Qualche riflessione, non una recensione, bensì una constatazione – che troverete alla fine, dove capirete quali sono i mondi che non si incontrano.
Spoiler: NON sono quelli di Zagor e Flash, bensì altri due…
Non ho resistito alla tentazione. Quella di leggere il team-up tra Zagor e Flash, intendo, nella versione da edicola e in formato bonelliano ristampata in due albi, pubblicati a maggio e giugno. Non ho resistito perché, appunto, per il sottoscritto la strada maestra è sempre stata l’edicola… e quindi niente volumoni da libreria o serie a strisce da fumetteria (poi lette quando, a loro volta, sono state ristampate negli Speciali), né altre iniziative extra di vario tipo – con un’unica eccezione, di cui parlerò in séguito. Come dite? Sarebbe un’eccezione anche la Collezione Storica A Colori? No, perché anche quella era un’iniziativa da edicola.
Qualche riflessione personale – sottolineo: PERSONALE – dopo la lettura, dunque, a ruota libera e in ordine sparso. Ho rigorosamente evitato di leggere pareri o commenti sul web per non farmi “condizionare” – anche se, inevitabilmente, di questa storia si è parlato nelle liste interne di uBC e quindi alcuni redattori hanno influito (involontariamente) su quanto sto scrivendo. La spinta definitiva me l’ha data il giudizio di Marco “Baltorr” Corbetta, un uBicciotto che è profondo conoscitore di ENTRAMBI i personaggi e quindi, proprio per questo, l’unico a cui ho chiesto esplicitamente un parere che confermasse certi dettagli.
Di conseguenza, questa non è una recensione: non avrei gli strumenti giusti per scriverla, visto che (a differenza di Baltorr e di altri lettori) NON conosco abbastanza Flash… cioè, diciamocela tutta: NON ne so quasi niente, ad eccezione del fatto che è un supereroe dell’universo DC Comics, che corre velocissimo e che si chiama Barry Allen. Davvero troppo poco, insomma. Tanto tanto fosse stato Batman, o Superman… ma i team-up con questi supereroi sarebbero stati ancora più improbabili (oltre al fatto che erano impegnati a loro volta con altri personaggi bonelliani, a iniziare da Dylan Dog…).
Mi è impossibile, quindi, valutare la situazione creata dagli autori per giustificare l’incontro di questi due mondi, quello della scure e quello del fulmine. Certo, ho dato per scontato che la professionalità e la preparazione degli sceneggiatori – Mauro Uzzeo e Giovanni Masi – fosse tale da aver “centrato” le caratteristiche di Flash come hanno fatto con quelle di Zagor… ma capirete bene che, non sapendo minimamente chi siano i Rogue o Gorilla Grodd, su questo aspetto posso soltanto fidarmi della conferma di Baltorr (anche se il fatto che Zagor riesca a colpire Flash quando ancora non è completamente “rallentato” mi è sembrato francamente un tantino esagerato).
E una valutazione dei disegni di Davide Gianfelice (con il contributo, ai colori, di Adele Matera e Luca Saponti)? Beh, qui sì che sono in difficoltà ed è facile capire perché: uno Zagoriano cresciuto a pane & Ferri – o, al massimo, Donatelli e Bignotti – come il sottoscritto resta letteralmente a disagio di fronte a un impianto grafico così diverso da quello che trova abitualmente sulle pagine dello Spirito con la Scure. Il layout delle tavole e la caratterizzazione dei personaggi sono adatti a un albo di supereroi e risultano molto fuori dal canone, molto più dei piccoli “esperimenti” talvolta apparsi sulle pagine degli Zagor+ (quelli con le storie brevi) che già non mi avevano convinto.
Insomma, la sensazione globale dopo la lettura – RIPETO: per uno Zagoriano tradizionale che non conosce Flash e non ama particolarmente i comics, né i loro dialoghi frizzanti e roboanti – non può essere positiva. È inevitabile. Per uno come Baltorr, invece, l’incontro tra due personaggi così amati (e rispettandone le caratteristiche) è una specie di sogno che si avvera. Due poli praticamente all’opposto… e inconciliabili.
PS: non credo che vada meglio all’eventuale appassionato di Flash che non conosce Zagor e quindi vede il suo eroe sbarcare nel West, dove incontra un tipo con uno strano costume, affiancato da un pancione messicano e sfidato da un sacco di nemici “sconosciuti” (come a me sono sconosciuti i Rogue e Grodd).
Naturalmente immagino la possibile obiezione di chi sta leggendo questa sfilza disordinata di spunti e idee: “Non sarà che sei semplicemente maldisposto di fronte ai team-up? Guarda che se ne sono visti di ben più improbabili, se hanno fatto incontrare Batman & Scooby-Doo (…) non c’è da meravigliarsi di niente”. Beh, se è per questo mi ha dato molto più fastidio un altro team-up zagoriano più “plausibile” (nessun incrocio di mondi diversi, logisticamente o cronologicamente) in cui, ahimè, diversamente da Flash conosco bene il suo compagno di avventure… ma il discorso rischierebbe di farsi troppo lungo e ben poco gradevole. Lasciatemi soprassedere.
Insomma: questa operazione commerciale è riuscita? C’era davvero “bisogno” di un team-up tra Zagor e Flash? E ampliando il discorso: c’era davvero “bisogno” dei team-up tra personaggi bonelliani e supereroi della DC Comics?
Qui il discorso si fa più complesso e servirebbero dati di vendita certi, oppure maggiori dettagli sugli accordi tra le case editrici per avere un’idea più chiara. Quante copie sono state vendute del volume Zagor-Flash cartonato e in gran formato, uscito nel 2022? Quanti lettori di Flash sono stati attratti / incuriositi da questo team-up al punto da voler conoscere meglio Zagor – e quindi acquistarne altri albi? Quale impatto potrebbe esserci oltre oceano, dove la Epicenter Comics pubblica Zagor e altri eroi bonelliani, compresi Dylan Dog, Mister No, Magic Wind (…) e, naturalmente, Tex? Impossibile saperlo, almeno per me.
La mia sensazione, tuttavia, è che il successo di vendite di questa iniziativa sia comunque dovuto non tanto alla bontà della storia o dei disegni, quanto alla fedeltà del lettore zagoriano “completista”. Quello che (magari solo nella versione da edicola) non si perde nemmeno un albo del suo personaggio preferito. Quello che forse, a suo tempo, si è anche spinto ad acquistare il libro scritto da Davide Morosinotto, come ho fatto io (l’eccezione di cui parlavo all’inizio – e resto convinto che l’abbiano acquistato molti “old kids”, invece dei “young adults” a cui era teoricamente dedicato). Quello che continua a dare fiducia alla Sergio Bonelli Editore qualunque cosa pubblichi, anche se in alcuni casi avrebbe molto da obiettare.
Ed ecco la constatazione di cui parlavo all’inizio: i mondi che non si incontrano (meglio: che non si incontrano più) non sono quelli di Zagor e di Flash, bensì il mio e quello delle iniziative bonelliane odierne. Mi rendo conto che sono due mondi sempre più lontani: OK, il mio forse è troppo ultratradizionalista, troppo legato al “prodotto fumetto”… ma sono sempre più a disagio di fronte alla progressiva perdita di un’identità forte e ben precisa della mia casa editrice preferita, tra miniserie “ret-con”, film, cartoni animati, libri, variant, gadget e chi più ne ha, più ne metta.
Una soluzione a questo “allontanamento”? Nessuna. La SBE continuerà – naturalmente e legittimamente, intendiamoci – a intraprendere le iniziative che ritiene più opportune, io continuerò ad allontanarmi (come, temo, molti altri lettori)… anche se so già che non resisterò all’acquisto del prossimo Speciale di Zagor, in cui verrà recuperato l’inedito di Giorgo Pezzin e Pini Segna intitolato Il Re di Cuenca Verde, risalente agli anni Settanta e che Sergio Bonelli in persona aveva deciso di non pubblicare… ma questa è un’altra storia.
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