Daria e Carlo, gli amici di Eva e Diabolik

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Per completare, diciamo così, la mia personalissima panoramica di generi inseriti nella rubrica Evergreen, che si occupa di un unico albo pubblicato in una delle innumerevoli collane di collaterali apparsi negli ultimi vent’anni in edicola, “mancava” un rappresentante del fumetto italiano – escludendo, naturalmente, gli eroi bonelliani e le storie disneyane scritte dai maestri nostrani. E chi potevo scegliere, se non il Re del Terrore?


Eva e Diabolik che chiacchierano amabilmente, senza maschera, con i vicini di casa (cioè, di rifugio)? Com’è possibile? Semplice: Daria e Carlo sono ciechi e sono diventati amici dei due criminali, che li aiuteranno a cavarsela in una situazione difficile… E diventano tanto amici da tornare al loro fianco anni dopo, quando è Diabolik ad aver bisogno di aiuto perché a sua volta (temporaneamente) cieco, in un’avventura che vedrà un’Eva spietata quanto mai per difendere il suo uomo.
Due avventure dell’eroe nero creato dalle sorelle Giussani, con la prima che costituisce una godibile variazione sulla “dirittura morale” di Diabolik quando si tratta di punire criminali peggiori di lui – aiutando indirettamente Ginko – e la seconda che propone il graditissimo ritorno in scena degli stessi personaggi con le loro peculiarità, in un sequel che sfrutta abilmente quanto accaduto nella storia precedente.

 


Braccati dalla polizia, minacciati dalla criminalità organizzata, Diabolik e Eva non hanno mai potuto permettersi di avere amici. Solo una serie di circostanze molto particolari li portano a frequentare serenamente, “normalmente” Daria e Carlo.
Ma quella serenità durerà poco, troppo poco.

(La presentazione dell’albo, in quarta di copertina)

Gli eroi dei fumetti, salvo rare eccezioni, vivono in un eterno presente e non invecchiano mai. In alcuni casi, le loro avventure sono inquadrate in una continuity – talvolta blanda, talvolta più serrata – che attrae molto il lettore, in quanto il ritorno di grandi amici o di grandi avversari dei protagonisti è spesso (ma non sempre) sinonimo di “evento”, anche se in alcuni casi gli autori finiscono per abusarne.

Invece per Diabolik – prototipo dell’eroe che vive in un eterno presente, aggiornando continuamente setting e marchingegni – la continuity è stata sconosciuta per tantissimi anni, con le avventure che si concludevano in un unico albo per poi “ricominciare da zero” nell’albo successivo, tranne rarissime eccezioni di avventure sviluppate in due albi (di uno di questi casi parlerò prossimamente nella mia rubrica Anni 70) e altrettanto rari ritorni di personaggi ricorrenti all’infuori di Altea: su due piedi mi viene in mente soltanto Bettina, la bambina protagonista di due episodi nel 1966 e nel 1971, poi ricomparsa sulla collana regolare (cresciuta) nel 2019 e, in un paio di casi, sugli albi della collana Il grande Diabolik – che invece si è spesso basata su ritorni, remake ecc.

Le cose cambiano leggermente verso la fine del millennio precedente, quando i ritorni – anche nella collana regolare – si intensificano pur senza mai divenire la regola. E Daria e Carlo sono per me l’esempio di “ritorno” più azzeccato (comunque, a distanza di ben sette anni), in quanto la loro presenza costituisce il motore di un’avventura paradigmatica del Re del Terrore e, in séguito, permette un approfondimento psicologico dei sentimenti contrastanti di Diabolik, rimasto cieco per un’esplosione e dibattuto tra l’amore per Eva e la tentazione di “farla finita” temendo la sua compassione.

Il testimone si apre con uno spaccato di “vita privata normale” di Eva e Diabolik, addirittura senza le abituali maschere che indossano ogniqualvolta devono socializzare o preparare i colpi da mettere a segno: ciò è reso possibile solo dal fatto che i loro vicini sono ciechi eppure praticamente autonomi, avendo sviluppato tantissimo gli altri sensi… al punto da aver riconosciuto la coppia che stanno frequentando. L’abilità di Luciana Giussani, sceneggiatrice dell’episodio, è quella di rendere palpabile i sentimenti dei protagonisti: Diabolik ammira Daria e Carlo “per il coraggio con cui affrontano la vita, come fossero persone normali”, mentre Carlo (che ha riconosciuto Diabolik al tatto) non l’ha denunciato, affermando “provo una profonda ammirazione per l’intelligenza con cui arrivi ai tuoi scopi”, diversamente dal modo in cui agisce Parker, un criminale senza scrupoli che gli ha rovinato la vita dieci anni prima rendendolo cieco – e che adesso cerca di ucciderlo.
Su queste solide premesse, l’autrice imbastisce una trama in cui tutto si tiene: l’aiuto che Eva e Diabolik danno ai loro amici per ottenere giustizia serve, al contempo, anche a Ginko che è in cerca di elementi per incastrare Parker (da lui ritenuto colpevole dell’attentato di dieci anni prima), pur non disdegnando, naturalmente, di mettere a segno un colpo gigantesco ai danni dello stesso malvivente e di consegnarlo a una gang rivale che lo ucciderà. In questo modo Daria e Carlo non dovranno più temere vendette: al contempo, però, dovranno rifarsi una vita altrove e in incognito perché Ginko cercherà di trovarli…  Le ottime matite del veterano Sergio Zaniboni, affiancato alle chine da Brenno Fiumali e Franco Paludetti, rendono la lettura estremamente godibile.

Con quale pretesto potevano tornare in scena questi due personaggi, visto l’epilogo dell’episodio precedente? Ce lo spiegano, sette anni dopo, Marco Cortini e Patricia Martinelli con Colpo alla cieca, dando vita a una sceneggiatura perfetta: Diabolik, rimasto cieco, non vuole la pietà di Eva e diventa scontroso, intrattabile, incapace di rassegnarsi ad aver sempre bisogno di qualcuno. Come può salvarlo Eva? Chiedendo aiuto ai vecchi amici Daria e Carlo, che però non sembrano riuscire a convincerlo a una vita “normale” in cui imparare a muoversi senza il senso della vista… “Non ce la faccio ad accettare una vita senza sfide, senza rischi, senza avventura”, confessa a sé stesso il Re del Terrore: all’apparenza, comunque, sembra star meglio, grazie all’intervento degli amici.
Sembra… perché in realtà ne accetta consigli e “tecniche” solo per poter fare un ultimo colpo (quello fallito a inizio albo) e offrire un regalo d’addio a Eva, finendo però arrestato. Carlo e Daria diventano fondamentali per rivelare a Diabolik il modo in cui Eva lo farà evadere, regolando così anche i loro conti in sospeso con Ginko – che può quindi apparire a sua volta nella trama – per giungere infine a un epilogo davvero “forte”, con Eva che si vendica in modo particolarmente efferato dell’oculista che aveva visitato Diabolik e (per odio personale) aveva detto che non avrebbe mai recuperato la vista, cosa invece possibile con un trapianto di cornee. [Spoiler: chi volesse leggere l’epilogo, può cliccare qui.] Ottime, anche in questo caso, le matite di Enzo Facciolo, altro veterano diaboliko affiancato alle chine da Giorgio Montorio.

Due avventure davvero belle, riunite in un unico albo per gustarle appieno. Buona lettura.

Il testimone viene pubblicato a gennaio 1992 (Diabolik Anno XXXI, n. 1) e costituisce il 552° episodio della collana regolare, mentre Colpo alla cieca è il 630° episodio, pubblicato ad agosto 1999 (Diabolik Anno XXXVIII, n.8). Queste due avventure vengono ristampate assieme nel collaterale intitolato Gli eroi del fumetto di Panorama – Diabolik prima serie, pubblicato da Panorama all’inizio del 2005 e comprendente dodici albi cartonati, in cui vengono proposte ogni volta due avventure del Re del Terrore che si sono sviluppate in due albi consecutivi, oppure legate dal ritorno di uno o più personaggi secondari (come succede nell’albo di cui ho parlato), per poi concludersi con l’11° albo che raccoglie una coppia di storie in cui, eccezionalmente, Eva diventa nemica di Diabolik e il 12° in cui la coppia di storie vede Ginko, altrettanto eccezionalmente, alleato del criminale.

LA STORIA DI DARIA E CARLO, GLI AMICI
Testi: Luciana Giussani, Marco Cortini, Patricia Martinelli
Disegni: Sergio Zaniboni, Enzo Facciolo et al.
In: Gli eroi del fumetto di Panorama – Diabolik prima serie
Numero 2, 21 gennaio 2005
Editoriali di Mario Gomboli
Cartonato, bianco & nero, 256 pagine

 

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