Il mancato riconoscimento culturale e istituzionale del fumetto in Italia, terra di scrittori e disegnatori altrove acclamati, è testimoniato anche dalla rara produzione saggistica. Ad eccezione di Hugo Pratt, le benemerite iniziative dell’ANAFI, di ComicOut (Lezione di fumetto) e del museo Paff! di Pordenone soffrono della stessa mancanza di visibilità delle pur ottime produzioni amatoriali, difficilmente reperibili al di fuori della cerchia degli appassionati.
Diversa la situazione in Francia, ove la saggistica, sia sul medium che sugli autori, ha il suo posto tanto in collane universitarie – ne abbiamo parlato qui – che nelle librerie. Seuil, storica casa editrice letteraria, ha per esempio appena pubblicato una biografia dell’immenso Jean Giraud (Christophe Quillian, Jean Giraud alias Mœbius, 2024).
Diversa l’impronta della Monographie dedicata a William Vance, disegnatore e co-creatore di XIII. Come recita il sottotitolo, il libro è impostato su una serie di interviste condotte da Patrick Gaumer (co-autore vent’anni fa assieme a Claude Moliterni del monumentale Dictionnaire mondiale de la bande dessinée) tra il 2014 – quando i primi segni della malattia avevano già fatto posare la matita al disegnatore – e il 2018, anno della sua scomparsa.
Ma in realtà, e qui risiede la qualità del libro, oltre all’ottima fattura editoriale (tanto nell’impaginazione che nei documenti inediti, schizzi, copertine, tavole in esso contenuti) e oltre alla conoscenza dei ferri del mestiere di un disegnatore dal tratto inconfondibile, attraverso Vance e i suoi personaggi è alla storia della BD franco-belga – e quindi a una parte predominante del fumetto internazionale – che abbiamo accesso dall’interno, attraverso i gustosissimi e preziosissimi ricordi di chi ha portato quest’arte ai massimi livelli.