Nicola Venanzetti, ancora una volta, fa quello che sa fare bene: esplorare il folklore e creare un horror cupo e avvincente. Questa volta, dopo la Bretagna (Dampyr n.213), è il turno dell’Irlanda e delle lanterne di “jack-o’-lantern”.
L’accuratezza storica e la deriva fantastica si fondono in una storia dal ritmo compassato ma dalla forte atmosfera sovrannaturale. I disegni di un Michele Cropera in ottima forma accentuano il tutto con tavole che, pur rimanendo confinate nella gabbia bonelliana, sono cariche di pathos e tensione.
L’avventura, pur essendo un semplice fill in privo di Maestri della Notte, riesce a lasciarsi leggere con gusto grazie a una scrittura e a un senso del ritmo dosato con cura e maestria.
Nonostante il plot di base risulti fin da subito abbastanza prevedibile, abbiamo Harlan e Kurjak ben centrati nell’avventura e – soprattutto – tanto i cattivi (Cailleach e Jack) quanto i comprimari (in particolare Grace) sono ben delineati e sufficientemente affascinanti da permettere una buona godibilità di questa storia
Il finale aperto e il personaggio di Grace, per quanto poco probabile, sono potenzialmente validi per un seguito dell’avventura.