Approfittando delle Olimpiadi parigine, in Italia (grazie a Panini Comics) come in Francia si ristampa un classico delle avventure degli irriducibili Galli, Asterix alle Olimpiadi, datato 1968.
Perché dar conto oggi d’una storia arcinota?
Quel che interessa non è il perché, ma il cosa e il come.
Si tratta infatti di un’edizione gran formato (deluxe), 25,7 x 36,5 cm, che raccoglie la storia con colorazione “rimasterizzata” e, soprattutto, le tavole originali a china precedute da un ampio apparato critico (purtroppo non firmato, e non si capisce perché) arricchito dalle note manoscritte e dalla sinossi di base dattiloscritta, nonché da qualche pagina di sceneggiatura di Goscinny.
Una manna per gli occhi, che rende possibile non solo apprezzare la pulizia dell’inchiostratura di Uderzo (pochissime le correzioni, gustosissime le matite che in alcuni frangenti si notano ancora) ma, grazie al confronto tra lo scritto e il disegno, nelle scelte narrative e visive che emergono, di entrare nel processo di costruzione di un fumetto.
Se in Italia la pubblicazione attuale è stata preceduta da sei titoli, in Francia siamo già alla diciassettesima uscita (non cronologica) sui 40 albi attuali – e altre sono in arrivo. Il che si spiega certo col successo stratosferico che il personaggio gode ancora Oltralpe (la tiratura di ogni nuovo albo si quantifica in milioni di copie e traina tutta l’editoria francese).
Tuttavia la ricchissima collana, anche per il prezzo tutto sommato contenuto (34 € in Italia, 42 € in Francia), non si indirizza ai soli collezionisti, bensì a tutti gli appassionati desiderosi di carpire i segreti dell’arte del fumetto.