I colossi Marvel e DC ci hanno abituato a nomi di autori provenienti da paesi che immaginiamo irrilevanti nel mondo dei fumetti, sebbene la produzione autoctona resti terra incognita.
A cinque anni dall’edizione originale, con la pubblicazione di Singl Sarbacane fa meritoriamente conoscere in Francia il ceco Jiří Franta, autentica star in patria, pluripremiato artista, co-fondatore della rivista di fumetti KIX e con essa di un’intera corrente artistica.
Con il segno e i colori tipici dell’underground (un monocromatismo, almeno iniziale, specchio degli umori e degli incubi del protagonista), sino a dieci pagine dalla fine seguiamo due week-end di un coatto che – a casa come in gita all’estero (Roma, nell’occasione) – riproduce le stesse sbornie di birra, stadio e sesso occasionale. È nella struttura della tavola che si rivela la qualità dell’approccio di Franta, che dimostra di aver appreso la lezione di Chris Ware.
Franta allunga il tempo a dismisura, dilatando le azioni (il salto di un muretto avviene in due tavole composte da una trentina di vignette) in modo da rendere ancora più manifesta l’inaspettata epifania finale, quando il purtroppo “solito” coro razzista fa esplodere gli argini, riscattando il protagonista – la solitudine che si impone, la conclusione al tempo stesso ridicola, tragica ed eroica al quale questa scelta (con tipica ironia slava) lo conduce – e, su un altro piano, anche la lettura che, sino al quel momento (secondo una scelta narrativa cosciente e perseguita), pareva girare in tondo come il personaggio principale: trasformandoci così, senza rendercene conto, in autentici lectoris in fabula.