Zagor, Bonelli e altro ancora: intervista a Luca Barbieri

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Ho “conosciuto” Luca Barbieri sulle pagine di molti dei collaterali in edicola che ho analizzato nella mia rubrica, prima di scoprire che era anche uno sceneggiatore con i fiocchi (come attestato dai due Oscar Zagoriani che si è aggiudicato pochi giorni fa a Lucca Collezionando): non leggendo Dragonero, infatti, ho scoperto Luca come autore solo quando è approdato sulle pagine del mio amato Spirito con la Scure. Giusto un anno fa (!) avevo ipotizzato di intervistarlo a proposito del suo pluripremiato Il cuore di Manito, ma (mea culpa) mancò l’occasione giusta e avevamo rinviato il tutto all’uscita del suo Zagor Speciale Manitoba Pearl, che approda proprio oggi in edicola. Ecco il resoconto dell’interessante chiacchierata che ci siamo fatti nella bolgia dell’area ristoro di Lucca Collezionando, subito dopo l’attribuzione degli Oscar Zagoriani.

Ciao Luca e grazie della disponibilità che mi hai sempre riservato, fin dalla partecipazione alla rubrica Zagor Top 5. Non starò a tediarti con le solite domande “anagrafiche” (dove sei nato, cosa leggevi da piccolo ecc.), ma prima di iniziare l’intervista vera e propria mi piacerebbe togliermi una curiosità: come sei approdato al mondo del fumetto dopo una laurea in giurisprudenza e alcuni libri pubblicati?

Per pura passione e testardaggine. Ho sempre amato il mondo del fumetto, sin da quando praticamente imparai a leggere sulle pagine di Tex, collezionato da mia nonna (sul serio, eh: mia nonna!) e di conseguenza ho sempre desiderato farne parte. Alla fine, con una bella dose di fortuna, ci sono riuscito!

Veniamo al Cuore di Manito, con cui ti sei appena aggiudicato due meritati Oscar Zagoriani (migliore sceneggiatore e migliore storia nel complesso). Nella nostra recensione, accennavamo all’acceso dibattito che si era scatenato nella nostra redazione, al grido di “si tratta di un’ottima storia, d’accordo, ma è anche un’ottima storia zagoriana?” Raccontaci come ti era venuta in mente questa “trasposizione” del conradiano Cuore di tenebra.

Era un mio vecchio pallino l’adattamento fumettistico di Cuore di tenebra, che trovo un libro fondamentale per la narrativa moderna, capace come pochissimi altri di tracciare un percorso verso la frontiera della psiche umana, verso il confine che non si dovrebbe mai valicare, a pena di perdere un pezzo di sé stessi. Per la sua struttura di trama (riducendo all’osso, è la discesa di un fiume di frontiera verso un remoto avamposto commerciale) mi sembrava perfetto per Zagor e, anzi, ritenevo strano che nessuno l’avesse mai fatto prima… Ringrazio Moreno Burattini, curatore della testata, per avermi permesso di farlo.

E cosa ci puoi dire della tempistica di un progetto così particolare? Quanto tempo è trascorso dalla proposta a Burattini alla pubblicazione con i disegni di Emanuele Barison (che, se ricordo bene, era in ritardo con i programmi)?

Emanuele è molto impegnato con il suo ruolo direttivo nel Museo del Fumetto di Pordenone, dunque macina una media di una decina di tavole al mese, non di più.
Quindi sono passati circa 19 mesi tra la prima matita e la parola “Fine”. Aggiungici un mesetto per mettere a fuoco il soggetto e un altro paio fra lettering e revisione e arriviamo a quasi due anni di lavorazione, che è la media per albi di questo genere. Quello in corso è poco oltre metà strada ed è partito a marzo del 2024, subito dopo la pubblicazione de Il cuore di Manito: siamo in perfetta media!
Un aneddoto, per chiudere: la rilettura del romanzo di Conrad, per buttare giù idee e pensare all’adattamento, è stata fatta in gran parte sotto l’ombrellone, al mare, nel mese di luglio. Abitando in Liguria, ero in spiaggia ogni week-end e un paio di questi li ho passati sdraiato sul lettino, a segnare appunti sul romanzo in versione tascabile comprato apposta per l’inevitabile “massacro” di una lettura annotata!

Mi raccontavi che Burattini è da sempre un grande sostenitore dell’accoppiata Barbieri-Barison (in redazione abbiamo molto apprezzato anche il vostro L’acqua che urla). Ciò che dicevi nella risposta precedente spiega perché lo Speciale in vendita da oggi sarà invece disegnato da Giuseppe Candita. Cosa puoi anticiparci di questa storia?

Io ed Emanuele siamo ormai una “coppia di fatto”: siamo affiatati e complementari, e nelle storie questo si vede. Continueremo ancora insieme, con quella storia in corso d’opera, ma avevo un’idea su una trama che coinvolgesse due donne bellissime e letali, impegnate in una caccia spietata l’una all’altra e al centro di un intreccio di bugie e inganni dove il solo Zagor riesce a non farsi manipolare. Giuseppe Candita, che disegna donne bellissime, mi sembrava l’autore più adatto a visualizzarla.

A proposito di disegnatori, ce n’è uno con cui ti piacerebbe lavorare in futuro (di qualsiasi “universo”: Bonelli, Marvel, Disney…)? E perché?

Accidenti, domanda difficilissima. Ce ne sono moltissimi, che stimo tanto e che vorrei ardentemente vedere alle prese con una mia sceneggiatura. Dovendone scegliere uno soltanto, direi Enrique Breccia, che ritengo un genio assoluto della Nona Arte.

Oltre che di Zagor, in Bonelli scrivi storie di Dragonero (di cui sei anche curatore), Tex e Martin Mystère. Quali sono i tuoi “programmi futuri” per queste testate? Puoi darci qualche anticipazione?

I “programmi” sono intensi, credetemi. Posso anticiparvi che ad aprile uscirà una mia breve su Dragonero, incasellata in una storia lunga “a tre” con Luca Enoch e Stefano Vietti: è uno dei nostri soliti esperimenti narrativi. Spero vi piacerà. In estate uscirà un mio Tex Willer Speciale e in autunno un cartonato “alla francese”, sempre di Tex. Ma ci sarà molta altra carne al fuoco!

Quale di questi quattro personaggi bonelliani scrivi in modo più “naturale”? E ti piacerebbe creare un personaggio tutto tuo (non necessariamente per la SBE)?

Direi Dragonero, perché ne sono editor da ormai circa otto anni e dunque lo conosco molto bene. Mi piacerebbe moltissimo proporre un mio personaggio (e l’ho anche fatto!), ma i tempi non sono adatti a questo tipo di progetti.

Ci puoi descrivere la tua “giornata-tipo” in redazione? Hai dei giorni in cui magari lavori “da casa” oppure è un impegno a tempo pieno?

Dal lunedì mattina al venerdì – dalle 8 alla 18 – sono in redazione e faccio lavori da redattore e curatore: correzione bozze, ciano, letture, stesura articoli, organizzazione delle uscite, contatti con i disegnatori ecc. Dalle 21 alle… boh, a volte anche le 2 di notte, scrivo a casa. Nel week-end mi dedico alla famiglia.

Come scrivevo all’inizio, ti ho “conosciuto” leggendo molti dei tuoi editoriali apparsi nei collaterali in edicola: Zagor per Repubblica, Tex per Repubblica e Gazzetta, e ancora Dylan Dog, Nathan Never… e sicuramente ne sto dimenticando altri. Qual è il collaterale che ricordi con più affetto? E perché?

Sicuramente i Tex per Repubblica, e in particolare la serie di 29 volumi che raccoglieva gli Speciali a colori, perché è il primo grosso lavoro che mi venne affidato dalla SBE, alla fine del 2014, ancora prima di diventare dipendente. In precedenza avevo scritto qualche articolo e dei soggetti, ma questo è stato il vero “battesimo del fuoco”.

Cambiando argomento, mi piacerebbe sapere in che modo sei stato coinvolto nei team-up Marvel-Disney e qualche aneddoto al riguardo, ad esempio sui “paletti” (oltre a quello Disney consueto, secondo cui nessun personaggio può morire), che ti sono stati praticamente imposti…

Con una telefonata dell’editor Disney Stefano Ambrosio, con il quale avevo già collaborato in passato. Ambrosio ritenne me e Riccardo Secchi le persone giuste per scrivere queste storie particolarissime, a cavallo fra due universi molto diversi fra loro. Bisognava conoscere molto bene i due mondi e avere il giusto buon senso per mediarli… ma non è stato facile! Paletti ce ne sono stati ovviamente molti, ma è giusto così, perché entrambe le case editrici devono tutelare le caratteristiche dei loro personaggi. Un esempio? Paperino Wolverine doveva avere gli artigli, naturalmente, ma non potevano uscirgli dalle nocche! Soluzione? Sfruttare l’idea del primissimo Wolverine, quello del team-up con Hulk nel 1974, che indossava dei guanti!

Sei comunque soddisfatto dell’esito finale, nonostante tempi stretti e soggetti “blindati”?

Moltissimo. So che a tanti lettori l’esperimento non è piaciuto affatto, ma posso dire che le critiche più dure e “cattive” vengono dall’Italia. All’estero hanno capito molto di più il senso dell’iniziativa, che doveva presentare in poche pagine personaggi e interi mondi, e tenere un tono diretto ad un pubblico di lettori molto giovani. Io, però, mi sono comunque assai divertito a disseminare le storie di citazioni che potevano essere apprezzate dai veri nerd come me!

Puoi dirmi se ci sono altri team-up Marvel-Disney che ti vedranno all’opera? E, se sì, con quali tempistiche?

Su questo non posso dire nulla!

Per concludere, rispolvero una consuetudine che avevo instaurato otto anni fa nelle mie interviste (a iniziare da quella che feci a Moreno Burattini), calandomi nei panni di Gigi Marzullo: “Barbieri, si faccia una domanda e si dia una risposta!”

La domanda è:
“Con quale personaggio dei fumetti vorresti uscire a cena?”
Risposta: “Sicuramente con una delle bellissime ragazze disegnate da Horacio Altuna!”

Grazie mille Luca del tempo che ci hai dedicato.

Grazie a voi di uBC!

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