Anni
Anni luce
Spazio
Tempo
Perduto
Faro
Speranza
Amore
Silenzio.
Non c’è nessun rumore qui. Sono avvolto nel vuoto, a miliardi di anni luce di distanza dalla mia casa, dal mio amore. Il mio cuore soffre.
Mi sento solo.
Superman: Lost – l’opera realizzata da Christopher Priest (soggetto e sceneggiatura) Carlo Pagulayan (soggetto, disegni e copertina) e da Lee Weeks, Will Conrad, Dan Jurgens, José Luis ai disegni aggiuntivi, Jason Paz, Joe Prado, Julio Ferreira, Jonas Trindade alle chine, Jeromy Cox ed Elizabeth Breitweiser ai colori – narra la storia dell’eroe simbolo della speranza.
Kal El, Clar Kent.
Superman, ideato dalle menti di Jerry Siegel e Joe Shuster.
Chiamato dalla Justice League per un presunto attacco ai danni di un sottomarino cinese, la missione si rivelerà essere più seria del previsto. La realtà è ben diversa: un dispositivo alieno dotato di una sorta di buco nero sta per inglobare la terra. L’unico che può fermare il collasso è Superman. Con uno sforzo immane decide di proteggere la sua casa.
L’esplosione, infatti, ha fatto si che smarrisse se stesso nello spaziotempo.
Quelle che dovevano essere poche ore – quando ha salutato la sua amata Lois dopo aver ricevuto la chiamata di aiuto da parte della Justice League – in realtà si rivelano essere molte di più.
Superman è stato assente per 20 anni.
Con questo preludio inizia la nostra storia, un viaggio incredibile e avvincente che ci mostra un Superman più umano che mai. Percepiamo la sua paura, il suo dolore, la sua solitudine in nome dell’amore. Il ritmo della storia è sempre alto, non ci sono momenti morti. La scoperta di nuovi mondi, e di nuovi personaggi (Victor, Hope, la Concretatio, Horde, Adam Strange e il villain per eccellenza Lex Luthor) rende la trama avvincente, portando alla luce colpi di scena inaspettati.
Una lettura – sia chiaro – non facile, in cui dovrete prestare la massima attenzione a causa dell’inserimento del tema del viaggio nel tempo. Wormhole e altre connotazioni di fisica quantistica permeano l’opera. Non a caso, la realizzazione della sceneggiatura ha visto come collaboratore il professor Dave Van Domelen, fisico teorico.
Superman: Lost sviluppa questa tematica riprendendo film come Interstellar di Christopher Nolan e il noto Avengers: Endgame dei fratelli Russo.
Molti anche i rimandi filosofici, che richiamano le concezioni di Soren Kierkegaard e di Marco Aurelio, un filosofo stoico.
Il peccato della disperazione… Perdere sé stessi può passare del tutto inosservato nel mondo, come se nulla fosse. Ogni altra perdita, un braccio, una gamba, cinque dollari, una moglie…Ciascun uomo ha un suo destino, l’unico imperativo è seguirlo, accettarlo, ovunque questo lo conduca.
I disegni dell’artista Pagulayan contribuiscono a rendere l’opera imprescindibile per ogni amante dell’eroe figlio di Krypton. Il tratto realistico accresce il pathos del racconto, facendo sì che il lettore si soffermi a rimirare le tavole in tutte le sue vibrazioni: dal tratteggio alle campiture di nero, per accendersi con le sfumature di colori, realizzati dal duo Cox-Breitweiser.
Uno stile artistico che apprezzo particolarmente, e che raggiunge la massima resa nelle tavole simbolo del racconto dove Superman e lo spazio divengono gli elementi predominanti.
Superman: Lost è un racconto di grande impatto emotivo. Mai come prima, mettendoci nei panni di Kal El, percepiamo la sua vulnerabilità. Una vulnerabilità non tanto dettata dalla perdita dei suoi poteri, dai nemici che si trova costretto ad affrontare, bensì data dall’allontanamento verso la sua realtà, il suo mondo, il suo amore, il suo legame più profondo.