…e boom! Zerocalcare si fa sentire ancora una volta, più di ogni altro politico.
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I fumetti d’inchiesta che raccontano di storie, luoghi e persone che vogliono cambiare il mondo.
Nuovo articolo per la rubrica Graphic Journalism e nuovo fumetto di Zerocalcare di cui parlare.
Lo sappiamo – ma ci piace ricordarlo – che non è mai abbastanza discutere di temi impegnati e/o importanti, e questo suo nuovo fumetto non è da meno: soprattutto perché vi ritroviamo la versione politica e non quella narrativa, come nella sua ultima opera Quando muori resta a me.
Momo Edizioni decide, insieme al fumettista di Rebibbia, di mettere insieme tutte le tavole riguardanti la precaria (e oserei dire anche scandalosa) questione su Ilaria Salis. Questa rubrica a fumetti usciva settimanalmente sulla rivista Internazionale – cui Zero ormai è fidelizzato da anni, quando vuol parlare di e/o scomodare situazioni sociali – e le tavole citate sono apparse con il numero 1553 nel marzo 2024, precisamente l’8 (giorno non scelto a caso) per raccontarci, ma soprattutto aggiornarci, sul processo ad Ilaria. Processo che si è tenuto a Budapest, Ungheria, per chi non lo sapesse.
Il fumetto però inizia con una storia diversa, sempre apparsa su Internazionale, che si intitola In fondo al pozzo, storia di nazisti, galera e responsabilità dove, tra l’altro, il fulcro principale è proprio l’ingiusto e non democratico incarceramento di Ilaria Salis.
Ovviamente avremmo voluto non parlare di questa storia, né tanto meno leggere il fumetto in questione o, addirittura, scrivere questo articolo, semplicemente perché avrebbe significato che di tutta questa faccenda non c’era nulla da raccontare e non era mai avvenuta. Ma la vita ci pone davanti a delle scelte – o meglio, come riporta anche Michele Rech, a delle responsabilità – che ognuno di noi deve avere, o per lo meno saper gestire.
Riprendo un periodo scritto dal nostro Pasquale Laricchia nella recensione de In fondo al pozzo (potete leggerla qui) che trovo pertinente: <<Zerocalcare è un equilibrista. Come sia riuscito, negli ultimi anni, a diventare così bravo nel narrare – con così tanta puntualità – il suo sguardo sul mondo non lo so. Quello che so è che continua, con caparbia ostinazione, a cimentarsi in imprese da funambolo come questa>>.
Parole che mi trovano d’accordo, soprattutto dopo aver letto la “continuazione” di quella vicenda con le uscite su Internazionale, ovvero: Questa notte non sarà breve.
Si è parlato molto di questa vicenda, soprattutto dopo che Zero ne ha portato in auge la questione attraverso la sua arte. Molto spesso se ne è parlato male, fuorviando le persone e gestendo decisamente male l’intera opinione pubblica, che già di per sé sarebbe bene non seguire.
Dicevamo: Michele Rech ne parla e lo fa con rabbia, con quel tono che non spetterebbe di certo a lui, visto che la questione è prettamente politica – anzi, il processo è diventato proprio politico e le scene riportate da Budapest sono sconvolgenti. Non solo perché la “nostra informazione” è stata latitante in questo, facendo vedere ciò che di comodo avevano da mostrare, bensì perché il processo in sé è stato una farsa fin dall’inizio, essendo in combutta con i neo nazisti e con la polizia.
Basti vedere come è stata gestita la privacy di Ilaria, dove praticamente tutta Budapest sapeva chi fosse, dove abitasse nel periodo dei domiciliari e, soprattutto, la condivisione della foto segnaletica uscita “fuori” dalla polizia e apparsa su siti di estremisti di destra.
Ebbene, queste sono purtroppo soltanto alcune delle tante altre nefandezze commesse durante tutto il periodo in cui Ilaria è stata in carcere e giudicata come fosse un’assassina.
Non accenno alle condizioni umanitarie, perché capite bene che uscirebbe uno sfogo non troppo pacato!
Zero ci parla di responsabilità e lo fa con tutta la schiettezza del mondo, non solo – e come sempre – mettendoci la faccia e la sua presenza (come nel caso del processo, in cui era presente) ma anche esortandoci a vivere e cambiare la nostra moralità davanti a fatti che diventano di vitale importanza. Perché fino a quando non toccherà a te nessuno scenderà in piazza per battersi…
<<…toccherebbe pure a chi sta fuori, provare a essere all’altezza della storia>>.
Infine, cercando di non dilungarmi e diventare troppo politico in questo articolo, l’invito è quello di leggere il fumetto in questione. Quantomeno per avere un’idea e l’accortezza di non parlare con idee e pregiudizi che spesso sono figli di pensieri infondati o “per sentito dire”…
Ecco, Zerocalcare riesce ad essere magico anche quando parla di vita sociale, di politica, di inchiesta. Non solo quindi la grandiosità di saper raccontare attraverso la “fiction”, ma anche arrivare al cuore delle cose con quel romanticismo rivoluzionario che, purtroppo, in pochi abbiamo.
Rispetto a quando è uscito il fumetto, Ilaria è tornata in Italia, liberandosi (si spera) di incresciose condizioni politiche assurde, soprattutto davanti alla spazzatura nazionalista che oggigiorno riesce a plasmare giovani incoscienti.
Ilaria ha trascorso più di un anno in condizioni pessime, vivendo nell’oscurità della politica e nel disinteresse collettivo.
Dall’altro lato, l’Ungheria afferma che ancora vuol battersi su questa annosa questione, mentre noi auspichiamo che invece l’attesa finisca qui – anche in concomitanza con l’uscita di questo fumetto.
Questa è una storia politica, la storia di una donna in cerca della sua libertà.
La storia di tutte le donne e gli uomini ingiustamente incarcerati.
Questa notte non sarà breve
di Zerocalcare
MOMO Edizioni (2024)
b/n, 96 pp – 12,00€