Dopo il ritorno a Darkwood e la nuova sconfitta dell’arcinemico Hellingen, per Zagor si era concluso definitivamente il ciclo denominato Odissea Americana… ma non si era affatto conclusa la Golden Age, anzi! Questa storia magistrale, iniziata con toni leggeri – grazie al ritorno dell’improbabile mangiatutto Going Going e degli studiosi tedeschi Kruger e Mayer – proseguiva in un’atmosfera cupa e opprimente, via via che i protagonisti si addentravano in un territorio teatro di sconvolgenti (e rapide) mutazioni che trasformavano la fauna esistente.
Nolitta imbastisce una trama basata sull’attesa dell’apparizione dello spirito maligno che infesta il Dark Canal, assecondato alla perfezione dai disegni di Donatelli. E quando il mostro arriva, che sorpresa per i cinefili… visto che ha le sembianze del Mostro della Laguna Nera, protagonista di una trilogia cinematografica degli anni ’50 per la regia di Jack Arnold (poi rimpiazzato da John Sherwood nel terzo e ultimo film).
Sergio Bonelli aveva una vera e propria predilezione per quella trilogia (come, d’altronde, per tutto il cinema a stelle & strisce), tanto che molti anni dopo avrebbe riproposto il mostro – citandolo in modo ancora più diretto – nella penultima parte della “storia-fiume” con cui concluse la pubblicazione mensile del suo Mister No.
Da parte mia, all’epoca non conoscevo quel film, ma la trama mi attirò tantissimo – inclusa la tirata vagamente “anti-scientifica” con cui Zagor stigmatizzava chi tentava di violare le leggi della natura. Peccato che il tragico finale fosse attenuato, a parer mio, dalla paura di Cico che, avendo bevuto a sua volta (ma sputato appena in tempo) l’acqua contaminata colpevole delle mutazioni rischiava di trasformarsi a sua volta. Ricordo che pensai, letteralmente: “ma anche se, dovresti trasformarti in un mostro, non in un pesce!” – come invece il panciuto messicano continuava a ripetere…
PS: eoni dopo, il Mostro della Laguna Nera sarebbe divenuto una star di Striscia la Notizia… lo preferivo sui fumetti Bonelli.
L’approfondimento sulla Golden Age di Zagor