I grandi enigmi di Martin Mystère n.23 “Il segreto del monastero”

Due albi dal sapore apocalittico che vedono Martin e Orloff più vicini che mai

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6.5/10

Ci troviamo in Italia, in un paesino vicino Como, Lomazzo, dove un uomo viene trovato morto davanti ad un televisore che trasmette notizie su una grande nevicata che imperversa sulla Lombardia.
La prima avventura misteryana, Il segreto del monastero (n.45 della serie mensile), viene divisa tra Italia e Stati Uniti dove tra Storia, segreti militari e mitologia Alfredo Castelli scrive (moltissimo) per raccontarci di un segreto che da anni viene tenuto nascosto, fino al tempo presente in cui la suddetta storia viene narrata, precisamente nel 1985. Di mezzo anche Mussolini e Hitler, che attraverso la loro folle visione del mondo cercano di acquisire quanto più segreti (anche quelli più insoliti) possibili.
Sul versante oltre Oceano Martin, Java e Diana vengono rapiti e chiusi per qualche giorno dentro una stanza apparentemente situata in Sud America, mentre il segreto che conduce all’uccisione dell’ex militare italiano porta la firma di Sergej Orloff.
Entrambi sono alla ricerca di questo fatidico luogo che custodisce il “tesoro”, e il perfido ex compagno di avventure di Martin non esita a rapire Diana pur di ottenere quanto desidera.

Ci catapultiamo nel secondo albo, Il signore delle tempeste (n.46 della serie mensile), dove i protagonisti saranno i capi di stato Reagan e Gorbaciov, oltre che i meteorologi di tutto il mondo, mentre il BVZM e Orloff entreranno in scena sul crepuscolo della narrazione.
Il famoso segreto di cui sopra è il ritrovamento di alcune informazioni che svelano la presenza di taluni Dèi capaci di gestire le sorti del mondo attraverso gli agenti atmosferici, come una possibile glaciazione che si potrebbe verificare se gli Usa e l’URSS non dovessero cedere al ricatto di questi personaggi.
Si presume che dietro tutto ciò ci sia la mano di Orloff, ma ben presto si capirà che le aspettative sono tutt’altre… Una storia molto verbosa in cui Castelli inserisce tanta, troppo roba, difficile da far coesistere assieme tanto da risultare ridondante, per arrivare ad un finale che si chiude in due/tre tavole.
Peccato, soprattutto, per il mancato approfondimento sul rapporto di collaborazione tra Martin e Orloff, che avrebbe meritato qualcosa in più.

Ma ormai conosciamo Castelli sotto questo punto di vista… e le sue divagazioni che spesso non portano “aiuto” alla narrazione ma deviano senza alcun motivo apparente. Sia chiaro, alcuni approfondimenti storico-scientifici sono più che apprezzabili, ma alle volte risultano un pochino forzati.
Per quanto riguarda i disegni dei fratelli Gaspare & Gaetano Cassaro, qui più “maturi” rispetto alle storie precedenti, è come se fossero un accompagnamento alla storia, nulla di più rispetto al buon risultato che portano a casa.

Nota a margine: nella copertina del n.46 si può notare come sia Martin Mystère che Java siano colorati in modo alquanto singolare, tanto da sembrare personaggi fantascientifici più che umani per via del colore blu della pelle. Cromia che verrà “aggiustata” nelle ristampe successive.

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Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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