uBC Best of 2022

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Puntuale come Babbo Natale il 25 e la Befana il 6, eccovi la lista dei fumetti più belli del 2022 secondo i redattori di uBC Fumetti e, quindi, dei fumetti più belli del 2022. Punto.

Massimo CappelliTratti in salvo

Con Tratti in Salvo, edito da Rizzoli/Lizard a febbraio 2022, Vittorio Giardino fa un bellissimo regalo a tutti i suoi estimatori. L’autore bolognese, probabilmente il fumettista più bravo in Italia, realizza il volume assemblando una serie di “storie brevi, illustrazioni e perle ritrovate” inedite che ha raccolto svuotando il suo archivio personale.
Si susseguono nel volume i suoi primi esperimenti fumettistici, con alcune storie brevi non accettate dagli editori negli anni ‘70, storie satiriche sulla politica degli anni ‘80, lavori collettivi e omaggi a colleghi e altri artisti, illustrazioni per mostre e fiere….  viene raccolta in pratica, in un unico volume, tutta la produzione “parallela” che contraddistingue la carriera di ogni fumettista, nobilitata dalla maestria di Giardino, l’ingegnere del fumetto.

Tratti in salvo di Vittorio Giardino, Rizzoli Lizard 2022

PasqualeLinus

Il mio miglior fumetto del 2022 non è un fumetto, è una rivista di fumetti: Linus.
La cura editoriale di Igort ha prodotto, dal 2018, un restyling della testata ed uno sguardo sull’attualità sempre più critico confermando e rafforzando, anche nel 2022, un’idea di rivista complessa, attenta e poliedrica.

Ogni mese è caratterizzato da un modulo monografico dedicato ad un personaggio o evento raccontato attraverso fumetti, editoriali ed approfondimenti che ne scardinano il valore e l’impatto culturale con una rinnovata attenzione al mondo contemporaneo che ci circonda.

Quest’anno i vari mesi hanno ospitato approfondimenti su Stan Lee, Diabolik, Werner Herzog, Marilyn Monroe, Charles M. Schulz, Dario Argento, Pier Paolo Pasolini, The Rolling Stones e Umberto Eco e, forse i più dirompenti ed efficaci, quelli dedicati a H. P. Lovecraft, Russia e Ucraina.

Ogni mese queste monografie sono arricchite dai fumetti di Peanuts, Calvin & Hobbes, Walter Leoni, Stephan Pastis e raccontate anche attraverso i lavori di La Tram, Leila Marzocchi, Massimo Giacon, Deco, Danilo Maramotti, Elene Usdin e Igort stesso. A questi si aggiungono autori nazionali ed internazionali che collaborano ad hoc per i singoli numeri (Gou Tanabe, Milo Manara, Giuseppe Palumbo per citarne solo alcuni) e la pubblicazione a puntate di “Venere Privata di Paolo Bacilieri, adattamento del romanzo di Giorgio Scerbanenco.
Ad affiancare i fumetti ci sono gli editoriali e le rubriche curate da Antonio Rezza, Simone Tempia, Vincenzo Filosa, Loredana Lipperini, Sergio Algozzino, Giuseppe Sansonna e Vanni Santoni, oltre alle guest star di ogni mese.

Una rivista di fumetti che parla di fumetti e, attraverso i fumetti, parla della nostra contemporaneità.

Linus, Baldini e Castoldi 2022

Cristian di ClementeL’acqua che urla

Alla sua prima prova su una storia lunga di Zagor dopo due brevi racconti di quaranta pagine, Luca Barbieri firma una notevole avventura di rivolte indiane come non se ne vedevano da tempi lontanissimi, per certi versi addirittura come non se ne sono mai viste sulle pagine dello Spirito con la Scure. Non tanto per gli avvenimenti narrati, che quando iniziai a leggere Zagor negli anni toninelliani erano diventati un argomento trito e ritrito (anche se molte di quelle storie le ho nel tempo rivalutate), prima di cadere quasi nel dimenticatoio. “L’acqua che urla”, poi, a livello di trama ha diverse similitudini con “Uomini della frontiera”, una delle ultime perle del troppo bistrattato Toninelli.

No, l’aspetto “inedito” di questa avventura è il modo in cui la rivolta indiana è affrontata e raccontata: una narrazione realistica e dura, dal taglio crepuscolare e ricco di sfumature per caratterizzazioni dei personaggi di entrambe le parti, situazioni e dialoghi. Persino le buffe disavventure di Cico, che fa del suo meglio per alleggerire le drammatiche atmosfere dell’episodio, a un certo punto si tingono di un tocco poetico. Forse l’episodio più “kenparkeriano” o “magicoventiano” dello Spirito con la Scure, che comunque non tradiscono la fibra morale e lo spirito nolittiano dell’uomo e dell’eroe che sa che “torti e ragioni non sono mai da una parte sola” e che mette sempre in gioco la propria vita per “fare soltanto quello che gli sembra giusto”. Dona inoltre una nuova e dolorosa dignità a quel solco di odio e rancore tra popoli, solitamente sottopesato nelle storie di Zagor, che la fine di un conflitto si lascia alle spalle. Ma senza mai perdere la speranza in un futuro diverso da parte del nostro.

“Lo credi davvero?”, gli domanda un anziano guerriero indiano. “Se non ci credessi, dovrei strapparmi questo simbolo dal petto”.

Ottimi anche i disegni di Emanuele Barison, autore di intensi primi piani e di pregevoli sequenze notturne. Infelici soltanto il titolo e la copertina del volume, incentrati su un aspetto tutto sommato secondario di questa storia che, come scrive giustamente il curatore della serie nei redazionali, si iscrive al filone de “La rabbia degli Osages”, uno dei superclassici nolittiani.
E senza sfigurare, aggiungo io.

Zagor+ n.4 “L’acqua che urla” di Luca Barbieri e Emanuele Barison, Sergio Bonelli editore febbraio 2022.

Luca CeruttiOshi no Ko

Per il momento mi riservo di dire che, dopo un testa a testa serratissimo con DanDaDan, all’ultima curva ad Oshi no Ko riesce un sorpasso all’interno e stacca sul fotofinish l’assurdo manga di Yukinobu Tatsu.
Ma spiegare nel dettaglio perchè l’opera a due di Aka Akasaka (testi) e Mengo Yokoari(disegni) mi sia cresciuta dentro così rapidamente ed in così poco tempo (praticamente divorata nel mese di Dicembre 2022 dopo averla ignorantemente snobbata) richiede un articolo a parte.
Per soddisfare la curiosità di chi ancora non conosce quest’opera proverò a farla immaginare dicendo “pensate ad un’opera di Mitsuru Adachi, con i suoi ragazzi prodigio pieni di buon senso, positività e sregolatezza, che inizia con due omicidi evidentemente intrisi di meschinità e malvagità”.
Aggiungete che, visto il mio affetto per Boku dake inai machi (Erased), era impossibile che una storia in cui un’anima si muove nel tempo (in questo caso in avanti) per indagare su omicidi inspiegabili non mi prendesse.
Oshi no Ko di Aka Akasaka e Mengo Yokoari, J-Pop Manga 2022

Martina GaleaIndomite

Il mio personale best of 2022 va alla ristampa completa del volume “Indomite” che racconta brevi ed intense “storie di donne che fanno ciò che vogliono”. Pénélope Bagieu narra e disegna una selezione di biografie di donne più o meno famose che per qualche motivo hanno stuzzicato la sua curiosità. Tutte caratterizzate da determinazione, consapevolezza, coraggio. Non necessariamente in un’ottica politica o femminista: semplicemente, con una personalità così forte da non passare inosservata. Margaret Hamilton, di cui personalmente non ricordavo il nome ma che è ben scolpita nella mia memoria col volto verde e ghignante della perfida Strega dell’Ovest: donna molto brutta ma pertinace e convinta di poter ugualmente fare l’attrice. E che attrice, trovatemi un bambino che non sappia chi è! Agnodice che nell’Atene del IV secolo A.C. si dedica anima e corpo alla ginecologia (sebbene all’epoca in Grecia le donne non potessero esercitare la professione medica). Giorgina Reid che dal 1970 si è presa cura del faro di Montauk per quindici anni, pur di evitarne il crollo in mare (e ci riesce!). 30 ritratti di donne da scoprire e da cui farsi ispirare, ottimamente ristampati da Bao Publishing in un’elegante edizione integrale che tutti dovrebbero avere in libreria.

Indomite di Pénélope Bagieu, Bao Publishing 2022

Marco GremignaiMister Jinx

Da molto tempo, l’unico fumetto che continuo a seguire appena viene pubblicato è Zagor che nel 2022 è stato protagonista – come sempre accade per i fumetti seriali – di storie buone e di altre meno buone (la migliore mi è sembrata L’acqua che urla di Barbieri & Barison, meritoriamente segnalata da uno dei miei colleghi). Tra i pochi fumetti extra-Zagor che ho letto l’anno scorso, il mio Best Of se lo aggiudica sicuramente la quinta uscita delle Grandi Storie Bonelli, dedicata al più grande avversario di Martin Mystère: Mister Jinx. L’albo contiene la ristampa delle prime due apparizioni del mefistofelico vilain… e cioè proprio le mie due storie mysteriane preferite, come spiegavo qualche mese prima in un articolo che avevo scritto per la mia rubrica Bonelli forever. E quale (bella) sorpresa è stata, per il sottoscritto, leggere le parole del creatore di Martin nell’introduzione a questa ristampa, con Alfredo Castelli che spiega la trasformazione attuata sul suo personaggio proprio con l’arrivo di Jinx, con la svolta da “Martin Mystère” a “Buon Vecchio Zio Marty”: concepito all’inizio come una specie di James Bond (“mi era pure un po’ antipatico”, scrive Castelli), Martin acquisisce – a causa dei ritardi cronici nella sceneggiatura da consegnare al disegnatore, Giovanni Freghieri – lo spessore e l’umanità che lo contraddistinguerà definitivamente e che tanto mi avevano colpito a suo tempo. Due storie appassionanti e coinvolgenti, soprattutto nella descrizione del rapporto tra Martin e Diana, che questa ristampa ha riportato doverosamente alla ribalta nell’anno del 40° compleanno del personaggio. Un albo davvero interessante che include inoltre una sorta di cameo jinxiano, poi sviluppato sulla collana mensile, che Castelli e Giancarlo Alessandrini pubblicarono sull’Espresso nel 1988 (una panoramica completa di tutte le apparizioni di Mister Jinx è consultabile in questo interessante articolo del nostro Cristian di Clemente).

Grandi Storie Bonelli 5 – Mister Jinx di Alfredo Castelli, Giovanni Freghieri e Giancarlo Alessandrini, Segio Bonelli editore settembre 2022

Oscar TamburisIl Maestro

La continua ristampa di capolavori letterari del passato – ivi incluse le opere a fumetti – permette di mantenerne vivo il ricordo e la suggestione con il passare delle generazioni. Sono però tante le cosiddette “piccole gemme” cui spesso viene negata questa possibilità, non fosse altro per l’oggettiva impossibilità di ristampare ogni cosa, per cui ogni loro riproposizione va salutata con un particolare gratitudine: è questo per me il caso de “Il Maestro”, capolavoro indiscusso di Mino Milani (tra i tanti della sua carriera), e di cui si è abbondantemente (e doverosamente) già parlato anche su questi lidi.
Senza quindi aggiungere informazioni ulteriori, va soltanto fatto un plauso all’editoriale Cosmo per aver ristampato nel 2022 in formato da edicola, su due numeri successivi della collana “I maestri del fumetto”, l’intera produzione di Milani incentrata sul misterioso e affascinante Maximus, esperto dell’occulto, padrone delle arti mistiche (ma tanto altro ancora) che, nel suo completo giacca-e-cravatta e dalla sua dimora sulle colline di Los Angeles, intraprende una serie di avventure il cui fascino rimane tuttora immutato: sebbene infatti la serie sia targata anni ’70, le pur evidenti differenze in sede di scrittura rispetto alle tendenze correnti non incidono sulla resa finale delle storie. Da un lato quindi la corposità del materiale narrativo (in genere una decina di tavole, mai soggette a cadute di ritmo), dall’altro l’apporto grafico dell’altrettanto torreggiante Aldo Di Gennaro nella sua piena maturità artistica (salvo la presenza di succedanei – più o meno ufficiali – come un giovane Alessandrini prima di Martin Mystére), il prodotto finale risente in maniera davvero relativa dello scorrere del tempo, e si pone all’attenzione del lettore moderno come uno dei quei “capolavori dimenticati” che, proprio in quanto capolavori, meritano una presenza più costante
nelle edicole e nelle librerie per i tempi a venire.

Il Maestro di Mino Milani e Aldo Di Gennaro, Editoriale Cosmo 2022

La Redazione

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