Da Highlander ai vampiri piagnoni di Twilight, ma forse fin dal mito di Matusalemme, in tutti i modi la narrativa ha cercato di convincerci che essere immortali è, in fondo, una gran scocciatura.
Forse solo un autore del calibro di Neil Gaiman si era fermato a riflettere sul fatto che, alla fine, ogni essere umano “vive solo una vita intera”, facendosi solo occasionalmente delle gran pippe mentali sulla sfortuna di continuare a vivere quando le persone amate ti lasciano completamente solo (cosa che, purtroppo, ti può capitare anche a quaranta, trenta, venti anni… se sei molto sfortunato anche prima) e, in genere, rimanendo propensi a ritirare la mano quando la Morte te la offre.
Andy, anzi Undead, evidentemente non legge fumetti, e sicuramente non Neil Gaiman, ed è quindi uno di quegli immortali attivamente alla ricerca di un modo per incamminarsi verso il Grande Mistero.
Ragion per cui non appena incappa in Fuuko Izumo una ragazzina che sta cercando di suicidarsi tenendo a bada i soccorritori con la inconsueta minaccia di contagiarli con una sfortuna letale se si avvicinano, drizza le orecchie e pensa che la giornata abbia finalmente svoltato.
Fuuko da parte sua pensa che essere importunata da un muscoloso adone nudo dal volto truce abbia appena alzato, di parecchio, l’asticella della sua, impossibile, incomprensibile e sicuramente ingiusta, sfortuna: Unluck.
Se l’incontro tra opposti apparentemente inconciliabili – una ragazza portatrice di disgrazie che vuole morire poiché non può vivere ed un uomo in cerca di disgrazie che vuole morire poiché non può morire – non fosse abbastanza, a complicare le cose ci si metterà L’Unione una misteriosa organizzazione che dà la caccia alle persone in possesso di abilità eccezionali.
Scritto e disegnato da Yoshifumi Tozuka, autore alla sua prima opera di successo, Undead Unluck è solo l’ultimo esponente di buon successo di quel “nuovo shonen” che ha ormai 20 anni suonati.
Il tratto di disegno semplificato ed espressivo, le ampie campiture, l’attenzione minuziosa nel gestire almeno una sequenza di azione esplosiva a volume, nonché la costruzione di eroi anomali dalle capacità surreali lo inseriscono di buon titolo tra gli epigoni di Eichiro Oda e dell’ormai eterno One Piece, ed il riscontro di vendite ottenuto in patria mostra come la formula ancora non dia segno di debolezza.
Vorrei poter aggiungere “ma oltre a questo…” e proseguire ma, no, in effetti è proprio tutto qui.
Il manga pubblicato da Planet Manga, pure in copertina variant metallizzata (eh… no, vabbeh…), è esattamente quello di cui avete bisogno se avete ancora fame di shonen ad “alta digeribilità” e non vi lascerà assolutamente nulla se, invece, ne siete ormai sazi e vi sfizierebbe qualcosa di più speziato.
Onesto e chiaro.