Nell’ormai consueta location del quartiere fieristico di Bologna, si è tenuta la 69^ edizione della mostra del fumetto ANAFI.
Un evento divenuto imperdibile per i tanti amanti della nona arte, accorsi numerosissimi per poter assistere agli incontri programmati nella saletta dedicata, incrociare autori ai quali richiedere curiosità e dediche personalizzate e, più in generale, rivedere vecchi e nuovi amici accomunati dalla medesima passione.
Gli eventi programmati cui partecipare erano numerosi, diversi per contenuti e protagonisti, con presenze importanti di addetti del settore e non.
Il momento clou è stato rappresentato sicuramente dalla presenza di Vittorio Giardino, uno dei grandi maestri del fumetto italiano che, all’interno di una mostra-itinerario documentaria allestita per l’occasione, ha intrattenuto la folta schiera di appassionati presente in saletta.
L’autore ha aperto l’incontro con il racconto dei suoi esordi: nonostante una professione avviata di ingegnere elettronico, decise di assecondare la sua passione diventando fumettista a tempo pieno. Una scelta non facile da accettare in famiglia e nel contesto storico degli anni ‘70, perché significava passare dalle sicurezze di una professione stimata alle incertezze di una senz’altro più aleatoria. La gavetta non fu semplice dato che, come ha sottolineato lo stesso Giardino, “per quasi due anni i rifiuti ricevuti furono tanti e i soldi pochi”.
Innumerevoli gli aneddoti e le curiosità raccontate, spesso sostenute dalle domande di un pubblico curioso e partecipativo. Tra le tante il rapporto col colore e il bianco & nero nelle sue opere: se il primo offre più difficoltà ma permette una maggiore dimensionalità, al secondo restano legati alcuni dei suoi lavori più sentiti come, ad esempio, Sam Pezzo.
L’importante, sostiene Giardino, è pensare l’opera in uno dei due modi, senza operazioni successive di “maquillage” grafico.
Due ricordi su tutti: quello di Magnus col quale, all’interno di un evento romano di metà anni ‘80, nella completa improvvisazione realizzò a quattro mani una tavola, lasciando che fosse il pubblico presente ad abbozzare una traccia per un soggetto. Emozionante il racconto di alcuni lati della forte e imprevedibile personalità del grande autore scomparso, bolognese come lo stesso Giardino.
Il secondo è quello su Sergio Bonelli, al quale era legato da profonda e sincera amicizia: curioso che il rapporto fosse così saldo, perché entrambi sapevano che non ci sarebbe mai stata una collaborazione professionale (“non era il mio pane”, dice Giardino).
La capacità d’intrattenitore, la grande disponibilità dimostrata e il tono sempre colloquiale con tutti hanno facilmente colmato il gap tra un autore affermato e gli appassionati presenti. Un merito non da poco e non da tutti.
La mostra ANAFI, allestita e diretta in modo impeccabile da tutto lo staff – con in testa il Presidente dell’associazione Paolo Gallinari – è stata anche il luogo deputato alla ricerca di albi, gadget e altre memorabilia da acquistare tra i tantissimi stand presenti, comprese anche diverse case editrici del settore.
Si va dai costosi pezzi da collezione ai semplici albi per riempire buchi di qualche collana, tavole originali e saggistica inerente il mondo del fumetto, figurine dei mitici album della nostra infanzia e mille altre cose.
Il finale della giornata di sabato è stato suggellato dall’incontro in saletta con il clan zagoriano diretto dal curatore Moreno Burattini e composto inoltre dallo sceneggiatore Stefano “El Brujo” Fantelli e dai disegnatori Marcello Mangiantini, Gianni Sedioli e Marco Verni.
Oltre alle preview delle uscite previste per il 2025 – per lo più già presentate al recente Lucca Comics – è stato un momento di grande festa per lo spirito allegro e amichevole con cui si è svolto l’incontro.
Moreno Burattini – come d’abitudine – si è confermato grande istrione, raccontando tanti aneddoti che hanno divertito il folto pubblico presente e discutendo degli innumerevoli personaggi che popolano il magico mondo di Zagor.
Non è mancato nemmeno un momento folkloristico – rappresentato da un cosplayer in perfetto stile zagoriano – così come la passione dei fedelissimi dello Spirito con la Scure che, ancora una volta, hanno manifestato il loro incondizionato amore per il character nolittiano.