Prima ancora che Jean Van Hamme e Grzegorz Rosinski – creatori di Thorgal – posassero penna, matite e pennelli, alla testata principale si erano aggiunte serie parallele che hanno certo arricchito il microcosmo del personaggio ma anche, sia detto, sfiancato il lettore (Kriss de Valnor, Louve, La jeunesse de Thorgal).
Sull’esempio forse di XIII-Mystery, la casa editrice Lombard ha proposto dall’anno scorso una nuova collana di tutt’altro calibro: Thorgal Saga, composta da volumi unici di grande formato, slegati dalla continuity, in cui appassionati della saga rendono omaggio al protagonista principale e, soprattutto, al suo spirito. Dopo l’eccellente Adieu Aricia di Roland Recht (2023, non tradotto), Wendigo di Fred Duval (sceneggiatore, tra gli altri, di Carmen McCallum, Nevada, Travis, Nico, M.O.R.I.A.R.T.Y. – ques’ultimo tradotto in italiano) e Corentin Rouge (conosciuto innanzitutto per Rio) mantiene lo stesso standard qualitativo.
Due popoli in eterna lotta evocano dèi che sfuggono al loro controllo: solo un arciere dalla pelle bianca riuscirà a sconfiggerli… Il ritmo fluido e incalzante della sceneggiatura non ha nulla da invidiare ai moderni blockbuster, e il lettore è preso dalla prima all’ultima pagina.
Il segno classico di Rouge si dipana in tavole che, pur fedeli all’impianto franco-belga, giocano col ritmo alternando divisioni a tre e a cinque strisce, addirittura verticali, a pagine intere financo doppie pagine nelle quali si lascia che una doppia metà sia occupata da un getto di sangue. L’impatto visivo è senza precedenti. Rouge ha confessato la “libertà adolescenziale” che in questo progetto si è permesso: per il piacere suo come per il nostro.
Ottima la scelta dell’Editoriale Cosmo di pubblicare questo volume.