Dopo due anni di pandemia, in questo 2022 che viene difficile definire “di ripresa”, almeno una buona notizia: dal 23 al 25 di settembre, ovvero nell’ultimo week-end di settembre come da consuetudine, si è tenuto il Treviso Comic Book Festival.
Poteva uBC fumetti non tributare il giusto omaggio?

“Com’era?” ci chiederete smaniosi di avere il nostro qualificato parere.
Dobbiamo subito dire che, rispetto alle ultime due edizioni pre-Pandemia, questa edizione è stata più “sommessa”. Come per molti eventi del genere non è stato possibile, e penso sarebbe stato ingiusto pretendere diversamente, scrollarsi di dosso un certo timore.
Un po’ meno mostre e, conseguentemente, un po’ meno inaugurazioni. Un po’ meno palazzi storici e locali comuni coinvolti nelle esposizioni. Un po’ meno ospiti. Questo peraltro ha fatto sì che buona parte degli eventi si concentrassero il sabato e la domenica, lasciando al venerdì poca cosa rispetto alle edizioni precedenti.
Quello che però non è stato sminuito è stato l’entusiasmo ed il senso di familiarità che avvolge la fiera.
Ad esempio sembravano ancora più degli anni scorsi le “Vetrine d’artista” del progetto Cento Vetrine, forma di sponsorizzazione diffusa del festival (che, ricordiamolo, è COMPLETAMENTE GRATUITO) che spinge il visitatore ad adocchiare ogni vicolo del centro in cerca dell’omaggio fatto da negoziante ed illustratori ai personaggi più amati.

Come gli anni scorsi è stato straniante e coinvolgente passare dalla mostra ospitata presso la popolare Pizzeria “Piola” a quelle montate nelle stanze di palazzi prestigiosi come la Fondazione Benetton, Ca’ della Luce e Casa Robegan/Ca’ de Noal, a dimostrare una disponibilità popolare quanto istituzionale a sostenere questo festival che di anno in anno diviene sempre più conosciuto.

E chiaramente menzionerei anche la prodiga disponibilità di Prosecco e altri vini locali alle inaugurazioni. Oggettivamente una attrattiva che neanche Festival più blasonati possono vantare.
Citare tutti gli ospiti e tutte le occasioni sarebbe chiaramente tedioso e, ovviamente, superfluo, dal momento che esiste il sito istituzionale ed i canali social del Festival. Ci concentreremo quindi sugli eventi che ci hanno maggiormente interessato.
Per chi si occupa di fumetto è stato un piacere vedere le tavole originali della giovane ma più che rodata fumettista Agnese Innocente, che evidenziano un tratto sicuro e polimorfico, capace di esprimere i temi maturi di Girotondo (edito da Il Castoro) e quelli pre-adolescenziali de Il Mago di Oz e del recentissimo Anna dai Capelli Verdi, editi entrambi da Il Battello a Vapore.
Chiaramente non potevamo poi mancare di rendere omaggio all’istituzione del fumetto a strisce italiano: Silver e alla mostra Tutto un altro Lupo che con l’occasione della “rinascita” di Lupo Alberto metteva fianco a fianco tavole storiche e ben note agli appassionati e la loro reinterpretazione da parte della nuova generazione di autori.

Nutrita anche la rappresentanza di fumettisti e illustratori stranieri con in testa la barcellonese Cristina Daura, autrice del cartellone di questa edizione e rappresentata nella mostra (inquietante) Friend ends with an end. Forse l’unico rimpianto è stato scoprire che Tillie Walden, pubblicata da Bao ed ora anche da Saldapress per l’acclamato spin-off di The Walking Dead: Clementine, in questa occasione nel ruolo di “ospite straniera di richiamo”, sia potuta intervenire solo “online”.
Una sorpresa inaspettata per i numerosi, ed in costante aumento, fan della fumettista statunitense.
Un altro tributo evidente pagato alla “prudenza” che ha caratterizzato questa edizione è che pur avendola fatta sembrare “sotto tono”, ha rafforzato la voglia di essere presenti il prossimo anno.
Per averne ancora, per averne di più.
Bentornato TCBF!