“City lights” di Igort

Un quaderno di disegni, accumulati nel corso degli anni, tra un viaggio e l'altro

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8/10

Igort è uno dei fumettisti più poliedrici che circolano nel panorama fumettistico internazionale. E no, non esagero scrivendo questa affermazione!

Se avete letto gran parte della sua fumettografia, se avete in mente il suo percorso musicale, artistico e cinematografico, capirete il perché. Ma soprattutto, Igort riesce ad essere diverso nel modo di gestire il suo lavoro nella produzione dei fumetti. Non esiste un’opera che sia simile all’altra, o perlomeno, che abbia dei connotati uguali. Da Quaderni Giapponesi a 5 è il numero perfetto, da Il letargo dei sentimenti a Yuri c’è sempre un tratto diverso e solitario che emerge e vien fuori con una voglia di fantasia incredibile.

Tra le altre cose, ricordiamo che Igort è stato il fondatore di Coconino Press prima e di Oblomov oggi, portando in Italia fumettisti altrimenti difficilmente traducibili nel nostro paese.

Proprio in Coconino lanciò una collana di fumetti chiamata “Cahiers” da lui stesso diretta, con nomi decisamente importanti.
All’interno di essa si inserisce questo City lights, un quaderno – appunto a fumetti – figlio di un viaggio notturno, nella piena esplorazione della solitudine.

La forma “quaderno” nella sua eccezione artistica ha un lato di fascinazione che si spinge oltre la sua semplice funzione. È un oggetto che gli artisti utilizzano per prendere appunti, buttare giù idee e catalogare quelle istantanee della vita durante dei viaggi senza far uso della macchina fotografica.

E in questo quaderno Igort inserisce tutto se stesso, tanto da definirlo uno dei suoi lavori più cari, forse anche più intimi, perché all’interno di esso non sono rappresentati solamente delle macchie d’inchiostro, ma vengono evidenziati il suo rapporto con la vita, i suoi attimi passati ad osservare, ad ascoltare, a vivere emozioni che ora riemergeranno per sempre su un foglio di carta.

City Lights è composto da poche pagine, in formato orizzontale, cosicché una volta aperto si ha l’impressione di guardare una panoramica, come un estratto di realtà riportato all’essenza.
<<Disegnare quasi a occhi chiusi, senza troppi riguardi, nel tentativo di fissare un’atmosfera da raccontare poi in questa o quella storia a fumetti.>>
Ecco, questo fumetto è un piccolo viaggio nella vita, un racconto di sensazioni sulla base di un pezzo di Ornette Coleman.

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Michele Tarzia

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