Come raccontato in un paio di articoli precedenti, avevo scoperto i Tascabili BUR grazie alle raccolte di strisce dei Peanuts che leggevo in spiaggia, durante le vacanze estive. Ma Charlie Brown, Snoopy e i loro amici non erano gli unici personaggi a strisce che apparivano in questa collana… e nel 1976 acquistai su una bancarella di fumetti usati l’albo intitolato Jane Spara incuriosito dalla deliziosa copertina, senza la minima idea di cosa mi aspettasse.
Come avrei scoperto dall’introduzione di Giovanni Gandini, Jane Gay era la straordinaria interprete di una striscia creata nel 1932 da Norman Pett e finiva sempre per trovarsi coinvolta in peripezie che la lasciavano poco vestita (con grande entusiasmo dei lettori), “una donnina piccante destinata a provocare uno choc nel perbenismo del lettore anglosassone” alternando disarmante candore e disinvolta malizia, legata al suo Giorgio – detective privato – ma mostrandosi “un tantino disponibile” nei confronti di altri uomini.
L’avventura contenuta in questo tascabile risaliva al secondo dopoguerra, quando Pett era stato sostituito da Mike Hubbard, che continuò a realizzare storie fino al 1959. Non più strisce autoconclusive, bensì una storia “poliziesca” che vedeva Jane cercare di incastrare la gang di Larry Laroo, infiltrandosi al suo interno in un continuo tourbillon di malintesi, ammiccamenti, colpi di scena e litigi con il fidanzato Giorgio (finché non decidevano di fidarsi l’uno dell’altra, interrompendo sul nascere le frequenti discussioni appena veniva pronunciata la parola “rubinetto” 😊 ).
La storia era davvero godibile e ruotava intorno alle avventure di Jane, continuamente trascinata suo malgrado da una situazione equivoca all’altra. Perpetuando le caratteristiche degli esordi, non mancavano le vignette in cui veniva ritratta in sottoveste (con i pretesti più disparati) né una certa attrazione per l’altro sesso fino all’inevitabile happy end, con Laroo che finiva in prigione pentito delle sue malefatte.
Davvero un adorabile gioiellino.