“Sette voci”
Uno sguardo corale sull’olocausto

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Oggi parlare di Olocausto sembrerebbe quasi come raccontare delle storie fuori dal tempo, senza un legame con la storia dell’uomo.
Parlare della Shoah, oggi, rappresenta – per alcuni – un tentativo di valicare dei confini per presupporre un legame con il presente, con una guerra civile che non ha nulla a che vedere con ciò che successe decenni fa. 
Chi oggi si arroga di questo pensiero sbaglia. Sbaglia perché contrapporre due situazioni nettamente lontane tra loro, non funziona – soprattutto perché le persone hanno memoria; hanno una visione della vita molto forte, e l’ultima cosa che si vuole, è essere presi in giro da una politica (e dalla sua intera gestione) alquanto discutibile.

Una premessa importante per introdurvi il fumetto che porta la cura del collettivo indipendente Zen Comics, attivo oramai da qualche anno nel panorama nostrano della nona arte. 
Sette voci rappresenta una visione corale della vita degli anni ‘40, uno spaccato di società contrapposto alla persecuzione degli ebrei e degli ultimi in quel senso di dittatura portata avanti dai nazionalismi europei.
Sette racconti brevi ma intensi, ben strutturati e che lasciano quel senso di dispiacere nel poter soltanto leggere e non poter far nulla.

Andrea Pinto, che ne cura l’edizione mettendo insieme una serie di autori molto differenti tra di loro, riesce a far combaciare le piccole storie alla perfezione, sfruttando il tema non tanto per sviscerare situazione e drammi che ben conosciamo, ma dandoci un punto di vista differente, andando a cercare quella porzione di originalità che non fa mai male.
All’interno del fumetto troviamo nomi interessanti, che circolano nel mondo del fumetto da qualche tempo; altri di meno, ma pur sempre autori che lavorano bene.

Tra questi Salvatore Cuna (autore che esordisce nel mondo del fumetto con un soggetto per Zagor), Salvatore Cuccia, Gianluca Testaverde e non di meno gli altri. Tutti portati a raccontare e disegnare su un tema che non passerà mai dalle menti degli uomini e delle donne. Perché, e oserei dire anche purtroppo, non lo si può dimenticare.
Quando si produce un fumetto collettivo, c’è sempre la bellezza di leggere storie totalmente differenti tra di loro, aperte ad ogni singolo barlume di sperimentazione o classicismo, che denota quanto importante siano le opere corali e ben strutturate.

Contaminarsi a vicenda non può che far bene!

Tavola tratta da "Confutatis" di Salvo Cuccia

In queste sette voci – o storie – ritroviamo dei tratti molto distintivi tra di loro, come il racconto di Salvo Cuccia Confutatis, una storia scritta e disegnata dallo stesso autore che emerge per il tratto grafico, molto forte e incisivo. Allo stesso tempo l’autore decide di guidarci nella lettura attraverso il consiglio (tramite QR code) di una pezzo musicale di accompagnamento, per farci vivere una piccola esperienza che esula dalla semplice lettura. Il pezzo musicale che collima perfettamente con tutta la storia è il Requiem, K. 626: Confutatis di W. A. Mozart. Affascinante e immersivo come gioco delle parti.

Da segnalare anche la storia di Testaverde, Memorie, che rappresenta un buon gioco tra passato e presente, senza cadere in banalità narrative ma con quel pizzico di pathos che – seppur nella sua brevità – riesce a toccare le corde dell’anima. Piacevole allo sguardo il suo tratto grafico, distintivo e abbozzato che personalmente trovo interessante, soprattutto l’uso del gesto che in alcune vignette viene reso come fosse un gioco di linee che creano una tessitura con la storia.

Zetgeist – storia di Ryd Comics – è quella che ho trovato più forte dal punto di vista di linguaggio narrativo. Bella, introspettiva e riflessiva. Ti lascia quel senso di bruttezza legato all’animo umano che, per forza di cose, non puoi gestire con il tuo solo pensiero, ma in cui devi lasciarti andare nel caos della vita e in quelle scelte che, bene o male, ti lasceranno dentro un dolore che immancabilmente saprà affiorare nei momenti meno opportuni.

Dettaglio da "Memorie" di Gianluca Testaverde
Dettaglio di "Zetgeist" di Ryd Comics

Molto belli e classici i disegni di Alessio Monaco nella storia scritta da Jacopo Calatroni, Fantasmi. Tratto ben pulito, schietto e fascinoso che denota segno di perfezionismo e forte legame con la sceneggiatura.

Queste erano alcune delle storie tratte da 7 voci, un fumetto che merita di esser letto non solo per il tema che si porta dietro ma, anche, per dare voce ad un gruppo di autori e autrici che mettono molto lavoro nel portare avanti una visione indipendente ed autoriale.

Personalmente ho già letto diversi fumetti del collettivo Zen Comics: ammetto che gli autori in catalogo non li conoscevo, ma ora rammento ogni loro singola storia letta. 

Sette Voci
di AA. VV.
a cura di Andrea Pinto
ZEN Comics
94 pg. – colore, b/n
16,00€

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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