“Dampyr”
Dal fumetto al film

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Avete presente “Il giornale” della Sergio Bonelli Editore, interamente a colori, che veniva allegato alla fine di ogni albo? Con novità, piccoli approfondimenti e curiosità? 
Ebbene, in questi inserti “bonelliani”, oltre alle amenità appena descritte, spesso veniva annunciato il lancio di un nuovo personaggio, una nuova uscita editoriale o qualche ristampa.
Di recente, leggendo vecchie storie anni ‘90 di Julia, Dylan Dog, Nick Raider, mi sono imbattuto nel lancio di Dampyr, in quel bellissimo “Giornale” che oggi manca tanto.

A presentare il nuovo eroe della scuderia fu Sergio Bonelli.

Parto dalle sue parole per presentarvi questo nuovo articolo della rubrica Cinema & Fumetti perché, leggendo oggi quella presentazione, non avremmo mai immaginato che anni dopo ne sarebbe stato tratto un film. 
<<Come forse sapete, sono da sempre un appassionato dei classici film del terrore e nutro una particolare simpatia per i vampiri, sia cinematografici che letterari. Ma Dampyr è totalmente diverso e originale. Ne sono rimasto intrigato, incuriosito e anche, ve lo confesso, alquanto turbato>>. 

Ai tempi sembrava utopia per l’universo bonelliano, ma anche per il panorama italiano.
Se dovessimo pensare ai film tratti da fumetti, i primi che ci vengono in mente sono le opere di Marvel Studios e DC comics.
Eravamo nei primi mesi del 2000 e da lì a poco sarebbe arrivato nelle edicole Dampyr, il nuovo fumetto Bonelli. 
Oggi, dopo tanto lavoro, esiste anche Bonelli Entertainment, gancio di traino che butta sì l’occhio agli studios statunitensi, ma con l’impronta di quella cinematografia europea che tanto ha dato all’arte.

Dampyr il film è figlio di queste esperienze, un ibrido che gioca sul filo del rasoio per stare sia da una parte che dall’altra.

Tra storia e tradizione

Dampyr nasce dalla penna di Mauro Boselli e Maurizio Colombo, che riescono a dar vita a qualcosa che, in principio, poteva risultare banale e sicuramente già visto. Nella cultura nerd, i vampiri sono stati usati e abusati, dalla musica al teatro, per non parlare dei libri e del cinema. Eppure, con caparbietà e quel pizzico di magia mista alla lungimiranza di due autori già affermati in casa Bonelli, si riuscì a tirar fuori un personaggio e delle atmosfere per un fumetto che oggi – molti anni dopo – ancora esce mensilmente in edicola.

La saga di Dampyr inizia in una zona di guerra, ma ben presto il contesto “scenografico” cambierà. Si parte dai Balcani, passando per le coste della Cornovaglia, si tocca l’Europa Centrale e le distese del Grande Nord. Un’esplorazione così vasta che toccherà vette e luoghi inospitali, situazioni magiche e mistiche. 
Il genere che si prefiggono di tracciare i due creatori della serie è quello horror avventuroso. Genere che per forza di cose dovrà scrutare tutte le più svariate e possibili declinazioni e, per arrivare alla buona riuscita della struttura narrativa, si attingerà spesso e volentieri al mondo delle “tradizioni” – di quelle belle, che rendono i racconti pieni di stupore, orrore e sangue.

Harlan Draka, ovvero il Dampyr, nato da una donna umana e da un vampiro, emerge nella sua grande maestosità con i primi due numeri che hanno fatto storia nel mondo del fumetto italiano: Il figlio del diavolo e La stirpe della notte, rispettivamente scritti dai due creatori Boselli e Colombo e disegnati da Mario Rossi – in arte Majo – che ne delinea anche l’aspetto grafico.
Saranno proprio questi due numeri, figli della stessa storia (divisa per necessità editoriali) a dare il via, anni dopo, all’universo cinematografico Bonelli. Proprio perché Dampyr è stato scelto per essere il primo film a essere trasposto dalla casa editrice milanese.

Come si arriva al film…

Come accennavo sopra, in casa Bonelli si stava ipotizzando di metter su qualcosa di bello che potesse arrivare oltreoceano e far vedere che, anche dalle nostre parti, il buon cinema tratto da fumetti era cosa possibile e non più pura utopia.
Nel corso degli anni sono stati realizzati vari film che hanno preso ispirazione dai personaggi Bonelli ma – precisiamo ancora una volta – mai con la concessione dei diritti di riproduzione della stessa casa editrice. 
Ci sono diverse pellicole, che partono da Tex per arrivare a Dylan Dog, alcuni inguardabili, altri meno brutti. Sempre, negli anni, si è parlato tanto di produzioni su serie TV e film che dovevano iniziare la fase di produzione e che poi sono rimaste idee chiuse nel cassetto.

Detto ciò (senza soffermarsi troppo sulla storia multimediale di Bonelli), passiamo al 2022, quando viene presentato il film su Harlan Draka: Dampyr!

Il film è, come accennato sopra, una trasposizione delle prime due storie della serie a fumetti, una scelta giusta e rigorosa. Si parte dall’inizio, quindi, per cominciare a strutturare un possibile (perché no) arco narrativo che porterebbe il Dampyr ad una futura saga cinematografica.
Il film lavora molto bene con la storia, tanto che diverse scene sono un passaggio quasi necessario per essere riprese come nelle tavole originali. 
Parliamo soprattutto della fase iniziale, dove il regista (coadiuvato dal buon team di sceneggiatori, gli stessi autori della serie) mette in scena in modo didascalico il prologo del fumetto.

All’inizio di questo scritto, parlavo del fatto che sia la produzione che il regista del film gettano lo sguardo ai “cinecomics” statunitensi non solo nella “visione” narrativa ma, soprattutto, in quel senso di climax accattivante che “loro” riescono a fare e gestire al meglio.
Un climax dato non solo da un montaggio prettamente portato ad “accompagnare” lo spettatore al finale senza porsi molte domande, ma anche di subliminarlo attraverso quella fotografia prettamente da “cinecomics” supereroistici – e ben sapete quanto i personaggi Bonelli siano lontani da questa personalità. 

Tra l’altro, la scelta della produzione di affidarsi ad un regista “sconosciuto” dà molto da riflettere. Sicuramente deve essere stata una scelta abbastanza ardua affidare la “prima uscita” mondiale ad un neofita.
Riccardo Chemello, comunque, porta a casa un buon lavoro, lasciando i (legittimi) pregiudizi a chi vuole solo criticare senza alcuna visione costruttiva.

Boselli e Colombo scrivono la sceneggiatura ma adattandola a quella narrazione filmica che, per forza di cose, richiede una continuità diversa da quella fumettosa. Ne esce fuori un plot davvero esplosivo, pieno di effetti speciali e ambientazioni ad hoc per preparare il terreno ai luoghi del fumetto.

Harlan Draka
Wade Briggs è "Harlan Draka"

L’apparato attoriale, che tutti aspettavamo sui tre personaggi principali, è stato ben rappresentato. Harlan, Tesla, Kurjak sono stati impersonati da tre attori rappresentativi non solo di una generazione ma, molto più importante, di tutto il fanbase bel personaggio bonelliano.
Ho apprezzato molto il legame con la storia originale e la consapevolezza di avere tra le mani in primo film della nuova era digitale Bonelli. 
Il risultato fa ben sperare in un futuro lungimirante e carico di trasposizioni possibili.
Non vorrei sembrare troppo critico perché alla fine il film mi è piaciuto.

Nota a margine: sia chiaro, questo film non rientra assolutamente nel mio sguardo sul cinema – perché quest’ultimo verte su tutt’altra natura – ma collocandolo nel sistema dei film d’intrattenimento, allora può essere ben guardato. 

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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