Per smaltire la “delusione western” che mi aveva suscitato Duke, la serie con cui il mio amato Hermann era tornato a storie ambientate nel West (ma con risultati discutibili, come spiegavo in questo articolo), ho deciso di recuperare un albo one shot di cui avevo un ottimo ricordo, dal titolo che più programmatico non si potrebbe: Western, appunto, della premiata ditta Van Hamme & Rosinski.
Ricordo di averlo letto per la prima volta nel 2001, durante una delle abituali visite ai miei clienti francesi che sfruttavo per trascorrere qualche ora nella FNAC di turno a sfogliare le ultime novità. Mi aveva incuriosito il grande battage pubblicitario con cui l’albo era stato lanciato: “La BD-evento dell’anno”, “L’ultimo capolavoro degli autori di Thorgal“, “Il terzo millennio guarda di nuovo al West” e altri slogan di questo genere. E devo ammettere che ero curioso di vedere questi due grandi autori all’opera in un’ambientazione così diversa dalla BD heroic fantasy che aveva riscosso un enorme successo fin dal suo debutto, a inizio anni Ottanta: anche se Thorgal non mi ha mai entusiasmato più di tanto*, l’ho sempre considerato un ottimo fumetto.
(*Come già ricordato in altri articoli di questa rubrica, la lista di BD che – per vari motivi – non mi hanno mai “preso” completamente contiene diversi titoli eccellenti, letti a sbafo quando lavoravo Oltralpe: Blueberry, Valerian, L’Incal, Tintin… e, appunto, Thorgal – Blake & Mortimer è invece un caso a parte: non ce l’ho proprio mai fatta a leggere quella BD… chiusa parentesi)
Forse definirla “BD-evento” era un po’ esagerato (e tuttavia continua a essere indicata in questo modo nel sito Bédéthèque, dove raccoglie un lusinghiero 4,5 su 5 come media di voto), ma è innegabile che il soggetto di Van Hamme fosse solido pur partendo da un topos già visto in altre occasioni, quello dell’orfano scomparso in terre selvagge cercato – ma non per fini nobili… – e ritrovato da un membro della famiglia. Ottima poi la sceneggiatura, che partendo da quelle basi offriva uno spaccato realistico della vita di frontiera e si sviluppava in modo non banale fino al tragico epilogo (evito qualsiasi spoiler per non rovinare la lettura di chi non conoscesse questo fumetto): certo, qualche concessione a un certo gusto per il feuilleton – come in altre opere dell’autore – lasciava ipotizzare i possibili passaggi, ma l’indiscutibile maestria di Van Hamme rendeva davvero godibile la storia nel suo complesso.
Il vero punto di forza di Western è però costituito dai disegni: Rosinski, pur mettendosi al servizio della trama, ha dato un autentico e impareggiabile tocco in più grazie al suo consolidato segno, quasi impressionista e al contempo molto concreto.
Oltre a padroneggiare perfettamente la colorazione dell’albo, eseguita personalmente, il disegnatore di origine polacca è riuscito a caratterizzare ogni singolo personaggio e ha aggiunto una serie di immagini pittoriche a doppia pagina che scandiscono i vari “capitoli” della trama, impreziosendo ulteriormente questo albo. Proprio quello che mi ci voleva, insomma, per riappacificarmi con il genere western dopo la delusione – di cui parlavo all’inizio – dovuta ai disegni sempre più incerti del mio idolo Hermann.
Una promozione a pieni voti, quindi: e non è un caso che questa ottima BD – già pubblicata a puntate su Lanciostory a cavallo tra fine 2001 e inizio 2002 e poi ristampata dalle Edizioni Cosmo, in entrambi i casi (purtroppo) in un formato ridotto rispetto all’originale – sia stata scelta per concludere la benemerita Collana Western, pubblicata come collaterale della Gazzetta dello Sport tra il 2014 e il 2016 a cura di Fabio Licari. La ciliegina su una torta ricchissima, che aveva ristampato integralmente – tra gli altri – Blueberry, Comanche, Buddy Longway, Mac Coy, Trent e inoltre Jerry Spring, il capolavoro di Jijé.
————————
BD MON AMOUR – tutti gli articoli