Un ricordo di Sergio Bonelli

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Febbraio 1998: ero entrato a far parte di uBC pochi mesi prima, scoprendone l’esistenza grazie a Sergio Bonelli che aveva segnalato il sito nella posta di un albo di Mister No. Avevo conosciuto di persona gli altri uBicciotti nell’edizione autunnale di Lucca Comics e avevamo iniziato a ipotizzare una visita alla mitica redazione di via Buonarroti, riuscendo infine a fissare un appuntamento per intervistare il grande capo in persona.

Ero emozionatissimo: avrei conosciuto di persona l’editore che aveva pubblicato migliaia e migliaia di pagine che mi avevano appassionato fin da piccolo… E in più l’editore coincideva con l’autore del mio fumetto preferito, visto che ormai non era più un segreto che dietro lo pseudonimo del creatore di ZagorGuido Nolitta – si celasse proprio Sergio Bonelli. Iniziai a pensare a quali domande avrei potuto fargli, ma avevamo già una scaletta di massima e non sapevamo quanto sarebbe stato il tempo a nostra disposizione, quindi mi concentrai su quelle che riguardavano più direttamente il mio ruolo in uBC International.

Ricordo ancora con grande piacere la visita alla redazione, gli incontri con alcuni autori e, infine, il faccia a faccia con Sergio che – per prima cosa – ci chiese la nostra provenienza geografica… Da lì in poi, per oltre un’ora, fu disponibilissimo e rispose con cura e precisione – oltre che con grande autoironia – a tutte le nostre domande. Scoprii così una persona davvero speciale, che pur essendo alla guida di un’azienda dalle dimensioni gigantesche era rimasto affabile e spontaneo, confessando ad esempio tutta la sua ritrosia per il progresso tecnologico (“…io non so usare il computer, anzi io non sono arrivato alla macchina da scrivere: la biro è la mia conquista tecnologica più avanzata“). Inutile dire che rimasi completamente affascinato da Sergio, come credo succedesse a chiunque avesse l’occasione di conoscerlo di persona in redazione oppure durante un salone o una mostra dedicati al fumetto.

Via via che l’intervista proseguiva, dopo aver posto le domande che avevo preparato sul successo dei suoi fumetti all’estero, aspettavo il momento giusto per fare qualche domanda non solo all’editore, ma anche all’autore… Ricordo perfettamente che volevo chiedergli perché il nuovo corso newyorkese di Mister No si fosse interrotto prima del previsto; inoltre mi sarebbe piaciuto un suo parere spassionato sulla storia zagoriana Incubi, scritta da Sclavi, che ha sempre diviso gli appassionati dello Spirito con la Scure in due fazioni inconciliabili – ma non ci fu il tempo, anche a causa di un altro impegno che lo aspettava. “Poco male”, pensai: ci saranno sicuramente altre occasioni, magari all’edizione successiva di Lucca Comics o a qualche altra manifestazione, vista la sua grande disponibilità…

E invece quello che era stato il mio primo incontro con Sergio fu anche l’ultimo: negli anni successivi, i miei colleghi uBicciotti lo incontrarono più volte e in tutte le occasioni Sergio fu sempre disponibile come quel giorno in redazione… ma, per una serie di coincidenze, in nessuna di quelle occasioni ero presente anch’io. Mi restava un’unica foto con lui e con gli altri uBicciotti, scattata intorno alla sua scrivania durante quell’intervista del 1998, insieme al rimpianto di non averlo più incontrato e non avergli potuto porre tante e tante domande: ad esempio sul ciclo finale di Mister No che era tornato a scrivere con grande maestria, oppure sulla conversione al colore decisa per la Collezione storica di Tex per Repubblica, o per il fiorire di tante nuove iniziative nel terzo millennio…

Grazie, Sergio, per tutti i sogni che ci hai regalato.

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