché da queste parti i poliziotti viaggiano con il libro dei regolamenti nel taschino della loro giacca! Io non porto la giubba rossa… e quando mi trovo a dover trattare con un furfante seguo solo le mie regole! Chiaro?”
    n. 122, pag. 96-97.
  • Tex: “Non posso sapere se riuscirò a salvare in tempo mio figlio dalla sorte toccata agli altri disgraziati trovati attaccati a quelle misteriose croci, però so con certezza una cosa… che ben presto le strade dell’inferno saranno ingombre di indiani in corsa per andare a spalare carbone nelle caldaie di Satanasso!”
    n. 123, pag. 95.
  • Tiger: “Precedimi!… Ti copro io!”
    Kit: “Niente da fare, pard. O ci salviamo tutti e due, o finiamo entrambi con due belle ali sulla schiena.”
    n. 124, pag. 32.

Marco Gremignai

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