Comment ça va, Mister No?

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Nelle pagine di uBC International ci siamo già occupati, in passato, della pubblicazione in terra francese  del nostro pilota preferito: 15 anni di presenza in edicola, dal 1976 al 1990, per un totale di 171 albi mensili. Le informazioni provenivano allora dal sito di un appassionato lettore francese, ma erano in alcuni casi lacunose oppure obsolete.

L’occasione di rituffarci nel passato e occuparci di nuovo di Mister No in Francia ci viene invece fornita da un bel libro di Robert Fournier, intitolato “L’aigle de l’Amazone” (“L’aquila del Rio delle Amazzoni”).

L’autore vive da molti anni nella Guyana Francese e ha viaggiato spesso nei luoghi bazzicati da Jerry Drake, di cui è un profondo conoscitore. Dopo numerosi articoli e recensioni su blog e forum stranieri dedicati al personaggio, Robert si è preso la briga di analizzare dettagliatamente le 63 storie di Mister No apparse nei 171 albi dell’editore Mon Journal (con una piccola appendice nel 2012, come vedremo in seguito). Nelle 276 pagine riccamente illustrate di questo libro (arricchite da una prefazione di Roberto Diso, che ha inoltre contribuito con due disegni inediti) veniamo così a scoprire una vera miniera di informazioni, curiosità, retroscena: ogni storia viene analizzata in dettaglio, con schede degli autori, trama, collage di immagini e confronti tra l’edizione italiana e quella tradotta.

Una delle immagini inedite di Diso nella prefazione

La pubblicazione di Mister No in Francia inizia a gennaio 1976, con soli sette mesi di “ritardo” rispetto all’edizione italiana dalla quale vengono riprese in toto le copertine. Ma gli albi di Mon Journal non sono completamente dedicati a Jerry, che occupa soltanto un’ottantina di pagine ogni mese per poi scendere a 76 negli ultimi tre anni di pubblicazione. Per il resto, il mensile propone storie di altri personaggi e soprattutto articoli divulgativi e racconti per ragazzi, in base a una legge dell’editoria francese (esattamente la “Legge del 16 luglio 1949 sulle pubblicazioni destinate alla gioventù”) contro le importazioni di comics americani, ritenuti troppo violenti – ma nella sorta di “autocensura” applicata dagli editori francesi finiscono anche i fumetti italiani. Inoltre, viene imposta una quota del 25% destinata ad autori francesi: ecco quindi il motivo della presenza contemporanea di più serie di fumetti all’interno dello stesso albo. Per fare un esempio, il numero 49 della collana contiene l’episodio di Mister No “Angoisse à Selva Preta” (82 pagine), poi un articolo su Jean-Baptiste Colbert, importante uomo politico della corte di Luigi XIV, un altro articolo sulle strane abitudini delle termiti (…) e, per finire, altre 32 pagine di fumetto dedicate a “Giddap Joe”, cioè il Rocky Joe pubblicato in Italia in appendice alle avventure del Comandante Mark nella Nuova Collana Araldo.

Il formato è ridotto rispetto agli standard bonelliani – 16,5 x 12 cm invece dei tradizionali 21 x 16 cm – e la qualità delle immagini ne risente in modo sensibile. La diversa foliazione, inoltre, rende necessaria l’aggiunta di copertine inedite (in totale, saranno 36), con una ristrutturazione del layout e della grafica a partire dal numero 114, pubblicato a giugno 1985: il logo viene modernizzato, mentre l’indicazione del numero viene ingrandita e spostata in basso al centro.

Il logo “tradizionale” (fino al n° 113 incluso) e il successivo restyling

Dicevamo delle copertine inedite: in rari casi, viene ripresa una vignetta interna con buoni risultati: si veda ad esempio quella del numero 41, dove troneggia il dio giaguaro disegnato da Bignotti. Ben più spesso, però, le copertine vengono prodotte da disegnatori non accreditati, con risultati non esattamente eccezionali (eufemismo): si veda quella del numero 6, la prima inedita, con la presenza francamente inopportuna di un volatile multicolore; oppure quelle dei numeri 45 e 51, provviste di onomatopee… Francamente incomprensibili, poi, le scelte per alcune delle copertine inedite post-restyling: se, come già detto, in basso al centro campeggia il numero, forse poteva essere disegnata ex-novo una copertina tenendo conto di questa presenza “ingombrante”, ma vedendo l’esito del numero 128 sembrerebbe proprio di no…

Alcune delle copertine inedite. Si noti il layout dell’ultima in basso a destra, con il numero che copre parte della scena

Per quanto riguarda i titoli, vengono scelte soluzioni spesso fantasiose ma soprattutto enfatiche, con una particolare predilezione per il gentil sesso: spiccano infatti “Strana Patricia“, “Intrepida Deborah” e “Terribile Delia“, insieme ad altri titoli del calibro di “L’imperdonabile crimine“, “Notte folle tra gli indios” e “Il terribile segreto di Atlantide“. Il registro scelto per i titoli è probabilmente legato al target cui gli albi sono rivolti, come si può anche evincere da altri dettagli particolarmente interessanti che veniamo a scoprire grazie al libro di Robert.

Quali sono, infatti, le differenze più curiose e stimolanti per il lettore italiano? È presto detto: i tagli, i rimontaggi e le vere e proprie “censure” che, in ossequio alla legge di cui parlavamo in precedenza, modificano alcuni passaggi delle storie, soprattutto quelli in cui Mister No, in qualche modo, “eccede” – nel linguaggio o nei comportamenti. Ecco quindi che vengono eliminate intere vignette in cui il nostro eroe fuma o beve, oppure vengono eliminati singoli balloon. Per fare un esempio, nella prima storia non viene eliminata alcuna vignetta ma vengono tagliati i seguenti testi:

– Questi sono i risultati dei baci di una mia innamorata… Voi sapete come sono le ragazze di Manaus… calde ed espansive!

– Una ex spia del servizio segreto di Hitler […]

– Ho passato metà della mia vita nei bar di tutto il mondo […]

– Il whisky è una cosa seria, accidentaccio, e come tale merita di essere trattato con rispetto!

– Gli aerei sono come le donne… Bisogna conoscere i loro punti deboli!

Nei numeri successivi iniziano ad essere tagliate intere vignette, ad esempio quelle che potete vedere qui di seguito nella terza storia (“L’ultimo cangaçeiro”):

Per quanto spiegato finora, è facile immaginare quale altro tipo di situazione sia finito sotto la “censura” dell’editore francese, ad esempio questi due baci – invero piuttosto focosi, per gli standard bonelliani dell’epoca… – nella storia “Il dio giaguaro”:


In linea generale, tuttavia, la traduzione francese (almeno fino al numero 114, quello appunto del restyling di copertina) è abbastanza libera ma al contempo in armonia con lo spirito della serie; spesso, inoltre, accentua lo humour – sia esso presente o meno nella versione originale – come ad esempio in questi passaggi tratti dalla seconda storia (“Amazzonia”):

– …come quel caimano che sta arrivando dietro di voi, per esempio!

diventa

– …come questo gentile caimano che sembra provare una certa attrazione per la bistecca di cittadino americano!

– Cosa diavolo aspettate ad usare quell’arma?

diventa

– Cosa aspettate? Che la cavalleria americana arrivi alla riscossa suonando la fanfara?

Vittime delle “sforbiciate” risultano inoltre, specie in occasione delle scene d’azione, le didascalie descrittive e/o esplicative di Nolitta, sostituite da dialoghi dinamici che puntano ad una maggiore vivacità (sempre tenendo d’occhio il target dei fruitori finali).

 

N° 1, tavole a confronto: dialoghi concitati al posto delle didascalie nolittiane
Stessa procedura per queste pagine del n° 2

Tornando però alle censure vere e proprie, impossibile non segnalare quanto accaduto in “Accusa di omicidio“, con Mister No ingiustamente rinchiuso in carcere nella classica storia sceneggiata da Alfredo Castelli: come già ampiamente analizzato da Robert nell’incipit di un suo bell’articolo scritto per uBC qualche anno fa, ogni riferimento storico alla Cayenna viene rimosso, facendo sorgere spontanea una domanda… Nel 1981, il bagno penale era ancora una pagina così oscura della storia della Francia da doverla nascondere ai ragazzi francesi?

Il restyling che inizia nel numero 114 non si limita alla grafica di copertina: da lì in avanti, la traduzione diventa più letterale, comprese le imprecazioni di Mister No che avevano dato modo ai traduttori precedenti di sbizzarrirsi (spesso inventandosi nuove imprecazioni in inglese, quali “Great guns!”, “Ten thousand devils!” e “Thundering guns!”). Da questo numero, vengono sempre più spesso usate le parole corrispondenti, e quindi:

– “Sangue di Giuda!” = “Sang de Judas!”

– “Per l’animaccia mia!” = “Sur mon âme!”

– “Sangue del demonio!” = “Sang du diable!”

Soprattutto, questo nuovo orientamento delle traduzioni provoca una sempre minore presenza dello humour scoppiettante che caratterizzava gli esordi della collana: aggiungiamoci la censura sempre presente, e il quadro è completo… Di lì a poco, nella storia “L’uomo che sapeva troppo” (ancora di Castelli), le vignette e i testi che si riferivano a “prostitute ormai completamente sfiorite [che] si preparano ad intrattenere qualche marinaio inebriato dalle bevute serali di cachaça” vengono inesorabilmente tagliati, insieme ad altre immagini ben più “caste”: Delia che getta un bacio, Mister No che si beve un bicchierino…

La collana prosegue ancora per qualche anno, per poi interrompersi bruscamente con il numero 171 uscito ad aprile 1990: tanto bruscamente che la storia che inizia in quel numero, la 63 (“Il dardo avvelenato” di Ongaro & Bignotti), verrà completata solo a dicembre 2012, grazie alla casa editrice BD13-18 che pubblica la storia completa recuperando le pagine pubblicate da Mon Journal e aggiungendo le pagine ancora inedite fino alla conclusione dell’episodio. Sul lato “censura”, però, Mon Journal aveva chiuso in bellezza: dati i presupposti fin qui analizzati, era naturalmente IMPOSSIBILE che il trittico di pagine con cui si chiude la storia 62 – il classico di Nolitta & DisoAttacco suicida” – potesse sopravvivere alla scure dell’editore!

Mister No in versione “maniaco sessuale”: tutte e tre le pagine vengono tagliate da Mon Journal

Marco Gremignai

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