Avevo già dedicato a Tex, un paio di mesi fa, un Evergreen a proposito dell’epocale storia Il figlio di Mefisto, con G. L. Bonelli & Galep all’apice della loro creatività nei primissimi anni Settanta. Quest’altro Evergreen texiano era quindi previsto tra molto più tempo, ma ho voluto approfittare della celebrazione dedicata ai 75 anni di Tex per parlare di una storia unica nel suo genere, a partire dal nome dello sceneggiatore: Giancarlo Berardi, il creatore di Ken Parker.
Sullo sfondo della storica Oklahoma Land Rush del 1889 (una gara per conquistare appezzamenti dell’ex territorio indiano, assegnati a chi vi avesse messo piede per primo), Tex e Carson si trovano a indagare su una serie di uccisioni ordita dal “solito” malfattore in guanti bianchi, che si serve di sicari prezzolati per accaparrarsi alcuni terreni ricchi di petrolio…
Giancarlo Berardi sbarca su Tex e compie un autentico capolavoro di equilibrismo: scrive una storia profondamente kenparkeriana per l’abbondanza di tematiche e di personaggi messi in scena, senza però tradire le radici profondamente texiane del ranger, che spicca sulla scena – tra scazzottate, sparatorie e cavalcate – come protagonista indiscusso che garantisce la difesa dei più deboli e la vittoria della legalità.
Ohlahoma! è un’opera corale, in cui i temi caratteristici di Tex si incrociano con quelli tipici di Ken Parker, come l’integrazione del diverso e la solidarietà.
(Davide Barzi e Claudio Riva)
Dicembre 1991. I lettori texiani, già entusiasti della serie di “Texoni” inaugurata nel 1988 (in occasione del quarantennale del ranger e illustrata da prestigiosi disegnatori “ospiti”), trovarono in edicola una graditissima sorpresa: un corposissimo volume, stavolta nel tradizionale formato bonelliano, in cui l’ospite non era il disegnatore bensì lo sceneggiatore… e che sceneggiatore! Si trattava infatti di Giancarlo Berardi, per la prima – e unica – volta impegnato con il ranger più famoso del fumetto italiano, affiancato da uno dei disegnatori più apprezzati della collana, quel Guglielmo Letteri già autore di autentici capolavori. Un ribaltamento completo della filosofia dei Texoni, insomma, per una storia inedita che doveva restare un unicum e che poi, solo dal 1997, sarebbe diventata “a posteriori” il primo dei Maxi Tex.
Se il segno di Letteri era quanto di più rassicurante potesse esserci per gli appassionati, la domanda su Berardi sorse spontanea: sarà riuscito a inserire la sua poetica kenparkeriana nell’universo texiano creato da Bonelli padre? Soprattutto, dopo aver preso bonariamente in giro – una quindicina d’anni prima – il “ranger tutto d’un pezzo” e i suoi pards in una sequenza di Ken Parker che citava esplicitamente un’analoga sequenza tratta dal classico texiano Terra promessa?
Beh, la risposta fu un risonante “SÌ”: Berardi aveva infatti mantenuto Tex sempre sulla ribalta, senza snaturarlo, prendendo spunto dalla Oklahoma Land Rush (già descritta qualche anno prima da Gino D’Antonio nella sua Storia del West) per sviluppare una vicenda ricca di comprimari, come da caratteristiche kenparkeriane.
Agevolato dall’ampio respiro garantito dalle 338 pagine a sua disposizione, Berardi aveva infatti potuto dispiegare la sua trama corale proponendo situazioni e personaggi che riescono a superare gli stereotipi (il colpo di fulmine tra Rose e Burt, Brad e il suo vizio del gioco, i “vecchietti petulanti” Dick e Marta…) restando perfettamente in parte e perfettamente amalgamati tra loro, grazie a dialoghi brillantissimi e a uno stile che, come di consueto, limitava al minimo le didascalie.
Tutto questo, come dicevamo prima, senza minimamente togliere spazio a Tex, che restava il motore principale dell’intera storia e che si comportava proprio come ci si aspetta da lui: scagnozzi prepotenti o militari ottusi ridotti a più miti consigli dopo una bella scazzottata, rapporto con Carson paritario ma al contempo condito da sani sfottò e, soprattutto, pistolero infallibile nel duello finale, in cui liquidava ben due killer contemporaneamente. Molto giellebonelliana anche la punizione finale del villain, che cercava di fuggire ma veniva travolto da una catasta di tronchi caduti a causa di una pallottola vagante sparata da Carson. Tutto questo mantenendo sempre sullo sfondo la corsa alla terra promessa, anche se come supporto agli sviluppi della trama e non come ricostruzione storica documentata.
Per quanto riguardava il reparto grafico, la “novità” berardiana veniva bilanciata dal tradizionale – e inconfondibile – contributo di Letteri, anche se il disegnatore romano era purtroppo già lontano dalla perfezione degli anni Settanta, in cui la sua produzione texiana aveva toccato l’apice grazie agli albi con protagonista El Morisco e ad altre storie indimenticabili quali Chinatown, Diablero, Arizona, Una campana per Lucero e Il laccio nero. Piuttosto anonima, invece, la copertina di Galep che “riciclava” quella di un vecchio Albo d’Oro (per la precisione, il n° 12 dell’VIII Serie, datata 1960).
Nel complesso, una storia sempre gradevole da leggere anche a più di trent’anni dalla sua prima apparizione e che quindi ben merita il posto che le ho riservato nella mia personale collezione di “storie evergreen”.
Oklahoma! è stata originariamente pubblicata a dicembre 1991 in un albo “fuoriserie” che solo in séguito è diventato il numero 1 della collana Maxi Tex. La versione che consiglio fa parte del collaterale intitolato 100 anni di fumetto italiano pubblicato dal Corriere della Sera a partire dal 2009, una collana antologica che – in ogni volume – prende in esame un genere diverso con una o più storie di un personaggio caratteristico e poi, nella seconda parte, con una panoramica sulla produzione fumettistica italiana riguardante il genere esaminato. Il volume dedicato al “Western all’italiana” che ripropone Oklahoma! (mantenendo il bianco e nero originale) contiene una sessantina di pagine in più rispetto agli altri volumi della collana; la copertina di Galep non è attinente alla storia ristampata, in quanto è quella del Tex mensile n° 180, Il quinto uomo. Una ristampa di Oklahoma! a colori e in gran formato è inoltre inclusa nella Collezione Storica A Colori Tex Gold di Repubblica, ma divisa nei volumi 1 e 2 contenenti anche altre storie texiane “fuoriserie”.
Buona lettura!
OKLAHOMA!
Testi: Giancarlo Berardi / Disegni: Guglielmo Letteri
In: 100 anni di fumetto di fumetto italiano (Corriere della Sera)
Numero 17*, 20 gennaio 2010
Editoriali di Gianni Bono, Fabio Licari, Davide Barzi e Claudio Riva
Cartonato, bianco e nero, 364 pagine
*Questo volume contiene inoltre una brevissima panoramica sul western all’italiana, con quattro pagine tratte dal Kit Carson di Rino Albertarelli
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