La sceneggiatrice Teresa Radice e il disegnatore Stefano Turconi, sin dal loro primo incontro, avvenuto nel 2004, sono divenuti la coppia d’oro del fumetto italiano: ogni loro produzione è di qualità assoluta, dalla collaborazione con la Disney alle opere per giovani lettori, fino alle loro premiatissime graphic novel, a partire da Il Porto Proibito.
Rientra in questa tendenza La Terra, Il Cielo, I Corvi, opera pubblicata da Bao Publishing nel 2020, che racconta in modo accorato una storia di guerra ambientata nell’Unione Sovietica del secondo conflitto mondiale, durante la rotta dell’esercito italiano, respinto dall’Armata Rossa. Protagonista e voce narrante della vicenda è Attilio Limonta, piccolo contrabbandiere originario del lago di Como, arruolatosi e arrivato al fronte russo quasi per caso, in fuga dalla prigionia in un’isola sul Mar Baltico, nel marzo del 1943, insieme a due insoliti compagni di viaggio: un soldato tedesco e un secondino russo, loro prigioniero. I tre non hanno nulla in comune, tranne la sfiducia reciproca, legata anche alle inevitabili barriere linguistiche, e la volontà di sopravvivere a tutti i costi.
Nella loro fuga disordinata, durante il lungo disgelo dell’inverno russo, tra le mille disavventure che devono affrontare, nell’inutile crudeltà della guerra, rischiando la morte per assideramento, potendo contare solo a volte sull’ospitalità dei contadini russi, troveranno prima di tutto loro stessi. Il racconto si snoda anche attraverso la loro reciproca conoscenza, partendo appunto dall’inevitabile sfiducia iniziale, e alla condivisione di quel poco che può offrire il territorio che devono attraversare, alla ricerca di un’improbabile libertà.
Dal racconto emerge la figura straordinaria di Attilio, un grande personaggio del fumetto italiano, che riesce ad adattarsi a qualsiasi condizione, grazie alla consapevolezza delle proprie capacità, ma anche dei suoi difetti. Attilio è in grado di interpretare quello che gli succede intorno sulla base alle proprio dolorose esperienze personali, capace di affrontare il proprio destino sapendo di dover compiere le scelte più scellerate e di rinascere finalmente in una terra dove trova un ruolo, così lontano dalla sua terra d’origine. Tutto il romanzo alla fin fine tratta della storia della sua rinascita personale, le cui vicende sono alternate con il racconto in flashback del suo amaro passato italiano.
Si tratta di un vero e proprio romanzo che racconta un’epopea, una storia scritta e raccontata benissimo dalla sceneggiatrice Teresa Radice, capace di rappresentare con liricità le vicende che deve affrontare Attilio insieme ai suoi due insoliti compagni di fuga, con richiami e citazioni dirette e evidenti alla grande letteratura russa e soprattutto ai racconti di guerra di Mario Rigoni Stern.
Storia che risalta ancora di più grazie ai disegni acquarellati di Stefano Turconi, che riesce a riprodurre in maniera coinvolgente gli ambienti delle steppe e dell’inverno russo, che tanto segnano i vari protagonisti, ritratti con profondità, dando pieno spazio alla loro recitazioni, aspetto tanto più importante, se si considera le diverse lingue parlate dai tanti personaggi dell’avventurose vicende. I tre anni che sono serviti ad arrivare al termine del romanzo, sono stati spesi benissimo da Turconi, per realizzare una bellissima opera, una lettura ideale che consente di esplorare la nostra Storia da una visuale e un’angolazione differente.