Sergio Bonelli Editore ha annunciato per il mese di ottobre 2024 il primo di quattro volumi che riprendono e approfondiscono ulteriormente la miniserie Zagor – Le origini, pubblicata in prima istanza tra giugno e novembre 2019. Non si tratta più di scoprire cosa si cela dietro gli spazi vuoti del classico nolittiano e ferriano Zagor racconta… per sapere come il giovane Pat Wilding divenne lo Spirito con la Scure, bensì di raccontare le gesta del giovane protettore di Darkwood prima di conoscere quel che sarà il suo fedele Sancho Panza, cioè Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales detto Cico.
Non entro naturalmente nel merito del contenuto, anche se la notizia dell’ennesima rielaborazione della Palude maledetta sta già alimentando una polemica in rete, su vari e attivissimi forum zagoriani, in modo forse prematuro: come parlare ed eventualmente criticare una storia che ancora si deve leggere? Si dia tempo al tempo. Confesso poi che plaudo al necessario aggiornamento di un personaggio che ha da poco varcato la soglia encomiabile dei sessant’anni: chi scrive ha acquistato la miniserie Le origini nel formato originale da edicola, ha gustato il piacere di leggerla nel formato “alla francese” (i volumi cartonati da 64 pagine) che dà maturità formale e respiro alle tavole, e non mancherà di acquistare pure un’eventuale versione in bianco e nero se questa sarà mai messa in cantiere, tanto merita la diversità del segno. E, sia ricordato, chi meglio di Moreno Burattini – in questa occasione, con i disegni di Arturo Lozzi – poteva dar credito e séguito ad una tale operazione, visto che si tratta (a detta di molti) del miglior esegeta zagoriano, che da eterno e autentico appassionato – basta leggere l’autobiografico Io e Zagor per rendersene conto – si è messo al servizio di un personaggio che ha sempre sentito “suo”?
Quel che pone un interrogativo, spero legittimo, è invece l’annuncio che la nuova miniserie (denominata Anno Uno sulla scia della riscrittura di Batman operata negli anni Ottanta da Frank Miller, che tanti emuli ha fatto) sarà distribuita esclusivamente nelle librerie. Non intendo discutere logiche aziendali ed economiche che saranno state sicuramente e doverosamente studiate a tavolino, dati di vendita alla mano. Ma se la più grande casa editrice italiana decide di affidare al mercato librario le novità di un personaggio portabandiera come Zagor, che tranne due eccezioni particolari ha sempre visto una prima uscita nazionale nelle edicole e solo in séguito nelle librerie, allora il crinale è già stato varcato, e non c’è più nulla da fare. Scrivendo così non dimentico infatti che proprio Zagor ha avuto almeno due anteprime librarie: ma se da un lato le due collane a strisce, Darkwood nel 2018 e Scure l’anno successivo (entrambe composte di sei albetti) si rivolgevano in prima istanza al mercato collezionistico in un formato che, difficilmente, sarebbe stato visibile sugli scaffali delle edicole, dall’altro il team-up con Flash, al pari di quelli di Dylan Dog e Nathan Never, è stato preceduto in edicola da un albo con storie emblematiche dei due comprimari, nonché da una breve anticipazione della storia a venire. E, sia detto per inciso, Dylan Dog ha incontrato Batman in tre albi da edicola (pur con le immancabili cover variant a prezzo maggiorato), solo poi raccolti nel cartonato librario. Nel caso di Zagor – Le origini: Anno Uno, la decisione è invece senza precedenti: il sequel di un’operazione editoriale come Le origini, progetto pensato per ritrovare e rinnovare il pubblico delle edicole, compie una vera e propria rivoluzione copernicana ponendosi all’opposto non nel contenuto, ma nella forma.
È un dato di fatto che le edicole, in Italia, stanno progressivamente perdendo terreno: nel maggio 2022, in un editoriale pubblicato in tutte le testate, lo stesso Davide Bonelli aveva chiesto agli acquirenti di fidelizzare l’acquisto nelle edicole al fine di “razionalizzare la distribuzione, evitando di disperdere troppe copie”. Il Covid si è certamente fatto sentire anche in questo frangente. Quando mio padre, anni fa, passava ogni mattina in edicola, il gestore gli faceva trovare pronti il quotidiano, Lanciostory e tutte le serie Bonelli che acquistava regolarmente. Oggi non è più il caso e l’edicola, per sopravvivere, si è trasformata in una sorta di negozio di giocattoli e altri oggetti.
Certo, il formato “cartonato” darà dignità anche al contenuto, e il pullulare di scuole di fumetto (nonché l’istituzionalizzazione di veri e propri musei riservati al medium, come il Paff! di Pordenone) testimoniano un rinnovo e un allargamento generazionale dell’interesse e quindi – è l’auspicio – anche delle vendite. Ma, come dice Burattini, purtroppo Zerocalcare è un’eccezione, non la regola… e non sono sicuro che il mercato librario italiano dei fumetti sia strutturato come quello francese: le vendite di autori di punta come Teresa Radice e Stefano Turconi per BAO, eccezionali in Italia, sono considerate “nella norma” in Francia.
La scelta della Bonelli fa nascere qualche domanda (e preoccupazione) in molti lettori, perché conferma un orientamento in atto sul quale non serve avere rammarichi luddisti: è un dato di fatto, punto. C’è da sperare, per ogni appassionato di fumetti, che la scelta sia giusta non perché è l’unica, ma perché è quella buona.