Come proteggersi dalla pioggia karmica.

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Nella cultura giapponese l’Ai ai gasa (相合傘) (letteralmente condividere un ombrello) è il simbolo degli innamorati, equivalente ai cuori trafitti da una freccia in uso nel mondo occidentale. Viene rappresentato come un ombrello stilizzato, sotto al quale possono essere scritti i nomi dei due innamorati. L’ombrello è uno strumento che si presume sia stato creato per la prima volta 5 mila anni fa e quindi nel tempo ha assunto anche connotazioni spirituali, religiose, ma era anche uno status symbol: simboleggiava infatti anche ricchezza o regalità, in quanto per possederlo e pagare qualcuno che lo reggesse bisognava necessariamente essere ricchi.

La signora Komaki regge l’ombrello: vero protagonista di questo racconto

Simboleggia inoltre la “serenità regale” e la potenza che si sperimentano mettendo in atto il distacco buddhista: non dimentichiamo infatti che il Buddha raggiunse l’illuminazione quando una foglia dell’albero Bodhi (stava per cominciare a piovere durante la meditazione definitiva di Siddhartha Gautama, quella che lo portò a conseguire il Nirvana), si inclinò a proteggere il Saggio Principe degli Shakya così che la pioggia non distraesse la sua via verso l’illuminazione. In relazione anche a questo, l’uso quotidiano dell’ombrello simboleggia la protezione dal male, dalle forze oscure e di conseguenza il godimento dei risultati conseguiti, rappresentati dal fatto di sostare sotto la sua fresca ombra.

Abbandono del tetto coniugale legalmente consentito.

Nella raccolta di racconti L’olmo e altri racconti scritti da Ryuichiro Utsumi e disegnati da Jiro Taniguchi compare il racconto breve L’Ombrello. Parla del modo in cui sono cresciuti ed hanno saputo crearsi una famiglia con grandi difficoltà una bambina di 8 anni, Kyoko, e il suo fratellino di 5 anni, Shinichi, dopo aver patito durante l’infanzia la lacerante esperienza del divorzio dei due genitori che gestivano insieme un negozio di biciclette. Al momento del divorzio Kyoko viene portata via dalla madre, mentre Shinichi viene accudito dal padre perché lo voleva come proprio successore nella gestione del negozio di famiglia. La volontà dei due bambini non venne minimamente presa in considerazione al punto che la separazione fra i due nuclei (padre-figlio e madre-figlia) è avvenuta nel corso della notte in modo che il bambino più piccolo non fosse cosciente al momento della fuga della madre che si portava via la figlia maggiore. Il trauma della separazione non solo dai genitori, ma anche fra fratello e sorella produsse delle ferite indelebili che si strascineranno anche nella vita adulta. Accade infatti che quando Kyoko compie 11 anni, la madre abbandona anche lei perché ha trovato un altro coniuge che non vuole nel suo nuovo nucleo famigliare la figlia del precedente marito, della sua attuale moglie.

Abbandono dei valori famigliari per gettarsi sotto le intemperie di una vita fatta di frivole relazioni occasionali.

Come il serial del Trono di Spade ci insegna con quello che è successo ai fratelli Stark, anche se ti decapitano il padre e ti sgozzano la madre, alla fin fine la vita per i bambini continua e in un modo o nell’altro si cercano nuovi pilastri su cui appoggiarsi e reggere il susseguirsi delle proprie esistenze. Questo fatto positivo a posteriori della vita che continua ovviamente non rende, a priori, la decapitazione una cosa buona. Così accade che Kyoko, dopo un periodo di anni nuovamente sotto lo stesso tetto col padre e la sua seconda moglie e il fratellino Shinichi a cui non perdona di aver dimenticato la loro vera madre per essersi affezionato a quella adottiva, Kyoko fugge e conduce da giovane adulta una vita ai margini della decenza lavorando in locali notturni e accompagnandosi a uomini poco dignitosi.

Parlandosi finalmente a cuore aperto.

Verso i 21 anni rivede a casa propria il fratello diciottenne Shinichi che a modo suo, grazie alle cure e l’affetto della seconda madre, ha imboccato una propria strada di maturità che lo ha reso a suo modo più saggio della sorella maggiore. Il modo in cui lui le ha aperto il proprio cuore, lascia un segno nella donna cinica che si stava radicando nel cuore della giovane Kyoko e dopo questo colloquio stroncato a metà, Shinichi fugge sotto la pioggia. Kyoko, nei giorni successivi, medita sulle parole del fratello e sicuramente guidata da un karma positivo proveniente dai meriti spirituali passati accumulati dai propri antenati, sceglie di trovarsi un lavoro da operaia dove incontra fra i colleghi un brav’uomo, il signor Komaki, che la sposa passandole il cognome e con lei costruisce una famiglia con due figli. Giunta all’età di 33 anni scopre che anche il fratello si è sposato ed ha due figli e vuole rivederla. Kyoko Komaki ricorda il momento in cui vide fuggire Shinichi sotto la pioggia e lei che rimase con l’ombrello in mano gridando il suo nome e non avendo il tempo di raggiungerlo per proteggerlo da quell’evento atmosferico e proprio mentre, 11 anni dopo quella vota, il fratello giunge in stazione per rivedersi lui 30enne e lei 33enne, scoppia un temporale provvidenziale. Kyoko con le lacrime agli occhi comprende che non è un caso e capisce che il fratello con le sue parole di diciottenne è stato colui che fin da allora l’aveva protetta e distolta da una vita di perdizione esistenziale. In qualche modo lui le aveva esteso un ombrello protettivo che l’aveva condotta alla sua attuale condizione di felicità di madre di due bambini e moglie devota anche se in condizioni economiche difficili. Il racconto si chiude con Kyoko Komaki che piange e reggendo in una mano un ombrello per sé e nell’altra mano uno per il fratello, corre in stazione a prenderlo per ripagarlo con questo piccolo gesto, del grande gesto protettivo che lui le aveva esteso molti anni prima rendendola la donna felice e completa che è oggi.

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