Mi immagino già gli altri redattori uBicciotti – con il Diretur in prima fila, ovviamente – che reprimono a stento un sorrisetto sarcastico: “Ma come? Nonostante la tua nota, anzi più volte conclamata, idiosincrasia per i manga… oggi vuoi parlarci di questa collana il cui titolo è tutto un programma?!?”
Beh, devo ammettere che hanno (parzialmente) ragione. Non ho alcuna difficoltà a confermare che, per svariati motivi, i manga NON sono mai stati la mia cup of tea, di qualunque tipo essi fossero, con pochissime eccezioni: una di queste è il volume dedicato alle storie minimaliste di Jiro Taniguchi, apparso nei Classici del Fumetto di Repubblica.
Ma allora, perché sono qui? Beh, ancora una volta a causa della mia prole, anche se stavolta la colpevole è stata mia figlia. A settembre 2016, infatti (curiosamente, pochi mesi dopo un altro collaterale “didattico-scientifico”, cioè quella Scienza papera targata Disney di cui ho parlato in un precedente articolo), debutta una collana di Repubblica in collaborazione con il prestigioso Le Scienze, intitolata appunto I manga delle scienze, versione italiana in dodici albi della serie internazionale The Manga Guides edita dalla Ohmsha a partire dal 2004.
Come scriveva Hideo Nitta nella prefazione al primo albo, dedicato alla fisica, “…i fumetti possono trasformare leggi apparentemente aride e scenari astratti in cose familiari, semplici e comprensibili. E poi, ovviamente, sono divertenti”. Apparentemente, quindi, una situazione in cui l’utile si univa al dilettevole, almeno secondo mia figlia che, in quel periodo, stava frequentando il liceo e non disdegnava di leggere manga di vario tipo (da me acquistati ma mai sfogliati, ad eccezione di una raccapricciante versione dei Pirati dei Caraibi con personaggi che mi sembravano poco più che dodicenni…). Lo schema di base si ripeteva da un albo all’altro: un personaggio x era in grande difficoltà con un argomento scientifico – fisica, relatività, statistica, biochimica… qui potete trovare l’elenco completo – ma, aiutato dal personaggio y, riusciva a colmare le sue lacune, tra un intermezzo comico e l’altro con occhioni, linee cinetiche, disegni deformed e tutto quanto fa stile manga.
Dopo aver letto una recensione abbastanza entusiasta di Licia Troisi (un’altra lettura prediletta di mia figlia, a quell’epoca) che, tra l’altro, affermava “più che un manga, questo è un vero e proprio manuale di fisica. L’intento non è fare divulgazione, ma spiegare, in termini semplici e appassionanti, un argomento invero assai palloso della fisica, ma necessario per capire tutto il resto. Questo non significa che la parte manga sia inutile o un po’ appiccicata là, affatto: significa solo che l’intento è fare didattica” decisi che forse potevo provare ad affrontare la lettura mettendo da parte i miei preconcetti…
…ma non c’è stato niente da fare, non ce la facevo proprio. A parte l’aspetto grafico di cui parlavo prima, che non riuscivo proprio a digerire, gli schemi esplicativi che corredavano qua e là le storie mi sembravano spiegare ben poco (ci sarà un motivo per cui ho sempre preferito le materie letterarie a quelle scientifiche). Ho quindi deciso di non avventurarmi oltre e di limitarmi – come fatto fino a quel momento per altri manga – a foraggiare gli acquisti di mia figlia, fino alla fine della collana.
Devo tuttavia riconoscere che i volumi erano ben fatti e curati, tanto che Repubblica ha ristampato l’intera collana tre anni dopo: segno di un discreto successo per un’iniziativa particolare che mi sembrava doveroso segnalare.
I MANGA DELLE SCIENZE
Repubblica & Le Scienze in collaborazione con Ohmsha
12 uscite settimanali
30 settembre 2016 – 16 dicembre 2016
Ristampa: 4 ottobre – 20 dicembre 2019