Dal punto di vista grafico, Clowes mantiene il suo tipico stile disegnato a mano, con linee nette e colori piatti, che si sposano perfettamente con la narrazione introspettiva e minimalista, figlia di quella cultura visiva tipica degli anni ’50.
Anche se può sembrare una storia semplice, si tratta in realtà di un lavoro stratificato che invita il lettore a riflettere sulle proprie maschere quotidiane e sull’ossessione per l’immagine.
Clowes riesce a tratteggiare con grande sensibilità i moti interiori della protagonista, offrendo una riflessione amara ma delicata sull’identità e la percezione di sé. Green eyeliner è una breve ma intensa incursione nell’insicurezza e nella disconnessione interiore: per chi ama le storie introspettive e lo stile unico di Daniel Clowes, questa è una piccola gemma da non perdere.
La storia è stata pubblicata per la prima volta su Esquire a luglio del 1998, mentre in Italia è comparsa nella collana “Mondo Graphic Novel” di Repubblica in appendice a Ghost World e altre storie.