“Teenage Mutant Ninja Turtles” #4 di Aaron, Burnham & Reber

I quattro fratelli tartarughe al completo con un focus su Donatello

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7/10

Quando si parla delle Tartarughe Ninja, si ha la percezione di essere sempre guardati con fare critico. Mi spiego meglio: è come se questa lettura fosse ritenuta alquanto adolescenziale. Ma, come diceva un saggio, non ti curare del giudizio altrui…
In effetti, e non mi stancherò mai di ripeterlo, questi comics sono ben altro, come questa serie ci sta dimostrando.

Siamo infatti arrivati al n.4 di questa nuova avventura che porta l’impronta di Jason Aaron, polisemico sceneggiatore che da tempo ha letteralmente modificato il codice etico ed estetico dei quattro fratelli mutanti.
La storia in questione dal titolo Ritorno a New York, parte quattro: grinta e un bastone (coincidenze numeriche a parte) chiude – seppur parzialmente – il ciclo dell’incontro di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Donatello.
Ed è proprio su quest’ultimo personaggio che l’albo pone lo sguardo, andando a raccontarci il séguito del prologo apparso nel n.1 della serie.
Donatello riesce a scappare dallo zoo selvaggio in cui era rinchiuso per rilanciare la sua idea di tartarughe ninja e cercare di salvare tutti gli animali che, come lui, sono ostaggi delle malefatte dell’uomo.

Così, grazie allo spirito di sopravvivenza e ad una struttura fisica molto deperita (ecco che Aaron modifica gli equilibri iconici dei personaggi), finalmente riesce ad aprire i cancelli e attira a sé il Clan del Piede per combatterli e andare oltre…
Si ha così una reunion delle quattro TMNT – con tanto di risentimenti vari – per capire che, oltre le loro peripezie personali, la città di New York sta cadendo in mano a personalità poco raccomandabili. 
L’idea quindi di rientrare alla base e tornare a vivere nella Grande Mela pare sia presa in considerazione da tutti. Chiaramente bisognerà aspettare ancora un po’ per scoprirlo.

Numero abbastanza equilibrato che porta a casa un lavoro ben fatto di Aaron e di Chris Burham sui disegni, che struttura layout ben congegnati per la narrazione da cui sono composti, accompagnato ai colori da Brian Reber che fa un lavoro altrettanto egregio. La parte grafica di questo numero fa riemergere alla mente gli amarcord legati agli anni ‘80, allo stile grezzo e garage di Eastman & Laird. Cose belle, davvero.

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Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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