In questo quaderno documento tutto ciò che vedo e osservo. Non è un quaderno qualunque, i fogli bianchi sono sostituiti da quelli a righe, con i buchi nel lato sinistro. Disegno la realtà secondo la mia visione. Il mio talento artistico è ciò che mi fa sentire viva.
L’opera La mia cosa preferita sono i mostri, edita da Bao Publishing e pubblicata in due corposi volumi, è un’opera di Emil Ferris.
La storia narra le vicende di Karen, una bambina di 10 anni appassionata d’arte, film horror e mostri. Un giorno, nell’appartamento dei vicini, la signora Anka Silverberg viene trovata morta.
Le indagini portano a pensare al suicidio, ma Karen vuole portare alla luce la verità.
Inizia con questo preludio un incredibile viaggio, che porterà la nostra giovane protagonista a indossare i panni dell’investigatrice.
Il racconto si sviluppa come un vero e proprio romanzo giallo/thriller: mano a mano che sfogliamo le pagine veniamo a conoscenza di una moltitudine di personaggi, tra cui Deeze (il fratello di Karen), Victor, Mama (la madre), il signor Silverberg, Jeffrey Cervellone Alvarez, Shelley, Franklin e Anka Silverberg, la donna misteriosa che ha perso la vita.
L’autrice ci porta dentro la psiche di ognuno dei personaggi: attraverso l’ascolto dei nastri di registrazione trovati da Karen veniamo a conoscenza, pezzo dopo pezzo, di quello che è realmente successo.
I temi che vengono portati alla luce sono molteplici: amore, prostituzione, guerra, morte, diversità di razza.
Una storia matura, quindi, che sa far riflettere il lettore e soprattutto sa intrappolarlo in una trama complessa e intricata.
La domanda che il lettore si ritroverà a porsi costantemente è: “ma chi è il vero mostro?”
Nel racconto ci sono molti riferimenti alla storia dell’arte: quadri di grandi artisti, quali Francisco Goya con “Il sonno della ragione genera mostri”, George Seurat con “Una Domenica pomeriggio all’Isola della Grande Jatte”, Eugène Delacroix con “Cavaliere Arabo attaccato da un Leone”…
Dal punto di vista stilistico, Emil Ferris restituisce appieno la sensazione di avere tra le mani un quaderno sketchato. Tutti gli incontri, tutte le situazioni e sensazioni vissute da Karen vengono riportate alla perfezione. Il tratteggio crea forme – dagli oggetti d’arredamento ai palazzi e paesaggi, ai mostri che dominano la mente di Karen, ai volti dei personaggi. Questi ultimi sono talmente plastici e reali che sembrano uscire dal foglio. Si alternano tavole in bianco e nero ad altre con delle parti colorate, il tutto in un mix bilanciato a dovere.
La mia cosa preferita sono i mostri è una lettura densa e stratificata, un labirinto virtuoso e spinoso dalle tinte noir che vi trasporterà in un mondo dove uomo e mostro divengono una cosa sola.
La cosa che mi manda ai pazzi è che potrebbero farmi diventare come loro: G.E.N.T.E. = grigi, egoisti, noiosi, tristi ed ebeti, e non sono i lavori che fanno come friggitore, infermiera o contadino che li rendono tali, è il fatto che il più delle volte credono solo in ciò che vedono, annusano, gustano, toccano, sentono o comprano. Dicono che poiché non è possibile che i mostri siano veri, allora non sono veri. Il dizionario dice che la parola mostro viene dal latino “monstrum” che significa “far vedere”.La verità è che ci sono tante cose che non vediamo normalmente…Anche i mostri sono sotto il nostro naso…


La mia cosa preferita sono i mostri
Volume 1 e 2
Emil Ferris
416 pagine, colori, f.to 20,5×25,7 cm
Bao Publishing, 2024
29,00€ cad.