Adèle Blanc-Sec: meglio mai che Tardi?

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Questa volta L’incompleto – la rubrica che, come sapete, ci serve per lamentarci di non essere immortali e poter stare ad aspettare decenni che i fumettisti finiscano le loro opere – per non dare l’impressione che ce la prendiamo solo con quelli che stanno lontani, la manda a dire ai cugini vicini. Che anche loro quando c’è da tirarla lunga non hanno bisogno di maestri.

Gli articoli finora pubblicati in questa rubrica dal nostro Diretur – tutti dedicati a manga incompleti e mangaka birichini che non hanno mai completato le loro opere per i più svariati motivi – possono aver creato un’impressione sbagliata, e cioè che altre scuole fumettistiche non abbiano lo stesso problema. E invece no, tutto il mondo è paese: a far compagnia ai manga giapponesi ci sono anche numerose historietas sudamericane (prima o poi scriverò un articolo su alcune serie in-finite di Robin Wood) e soprattutto numerosissime bandes dessinées della scuola franco-belga. E proprio di una particolare BD volevo parlarvi oggi, cioè Adèle Blanc-Sec.

Intendiamoci: per la loro struttura intrinseca (albi cartonati con una continuity spesso blanda – o addirittura quasi inesistente), è “normale” che alcune BD rallentino le uscite nel tempo senza proporre un vero e proprio “albo conclusivo”, fino a scivolare in una specie di limbo dal quale soltanto alcune di esse riemergono in occasioni particolari… spesso dettate dal bieco fan service oppure da determinate ricorrenze. Vi faccio soltanto un paio di esempi per spiegarmi meglio, attingendo alla rubrica BD mon amour.

Prendiamo Jonathan: dopo 11 albi pubblicati tra il 1977 e il 1986, Cosey si è poi dedicato ad altri progetti ma senza trascurare la solida rendita garantita dal suo personaggio più iconico, sfornando altri 5 albi tra il 1997 e il 2013. Attualmente, sul fondamentale sito Bédéthèque, Jonathan è ancora indicata come “serie in corso” – allo stesso modo di altre decine di BD nella stessa situazione (nessuna nuova uscita da anni e anni, ma ultimo albo pubblicato “non conclusivo”). – NB! Leggete il Post Scriptum finale…

 

L’altro esempio è Bernard Prince: 14 albi pubblicati tra il 1969 e il 1980, altri 3 tra il 1989 e il 1999, la parola “fine” apparentemente scritta dalla morte del suo sceneggiatore (Greg) e non da un episodio conclusivo. E invece cosa fa Hermann (a suo tempo, creatore grafico del personaggio) nel 2010? Sforna un nuovo episodio – naturalmente, non conclusivo – che funga da traino alla ristampa integrale della serie.

Dopo tutto questo preambolo, perché ho deciso di inserire Adèle Blanc-Sec – anzi, Les aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec, come da titolo ufficiale – in questa rubrica? Semplice: perché questo fumetto scritto e disegnato da Jacques Tardi si differenzia dalle altre BD citate in precedenza (e da altre BD che presentano le stesse caratteristiche) per una continuity molto più serrata. E se, dopo i primi 4 albi usciti in due anni precisi precisi tra gennaio 1976 e gennaio 1978, gli appassionati avevano già iniziato a inveire contro Tardi dovendo attendere il 1981 per il quinto episodio e il 1985 per il sesto, potete facilmente immaginarvi gli improperi formulati quando né il settimo (1994), né l’ottavo (1998), né il nono e finora ultimo episodio (2007) tiravano le fila di una trama sempre più intricata che, invece di progredire verso la conclusione, continuava ad affastellare nuovi particolari rimasti in sospeso, nuovi personaggi sempre più grotteschi, nuove situazioni sempre più surreali…

L’uscita del film Adèle e l’enigma del faraone, nel 2010, aveva fatto sperare che Tardi (oltre a illustrare la versione a fumetti del film diretto da Luc Besson) cogliesse l’occasione per mettere la parola fine alla serie… e invece niente. A tutt’oggi, gli appassionati continuano ad aspettare, senza più molte speranze, che venga pubblicato il decimo episodio, annunciato dal “prossimamente” nell’ultima vignetta del nono albo secondo una prassi consolidata negli episodi precedenti (Buttes-Chaumont è il nome di un parco pubblico parigino, citato più volte negli albi precedenti).

E però… però, tutto sommato, vedendo che fine ha fatto in Italia, nel 2015, quel personaggio dalla faccia simile a Robert Redford – le cui iniziali erano K & P – e ciò che hanno ottenuto i lettori dopo anni di attesa, mi viene da pensare che… forse ha ragione Tardi, qualunque sia il motivo per cui non ha completato le avventure di Adèle. Se l’ultimo albo di una serie dev’essere all’insegna del “facciamola finita con questo personaggio, in qualunque modo, basta che ci sia una fine purchessia”… forse è meglio mai che Tardi.

PS: Tardi avrà letto questo articolo? O avrà voluto seguire l’esempio di Cosey che ha deciso di terminare il suo Jonathan? Non lo so (anche se immagino di no, ovviamente): fatto che sta che il 12 ottobre 2022, a ben QUINDICI anni dal nono albo di cui parlavo sopra, in cui si annunciava quello successivo intitolato Le bébé des Buttes-Chaumont… il decimo albo è stato pubblicato davvero, con una sinossi che specifica subito “N’attendez pas la suite, il n’y en aura pas!” (Non aspettatevi altri séguiti, non ce ne saranno)
Beh, che dire? Prometto che, non appena mi sarò procurato questo “bébé”, ne parlerò in un apposito articolo all’interno della rubrica BD mon amour.

Marco Gremignai

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